Un Sassella che tiene il "pedalino del distorsore" ben premuto, di giovanil furore, ma in grado di esprimere uno stile quasi "vintage" con grande classe, che coinvolge e soddisfa anche l'ascoltatore meno predisposto a certi suoni robusti...
Nella musica le band di riferimento, da cui spesso si generano i così detti "movimenti musicali", sono quelle che partono dallo scantinato e arrivano al successo di massa mantenendo sempre fede al proprio credo, facendo dell’integrità artistica un punto di forza, senza mai svendersi o voltare le spalle ai fans della prima ora. Non c'è svolta commerciale con l'obbiettivo di invadere le radio di mezzo mondo, ma solo la voglia di esprimere il tuo “sound” e le tue idee. E il "sound" piace... piace agli sfegatati del genere, ai puristi, ai critici più intransigenti, ma riesce anche ad entrare nelle orecchie dei più, ad appassionare nuovi ascoltatori... e quella che era musica di nicchia, diventa un nuovo punto di riferimento stilistico per molti dei gruppi che verranno. Per fare un esempio conosciuto a tutti, mi vengono in mente i Nirvana, lasciamo stare come é andata a finire, ma credo sia l'esempio lampante di una band che ha saputo raccogliere il consenso di molti (diciamolo... a sfondare) facendo la loro musica, senza se e senza ma, diventando simbolo di una generazione e di un movimento musicale, rimanendo così nella storia, per la loro unicità.
Ecco Ar.Pe.Pe per me é un po' così... 150 di storia, impronta stilistica precisa, rispetto incondizionato da parte dei Nebbiolisti più intransigenti, l'amore di chi ama i vini di "vignaioli" e le piccole produzioni. Ma anche successo di pubblico e critica, nazionale ed internazionale, i tre bicchieri e i punteggi "over 90" di WS. Il tutto rimanendo sempre fedeli alla "linea Retica", ovvero a quel caratteristico Nebbiolo Valtellinese, espressione territoriale unica, figlia di tecniche produttive tradizionali, elogio all'invecchiamento e dell'energica passione dei suoi mentori Guido, Isabella ed Emanuele... capaci di raccogliere un'importante eredità, valorizzarla in tutto il suo potenziale e portarla all’attenzione di appassionati "bevitori", vecchi e nuovi.
Quando puoi sfoggiare, storia, stile, marchio di fabbrica, attestati di stima e soprattutto rispetto incondizionato da pare di tutti... beh, allora si può affermare che la cantina di ARturo PElizzari PErego é oggi il simbolo indiscusso della viticoltura (di qualità) delle Alpi Retiche, in grado di esprimere (almeno per quanto mi riguarda) i migliori vini rossi della regione.
I Nirvana vengono ricordati come gli inventori del “grunge”, in realtà affondano le radici nel post-punk e nell'alternative rock americano di fine anni 80 inizio 90, re-interpretandolo alla loro maniera, con un irresistibile ed esplosivo connubio di chitarre “aspre e grattuggiate” e gusto “pop” nella forma canzone... ritornelli che ti entrano in testa e non ti mollano più. Così i vini di Ar.Pe.Pe., che affondano nelle radici della tradizione vitivinicola della valle, uva Chiavennasca coltivata su terreni poveri e rocciosi, da cui si ricavano vini longevi, austeri, rustici e un po’ grezzi… Nebbiolo di montagna... ma con il tocco “pop” di chi ha saputo “ingentilire” il tutto, vini che puntano all’eccellenza attraverso una minuziosa cura della vigna, i lunghi affinamenti e le innovazioni tecniche di cantina, senza però snaturarne il carattere e la tipicità, marcando una impronta stilistica unica e riconoscibile.
La bella e innovativa cantina interrata ad impatto zero, é situata alle porte di Sondrio, le vigne che la sovrastano si sviluppano tra i 300 e i 600 metri di quota, per un totale di 11 ettari e una produzione di circa 50.000 bottiglie. Vigne di proprietà con oltre 50 anni di età accudite con grande cura, si inerpicano su terrazzamenti ricavati grazie ai caratteristici muretti a secco che disegnano il panorama vitivinicolo della Valtellina. La chiave del successo dei vini di Ar.Pe.Pe. risiede non solo nella qualità delle uve (grazie a rese piuttosto basse), ma soprattutto nella scelta di valorizzarle attraverso lunghi affinamenti nelle botti e in bottiglia. Circa una decina le tipologie di vini prodotti, con prevalenza di Sassella, proposto in ben 4 versioni, ma anche Grumello, Inferno e altre etichette, tutte prodotte con uva Chiavennasca al 100%.
