Il Merizzo nasce per il puro
piacere del conte Bardsky (razza in via di estinzione) di vinificare i suoi vitigni
preferiti...
Siamo ormai ad inizio primavera e qui nelle
Prealpi siamo ancora sotto la bianca coltre della neve. Bisogna pazientare e
tra pochi giorni la neve sarà sciolta e inizieremo a scaldarci sotto un bel
sole primaverile, i milanesi torneranno ad affollare laghi e monti e in molti
si raduneranno intorno ad un fumante barbecue per la consueta grigliata di pasquetta.
Per il momento non ci resta che rimanere al calduccio, guardare la neve che
scende, preparare un fumante piatto di carne in salmi e consolarci stappando un buon rosso che ci scalda anima e cuore. Pesco così dalla cantina questa bottiglia di
Merizzo, vino amato e voluto dal conte Comparini Bardzky della Fattoria di Foltagnano, dove opera quel
eno-metallaro di Domenico Tancredi, personaggio che chi segue il blog ben conosce, avendo già dedicato 2 post al suo entusiasmante progetto Chianti Rock… Sangiovese in purezza da viticoltura valvolare!!
La storia è questa… Domenico mi ha spedito
alcune bottiglie del suo Chianti e… "special guest" dello scatolone,
ecco spuntare il Merizzo… "assaggiati questo é il vino del conte per
cui lavoro"… e così dopo alcuni mesi di attesa, ho deciso che era
arrivato il momento del Merizzo. Siccome sono un wineblogger ma anche un
curioso e un assetato di notizie, mi sono letteralmente "sbattuto"
alla ricerca di notizie in merito a questo vino e alla Fattoria di Faltognano
senza trovare nulla. Le uniche notizie che posso fornirvi le ricavo quindi
dall'etichetta (su cui stranamente non compare la gradazione alcolica..). La
fattoria di Faltognano si trova a Vinci (dove nacque Leonardo), un salto nel
medioevo tra le città di Pistoia, Prato, Firenze, Empoli. Il vino in questione viene realizzato attraverso
l’assemblaggio di 4 uvaggi… in questo caso però i soliti Cabernet e Merlot non
vanno completano la base di Sangiovese, come spesso capita nei tagli italo-francesi, ma
vanno a mixarsi con Malvasia Nera e Pinot Noir. La fermentazione avviene in cuves di legno e l'affinamento di due anni in tonneaux a grana fine.
Il giorno dopo la bevuta, incuriosito dal
Merizzo (devo essere sincero, ero un po’ prevenuto… mi aspettavo il classico
blend internazionale in stile TuscanWine… e invece…) mi sono permesso di
rompere le scatole a Domenico e di sfruttare la sua disponibilità per avere
qualche notizia su questo Merizzo… soprattutto su come è nato questo mix di uve
particolare… ecco cosa mi racconta….
“ Il Merizzo nasce per il puro
piacere del conte (razza in via di estinzione) di vinificare i suoi vitigni
preferiti. Le marze di Pinot Noir, Merlot e Cabernet Sauvignon sono state
personalmente acquistate da lui in Austria nel 1982, mentre la Malvasia Nera si riproduce da
oramai secoli in fattoria. Oggi è un vino più "tranquillo" rispetto
al passato infatti stiamo usando un'altro clone di Pinot Noir prima, alla fine
degli anni 90 quando è nato, era molto più austero e speziato, tendenzialmente
"fuori mercato". Fu fatta una degustazione alla cieca, nel 1999, in Svezia insieme a
rinomati Supertuscan, e il Merizzo 1997 fu premiato come il miglior I.g.t.
venduto in Svezia. Ebbe un grande richiamo avendo dato scatto a I.g.t. più
moderni e vellutati, quasi densi. Fu questo premio ad aprire la strada al mercato
USA, tuttora unico mercato coltivato. Si chiama Merizzo perchè la vigna è
esposta a Nord, nome tipico di Vinci, c'e' una esposizione minore ma
utilizzando vitigni precocissimi come i tre francesi è possibile ritardare la
vendemmia sviluppando una maturazione fenolica ottimale. La Fattoria di Faltognano è
praticamente nel buio del mondo internet per voler del conte, il quale non
crede a questo progresso/regresso. Preferisce invitare a cena un cliente in
fattoria, piuttosto di mettere un post sui social network o sulle ...”
Quanto raccontato da Domenico conforta le
mie sensazioni degustative… il vino ricorda un po’ i blend toscani dal taglio
italo-francese, ma con le sue, più o meno marcate differenze, che gli
conferiscono la giusta dose di personalità. Già alla mescita non troviamo il
solito vino denso, concentrato e inchiostrato, ma sfoggia un rubino scarico che rasenta il granato, piuttosto snello, ma impenetrabile. Anche al naso e alla beva tende
a smarcarsi dai classici Supertuscan moderni. Niente polpa e zuccheri a mille,
marmellata e vaniglia, tannini setosi ecc… il “Merizzo” se mi passate il
termine è più “cattivo” e conseguentemente anche più intrigante. Sicuramente cede qualcosa in finezza, eleganza, piacevolezza, morbidezza, calore ecc… puntando maggiormente
sul carattere… il naso sfoggia un bel bouquet “completo” mai
ruffiano, risultando sempre vibrante con una bella spinta alcolica a scaldarci
le narici. Anche alla beva denota un tocco di rusticità, di sapidità, di
spigolo che gli permettono di smarcarsi dai classici tagli bordolesi. Tannino elegante ma teso, beva sempre viva e non banale, finale persistente che non tradisce.
Insomma
il Merizzo da una parte ti lascia quell’idea di vino lì… ma dall’altra riesce a
mantenere un tocco “sgraziato” e un più diretto che gli evitano di cadere nel calderone dei vini "già bevuti". E questo è sicuramente un punto di interesse che gioca a suo
favore.
Se vi ho incuriosito, bene, ma sappiate
che correte il rischio di rimanere a bocca asciutta, perché questo vino in
Italia non si vende, ed è molto più probabile che a reperirlo sia il vostro
“cugggino americano”. Conte Bardsky mi hai incuriosito… e avanti così... in fondo che ci azzeccano vigna e cantina con il web?
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