Uno sguardo al passato per affrontare il futuro. Il 2014 enoico a Simo diVino parte da qui. E' tempo di bilanci, e come ho già fatto l'anno scorso, mi diverto a riassumere in un piccolo "The best of....", le più interessanti "stappate" dell'anno appena trascorso. Non ci sono state grandi discussioni per stilare la top ten, visto che sono l'unico a dover scegliere e che ho preso in considerazione solo le bottiglie recensite su questo blog. Non si tratta di una classifica e non ha pretese esaustive, non ho tenuto conto di assaggi volanti, fiere mercato e tavolate gogliardiche. Diciamo che si tratta di una selezione dei vini assaggiati dalla prima all'ultima goccia, vini di cui ho potuto farmi un'idea precisa e per molti di essi parlarne anche con i produttori. Probabilmente non si tratta nemmeno dei più buoni in assoluto (diciamo a livello organolettico), ma quelli che per un'insieme di motivazioni mi hanno maggiormente convinto e coinvolto. Eccovi quindi 5 bianchi, 5 rossi... più uno..., che hanno saputo segnare il mio 2013 enoico. Alcuni di voi li conoscono molto bene, per tutti gli altri qualche buon consiglio per gli eno-acquisti del 2014 !!. (clicca sul nome del vino per leggere la recensione completa!!)
Per gli appassionati di vini "naturali" il nome di Nino Barraco non é una novità. Il giovane vignaiolo con questo Grillo é riuscito ad esprimere vitigno, terroir e tradizione come pochi, grazie ad un bicchiere "esplosivo", dove
la complessità e la corrispondenza territoriale non sono per nulla
plasmate. Il vino é diretto e sfoggia fin da subito la sua carta di
identità... una materia importante arricchita ed equilibrata da
un'insieme di sentori e suggestioni che parlano a più non posso di
Sicilia e Marsala. Vino non perfetto, ma indubbiamente vivo, vero e
viscerale... troppo spesso si abusa del termine "vino di territorio", che invece calza a pennello per questo Grillo... la Sicilia racchiusa in un bicchiere!!
> CINQUE TERRE 2011 - D.O.C. - Forlini Cappellini
Come si fa a non innamorarsi dei vini di due vignaioli come Germana Forlini e Alberto Cappellini ?? 9.000 "eroiche" bottiglie prodotte a strapiombo sul mare, e il loro bianco é un simbolo esemplare del territorio mozzafiato e "tagliagambe" su cui crescono le viti vecchie di settant'anni. Bosco, Vermentino e Albarola danno vita ad un vino tagliente e verticale ricco di suggestioni di macchia mediterranea, sale marino, resina di pino, agrumi, rocce bagnate, erbe selvatiche, note salmastre... le Cinque Terre illustrate in un sorso... per un vino di terra figlio del mare.
> CINQUE TERRE 2011 - D.O.C. - Forlini Cappellini
Come si fa a non innamorarsi dei vini di due vignaioli come Germana Forlini e Alberto Cappellini ?? 9.000 "eroiche" bottiglie prodotte a strapiombo sul mare, e il loro bianco é un simbolo esemplare del territorio mozzafiato e "tagliagambe" su cui crescono le viti vecchie di settant'anni. Bosco, Vermentino e Albarola danno vita ad un vino tagliente e verticale ricco di suggestioni di macchia mediterranea, sale marino, resina di pino, agrumi, rocce bagnate, erbe selvatiche, note salmastre... le Cinque Terre illustrate in un sorso... per un vino di terra figlio del mare.
Quando si parla dei vini bianchi del Collio, si parla dell'eccellenza, soprattutto se si é al cospetto di un vignaiolo come Franco Terpin. Questa Ribolla é l'esempio di come deve essere un bianco macerato perfettamente. Un sorso che esprime carica, consistenza e originalità, ma senza dimenticare freschezza e bevibilità, una rocciosa e pungente mineralità carsica, una bella verticalità, ma anche una beva pulita e rinfrescante. Un grande vino "naturale" dall'equilibrio perfetto.
Ancora un bianco macerato.. evidentemente "me gusta"... ma in questo caso ad esaltarmi non é la macerazione perfetta, ma la macerazione estrema. Un vulcanico "orange wine" da uve Garganega, decisamente “punk”... non solo per essersi "volutamente declassato", ma perché qui a contare é
l’impatto, il ruvido, la vibra... le sonorità meno pulite ma più dirette. In secondo
piano la tecnica, la precisione stilistica, la pulizia nel suono.
Ma va bene così… il punk rock quando è troppo patinato non arriva al cuore e soddisfa solo i fighetti che giocano a fare gli alternativi. Vino da stage diving!!
Questo forse, meriterebbe il primo posto tra i bianchi bevuti quest'anno. Niente macerazioni in questo caso ma una grandissima Malvasia che punta alla qualità assoluta. Vinificazione in bianco e utilizzo di barriques, per un vino che esprime una complessità sottrattiva. Qui a colpire é la apparente semplicità, fatta di eleganza, finezza e grande pulizia. Tutti gli elementi che vai cercando in un grande vino bianco li ritrovi racchiusi in un equilibrio perfetto. Nicola Manferrari esprime nei suoi vini la complessità nella maniera più semplice possibile... come solo i grandi campioni sanno fare.