Il mio personale approccio (quasi sottomisione) ai vini di Ar.Pe.Pe avviene in primis al "Nebbiolo Grapes" e in seconda battuta alla "Sorgente del Vino Live", dove, dopo una bella degustazione e chiaccherata con Mirco, mi sono portato a casa una bottiglia di Rocce Rosse (che ancora riposa in cantina e di cui vi scriverò in futuro) e una di Stella Retica, un Sassella Riserva del 2006, che mi sono aggiudicato per 15 euro. Vinificato tradizionalmente per 15 giorni in botti di legno da 50 ettolitri e affinato per 2 anni nelle grandi e storiche botti, costruite in legno di castagno mischiato con rovere e acacia. Anche in bottiglia i tempi di affinamento sono lunghi (circa 3 anni!!)... il tutto per regalarci il Sassella più giovane della casa!!
Nel bicchiere nebbioleggia con le sue tinte granato, dimostra da subito un naso vigoroso ed incisivo, intenso e persistente, pungente e vinoso, con buon “calore” alcolico (13%vol.). Vino di carattere e personalità, un ventaglio olfattivo in continua evoluzione, inizialmente fresco e di buon frutto, vira verso note floreali e speziate con suggestioni di "montagna", roccioso terroso ed erbaceo …anche alla beva si apprezza il carattere deciso, sapido, minerale, di ottima struttura. Esprime vigore giovanile, teso e nervoso, ma basta una sorsata in più per apprezzarne anche il buon equilibrio, grazie ad un tannino vivo ma rotondo, che facilita la beva e ci consegna un vino che sa sfoggiare anche eleganza e pulizia.
Un Sassella che tiene il "pedalino del distorsore" ben premuto, di giovanil furore, ma in grado di esprimere uno stile quasi "vintage" con grande classe, che coinvolge e soddisfa anche l'ascoltatore meno predisposto a certi suoni robusti... Questi sono i vini che più mi piacciono, autentici, territoriali ma allo stesso tempo curati e ben fatti. La Stella Retica ha voce roca e profonda come quella di Kurt Cobain, ma sa scalfirti il cuore come pochi.
Nella musica le band di riferimento, da cui spesso si generano i così detti "movimenti musicali", sono quelle che partono dallo scantinato e arrivano al successo di massa mantenendo sempre fede al proprio credo, facendo dell’integrità artistica un punto di forza, senza mai svendersi o voltare le spalle ai fans della prima ora. Non c'è svolta commerciale con l'obbiettivo di invadere le radio di mezzo mondo, ma solo la voglia di esprimere il tuo “sound” e le tue idee. E il "sound" piace... piace agli sfegatati del genere, ai puristi, ai critici più intransigenti, ma riesce anche ad entrare nelle orecchie dei più, ad appassionare nuovi ascoltatori... e quella che era musica di nicchia, diventa un nuovo punto di riferimento stilistico per molti dei gruppi che verranno. Per fare un esempio conosciuto a tutti, mi vengono in mente i Nirvana, lasciamo stare come é andata a finire, ma credo sia l'esempio lampante di una band che ha saputo raccogliere il consenso di molti (diciamolo... a sfondare) facendo la loro musica, senza se e senza ma, diventando simbolo di una generazione e di un movimento musicale, rimanendo così nella storia, per la loro unicità.
Ecco Ar.Pe.Pe per me é un po' così... 150 di storia, impronta stilistica precisa, rispetto incondizionato da parte dei Nebbiolisti più intransigenti, l'amore di chi ama i vini di "vignaioli" e le piccole produzioni. Ma anche successo di pubblico e critica, nazionale ed internazionale, i tre bicchieri e i punteggi "over 90" di WS. Il tutto rimanendo sempre fedeli alla "linea Retica", ovvero a quel caratteristico Nebbiolo Valtellinese, espressione territoriale unica, figlia di tecniche produttive tradizionali, elogio all'invecchiamento e dell'energica passione dei suoi mentori Guido, Isabella ed Emanuele... capaci di raccogliere un'importante eredità, valorizzarla in tutto il suo potenziale e portarla all’attenzione di appassionati "bevitori", vecchi e nuovi.
