Vino nobile e di razza é la perfetta espressione di una giornata tardo
autunnale passata tra i filari di Monforte... é la perfetta espressione del
carattere schivo, tenace e fiero dei contadini di Langa.
Non sono propriamente una
persona religiosa, lascio quindi che sia il lato "festaiolo" del
Natale a mandarmi "su di giri" e non credo di essere il solo a trovarmi in questa situazione!!. Non so bene come spiegare questa
cosa... sarà che l'Italia in queste giornate ama passare il tempo con le gambe sotto
il tavolo, ma é in questo periodo che si chiude un occhio davanti al portafoglio che si svuota e ci si lancia in
qualche eccesso eno-gastronomico, sia in quantità che in qualità.
Così alcune
sere fa (il 20 dicembre per esattezza) ho deciso di festeggiare l'inizio delle
ferie invernali pescando dalla cantina una bottiglia che se la dormiva nella sua cassetta di legno da almeno un paio d'anni e non vedevo l'ora di
stappare. Ed eccomi qui, mouse nella mano destra e bottiglia
"Albeisa" vuota nella sinistra, per raccontarvi del Barolo "Ginestra
Casa Matè" di Elio Grasso, vignaiolo di Langa che non ha certo bisogno di
presentazioni...
L'azienda agricola situata
in quel di Monforte d'Alba, località Ginestra é una splendida cascina di Langa
immersa tra i vigneti e i boschi che li circondano; terra particolarmente
vocata per la produzione del Barolo che annovera alcuni tra i cru più
prestigiosi da cui si ricava una materia prima di eccellente qualità.
L'avventura di Elio nel mondo agricolo inizia negli anni 80, altri
tempi per l'enologia italiana e anche per il Barolo. In quest'ottica va vista la scelta di abbandonare
una sicura e fruttuosa carriera di avvocato per tornare nella cascina di
famiglia a fare il contadino. Perché così vuol essere definito... contadino
ancor prima di produttore, a testimonianza del forte legame con il mondo rurale in cui é nato e che
ne fa un agricoltore langarolo e un vignaiolo vecchio stampo.
Alla guida della cantina insieme ad Elio troviamo il figlio Gianluca, con l'aiuto delle rispettive
moglie, per conduzione familiare nella gestione di vigne e cantina, che vanta
18 ettari vitati e una produzione di 80-90 mila bottiglie, di cui 35.000 a
marchio Barolo, suddivise in 3 cru. Il "Ginestra Casa Maté" e il
"Gavarini Chiniera", prima vendemmia targata 1978 di stampo più
tradizionalista che portano la firma di Elio, a cui si é aggiunto nel 1995 il
Rüncot Riserva, Barolo in stile "boys", dal taglio più modernista attraverso
l'utilizzo delle barriques, voluto da Gianluca e che sicuramente si
smarca dallo stile "monfortino" di Elio. Il resto della produzione vinicola
parla ovviamente di rossi langaroli, con Dolcetto d'Alba, Barbera d'Alba e Nebbiolo, a
cui si aggiunge l'unico bianco a base Chardonnay.
La bottiglia di cui scrivo oggi é il loro Barolo "Ginestra Casa Maté", annata 2005 (grande annata 4 stelle...), probabilmente il vino che meglio rappresenta il carattere di Elio e il terroir di Monforte. 14.000 bottiglie prodotte grazie alle uve ricavate da un vigneto con circa 40 anni di età, allevato a 300-350 metri su terreno calcareo-argilloso con esposizione a sud. In vigna vengono utilizzati esclusivamente rame e zolfo, con concimazione a base di letame naturale. La vendemmia manuale viene eseguita nella seconda decade di ottobre, mentre la vinificazione avviene in serbatoi di acciaio per un paio di settimane a temperatura controllata con rimontaggi giornalieri. Due anni di affinamento in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri, a cui seguono 8-10 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Il vino si presenta vestito
di un rosso granato piuttosto cupo, "nebbioleggia" nel bicchiere con
bella eleganza. Naso piuttosto fine ma persistente e di grande
complessità aromatica, di non facile interpretazione. Una sensazione calda e
vinosa, con leggera punta alcolica (14%vol.) che sorregge un bouquet dove
piccoli frutti rossi sotto spirito rimangono in secondo piano, dominati da sensazioni
eteree di fragranti profumi floreali, come violetta e rose appassite,
accompagnate da spezie dolci e piccanti, a cui si sommano note terrose e argillose sfumate di cuoio e tabacco. Non di grande intensità, ma la finezza e la
complessità di un grande Nebbiolo non tradiscono le aspettative. Ottima
corrispondenza gusto-olfattiva... la beva gioca più sulla finezza e meno
sull'eleganza. Domina infatti una trama tannica importante, con leggera
astringenza iniziale, che non impedisce al sorso di essere avvolgente e
materico, ottimamente bilanciato da buona acidità e sapidità, che conferisce
una piacevole tensione gustativa che ci introduce verso un finale di grande
persistenza.
Mi aspettavo un Barolo
classico, come tradizione comanda e non sono rimasto deluso.
Leggermente sgraziato, con un tannino non proprio vellutato e una struttura
importante che gli avrebbe permesso ancora parecchi anni di riposo in cantina.
Vino nobile e di razza é la perfetta espressione di una giornata tardo
autunnale passata tra i filari di Monforte... é la perfetta espressione del
carattere schivo, tenace e fiero dei contadini di Langa.
Prezzo in enoteca tra le
50-60 euro, in linea con i più rappresentativi Barolo che possiamo trovare
sugli scaffali. Sicuramente esborso importante ma meritevole (se possibile) di un
sacrificio economico, soprattutto per chi ama vini che sanno essere espressione
diretta del territorio di provegnenza. Ed essendo quello di Monforte un terroir
di grande importanza... ne consegue un vino di gran carattere.
Un grande Barolo nel segno
della tradizione.
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