> MARCALEONE 2010 - Grignolino del Monferrato Casalese D.O.C. - Crealto
Siamo in Sardegna e quando si parla di un vino simbolo, che ha saputo segnare
la storia e il carattere di questa terra, non può non venire in mente la Vernaccia di Oristano. Dal color ambra e una consistenza che
ricorda i vini passiti, ma più fluido, esprime
caratteristiche "flor" di grande fascino, dalle nocciole tostate alle mandorle amare, amaretto,
frutta secca, nespole, canditi. Davvero eccellente e coinvolgente. E'
proprio un piacere perdersi con il naso dentro il bicchiere. Sublime. Vino storico e "old style" troppo spesso dimenticato. Non commettete questo errore!!
Concludo menzionando una serie di vini che per i più svariati motivi hanno saputo convincere il mio palato, ma che ho dovuto escludere dalla top ten... Due classici dell'enologia nostrana, vini dell'enologo con cui ho poco feeling ma che non posso discutere per la loro precisione stilistica, come il Montevetrano 2008 di Silvia Imparato e il Terre Brune 2008 di Santadi. Ma soprattutto ho dovuto scartare a malincuore dalla top ten il "materico" Vigna del Prey 2011 di Boschis, il "notturno" Under the Sky 2010 di Mattia Filippi, il Ser Balduzio 2006 di Fiorano, autentico Montepulciano di razza, il Nepomuceno (Esercizio n°7) di Cantrina, davvero un bel esercizio di stile. Menzione speciale per i due vini che più degli altri avrebbero meritato un posto tra i 10+1 del 2013. Il Vigneri Rosso 2010 di Salvo Foti un "signore" che ha saputo valorizzare e ridare dignità ad un territorio. Storia, tradizioni e la magia di queste antiche vigne aggrappate sull'Etna valgono molto di più di qualsiasi considerazione organolettica. Per concludere impossibile non menzionare Eugenio Rosi e il suo Anisos 2009. Lo sguardo, le mani, le parole, esprimono tutta la passione e le energie profuse da anni su e giù tra i filari delle montagne trentine e questo vino ne é espressione diretta.
Un buon 2014 enoico a tutti.
Leggi la top ten dell'anno scorso:
STAPPATI 2012... ECCO I MIGLIORI 10+1 LE PIU' INTERESSANTI BEVUTE DEL 2012
E’ vino da gustare e
non da degustare, la sua essenza è ben rappresentata in etichetta, una bella
tavola tra amici per un vino che esce dai salotti buoni, riappropriandosi della
sua funzione alimentare e conviviale. Tenetene sempre una bottiglia a portata
di mano, una pausa rigenerante durante una giornata di lavoro nei campi... un amico
che passa a trovarti durante l'ora di cena, o più semplicemente una bella
passeggiata tra le vigne... un bicchiere di Grignolino, un "panozzo"
con il salame, un bel pezzo di formaggio... e vi rimettete in pace con il
mondo. Gustoso ed appagante,
pulito e mai grasso, è l’antitesi del vino moderno. Ogni volta che bevi un
Grignolino, è un viaggio indietro nel tempo e il Marcaleone ne è un’ottima
espressione.
> NUDE 2005 - Campania Aglianico I.G.T. - Cantina Giardino
Ad entusiasmare é tutto quello che sta dietro ogni singola bottiglia prodotta dai soci/amici di Cantina Giardino... storie di amicizie, di rispetto per la terra, di amore e dissidenza. Storie di valorizzazione del territorio e delle uve autoctone... storie di antichi vigneti recuperati, di vino "naturale" in terra campana, storie di anziani conferitori artigiani e contadini, con la volontà di fare cultura e perché no reddito nel territorio. La grandezza di questo Aglianico, sta proprio nel saper integrare in un solo sorso, carattere e complessità, esprimere la stoffa del “grande” vino, rinunciando ad un po' di eleganza e finezza, ma mantenendo quel tocco di rusticità ed imperfezione che lo rendono incredibilmente verace e artigianale… Vino da “mangiare”!!
> CHIANTI COLLI SENESI 2008 - D.O.C.G. - Pacina
Il primo bicchiere mi ha lasciato un po' deluso, troppo ruvido e scomposto, poi mi ci sono tuffato dentro e me lo sono "goduto" fino all'ultima goccia, ed era da tempo che un rosso non mi regalava un così "rustico" appagamento. Da una parte abbiamo ancora chi persevera a produrre vini spesso legnosi e pesanti, seduti dopo il terzo bicchiere, dall'altra la contro-tendenza di sgrassare il più possibile, puntare sulla leggerezza, sullo stile "Borgogna"... ma per fortuna nel mezzo ci sono vini genuini come questo Chianti a cui poco importa della tendenze e riesce con innata semplicità ad esprimere l'autenticità e la ruralità del luogo in cui nasce. Sovversivo, perché sa essere contadino e artigianale, sa esprimere la potenza e il vigore che ti aspetti da un vino che non si piega alle tendenze e ti stupisce con una beva mai doma, ricca di succo e di polpa masticabile, che ci lascia felici e appagati, obbligandoci a leccarci le labbra una volta posato il bicchiere. Questo é il vino che ogni oste dovrebbe servire ai propri ospiti...