Quando puoi sfoggiare, storia, stile, marchio di fabbrica, attestati di stima e soprattutto rispetto incondizionato da pare di tutti... beh, allora si può affermare che la cantina di ARturo PElizzari PErego é oggi il simbolo indiscusso della viticoltura (di qualità) delle Alpi Retiche, in grado di esprimere (almeno per quanto mi riguarda) i migliori vini rossi della regione.
I Nirvana vengono ricordati come gli inventori del “grunge”, in realtà affondano le radici nel post-punk e nell'alternative rock americano di fine anni 80 inizio 90, re-interpretandolo alla loro maniera, con un irresistibile ed esplosivo connubio di chitarre “aspre e grattuggiate” e gusto “pop” nella forma canzone... ritornelli che ti entrano in testa e non ti mollano più. Così i vini di Ar.Pe.Pe., che affondano nelle radici della tradizione vitivinicola della valle, uva Chiavennasca coltivata su terreni poveri e rocciosi, da cui si ricavano vini longevi, austeri, rustici e un po’ grezzi… Nebbiolo di montagna... ma con il tocco “pop” di chi ha saputo “ingentilire” il tutto, vini che puntano all’eccellenza attraverso una minuziosa cura della vigna, i lunghi affinamenti e le innovazioni tecniche di cantina, senza però snaturarne il carattere e la tipicità, marcando una impronta stilistica unica e riconoscibile.
La bella e innovativa cantina interrata ad impatto zero, é situata alle porte di Sondrio, le vigne che la sovrastano si sviluppano tra i 300 e i 600 metri di quota, per un totale di 11 ettari e una produzione di circa 50.000 bottiglie. Vigne di proprietà con oltre 50 anni di età accudite con grande cura, si inerpicano su terrazzamenti ricavati grazie ai caratteristici muretti a secco che disegnano il panorama vitivinicolo della Valtellina. La chiave del successo dei vini di Ar.Pe.Pe. risiede non solo nella qualità delle uve (grazie a rese piuttosto basse), ma soprattutto nella scelta di valorizzarle attraverso lunghi affinamenti nelle botti e in bottiglia. Circa una decina le tipologie di vini prodotti, con prevalenza di Sassella, proposto in ben 4 versioni, ma anche Grumello, Inferno e altre etichette, tutte prodotte con uva Chiavennasca al 100%.
Il mio personale approccio (quasi sottomisione) ai vini di Ar.Pe.Pe avviene in primis al "Nebbiolo Grapes" e in seconda battuta alla "Sorgente del Vino Live", dove, dopo una bella degustazione e chiaccherata con Mirco, mi sono portato a casa una bottiglia di Rocce Rosse (che ancora riposa in cantina e di cui vi scriverò in futuro) e una di Stella Retica, un Sassella Riserva del 2006, che mi sono aggiudicato per 15 euro. Vinificato tradizionalmente per 15 giorni in botti di legno da 50 ettolitri e affinato per 2 anni nelle grandi e storiche botti, costruite in legno di castagno mischiato con rovere e acacia. Anche in bottiglia i tempi di affinamento sono lunghi (circa 3 anni!!)... il tutto per regalarci il Sassella più giovane della casa!!
Nel bicchiere nebbioleggia con le sue tinte granato, dimostra da subito un naso vigoroso ed incisivo, intenso e persistente, pungente e vinoso, con buon “calore” alcolico (13%vol.). Vino di carattere e personalità, un ventaglio olfattivo in continua evoluzione, inizialmente fresco e di buon frutto, vira verso note floreali e speziate con suggestioni di "montagna", roccioso terroso ed erbaceo …anche alla beva si apprezza il carattere deciso, sapido, minerale, di ottima struttura. Esprime vigore giovanile, teso e nervoso, ma basta una sorsata in più per apprezzarne anche il buon equilibrio, grazie ad un tannino vivo ma rotondo, che facilita la beva e ci consegna un vino che sa sfoggiare anche eleganza e pulizia.
Un Sassella che tiene il "pedalino del distorsore" ben premuto, di giovanil furore, ma in grado di esprimere uno stile quasi "vintage" con grande classe, che coinvolge e soddisfa anche l'ascoltatore meno predisposto a certi suoni robusti... Questi sono i vini che più mi piacciono, autentici, territoriali ma allo stesso tempo curati e ben fatti. La Stella Retica ha voce roca e profonda come quella di Kurt Cobain, ma sa scalfirti il cuore come pochi.
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