> NUDE 2005 - Campania Aglianico I.G.T. - Cantina Giardino
Ad entusiasmare é tutto quello che sta dietro ogni singola bottiglia prodotta dai soci/amici di Cantina Giardino... storie di amicizie, di rispetto per la terra, di amore e dissidenza. Storie di valorizzazione del territorio e delle uve autoctone... storie di antichi vigneti recuperati, di vino "naturale" in terra campana, storie di anziani conferitori artigiani e contadini, con la volontà di fare cultura e perché no reddito nel territorio. La grandezza di questo Aglianico, sta proprio nel saper integrare in un solo sorso, carattere e complessità, esprimere la stoffa del “grande” vino, rinunciando ad un po' di eleganza e finezza, ma mantenendo quel tocco di rusticità ed imperfezione che lo rendono incredibilmente verace e artigianale… Vino da “mangiare”!!
> CHIANTI COLLI SENESI 2008 - D.O.C.G. - Pacina
Il primo bicchiere mi ha lasciato un po' deluso, troppo ruvido e scomposto, poi mi ci sono tuffato dentro e me lo sono "goduto" fino all'ultima goccia, ed era da tempo che un rosso non mi regalava un così "rustico" appagamento. Da una parte abbiamo ancora chi persevera a produrre vini spesso legnosi e pesanti, seduti dopo il terzo bicchiere, dall'altra la contro-tendenza di sgrassare il più possibile, puntare sulla leggerezza, sullo stile "Borgogna"... ma per fortuna nel mezzo ci sono vini genuini come questo Chianti a cui poco importa della tendenze e riesce con innata semplicità ad esprimere l'autenticità e la ruralità del luogo in cui nasce. Sovversivo, perché sa essere contadino e artigianale, sa esprimere la potenza e il vigore che ti aspetti da un vino che non si piega alle tendenze e ti stupisce con una beva mai doma, ricca di succo e di polpa masticabile, che ci lascia felici e appagati, obbligandoci a leccarci le labbra una volta posato il bicchiere. Questo é il vino che ogni oste dovrebbe servire ai propri ospiti...
> ROSSO DI MONTALCINO 2009 - D.O.C. - Campi di Fonterenza
Montalcino non é solo Brunello e riesce a racchiudere la sua essenza anche nel suo rosso base... soprattutto quando porta la firma "natur" di Francesca e Margherita Padovani. Un bicchiere ricco di sfaccettature… un vino che non perde mai tono… struttura e persistenza, complessità… mai sulle gambe. E' gagliardo grazie ad una tensione sempre viva, territoriale, leggermente rustico ma con una sua eleganza... chiamiamola personalità, credo sia questa la parola giusta. Vino vero, autentico e senza trucchi, questa indubbiamente é la sua marcia in più… espressione di un grande terroir, della passione e dedizione del suo vignaiolo nell'accudirlo. Tutto questo si sente nel bicchiere e fa la differenza !
> BAROLO GINESTRA CASA MATE' - D.O.C.G. - Elio Grasso
Vino nobile e di razza, leggermente sgraziato, con un tannino non proprio vellutato e una struttura
importante... etereo, persistente e di grande
complessità aromatica... é la perfetta espressione di una giornata tardo
autunnale passata tra i filari di Monforte... é la perfetta espressione del
carattere schivo, tenace e fiero dei contadini di Langa. Gente come Elio Grasso, uno che vuol essere definito contadino ancor prima di produttore, a testimonianza del forte legame con il mondo rurale in cui é nato, che
ne fa un agricoltore langarolo e un vignaiolo vecchio stampo. Tradizionalista come il suo Barolo.
Montalcino non é solo Brunello e riesce a racchiudere la sua essenza anche nel suo rosso base... soprattutto quando porta la firma "natur" di Francesca e Margherita Padovani. Un bicchiere ricco di sfaccettature… un vino che non perde mai tono… struttura e persistenza, complessità… mai sulle gambe. E' gagliardo grazie ad una tensione sempre viva, territoriale, leggermente rustico ma con una sua eleganza... chiamiamola personalità, credo sia questa la parola giusta. Vino vero, autentico e senza trucchi, questa indubbiamente é la sua marcia in più… espressione di un grande terroir, della passione e dedizione del suo vignaiolo nell'accudirlo. Tutto questo si sente nel bicchiere e fa la differenza !
> BAROLO GINESTRA CASA MATE' - D.O.C.G. - Elio Grasso
Concludo menzionando una serie di vini che per i più svariati motivi hanno saputo convincere il mio palato, ma che ho dovuto escludere dalla top ten... Due classici dell'enologia nostrana, vini dell'enologo con cui ho poco feeling ma che non posso discutere per la loro precisione stilistica, come il Montevetrano 2008 di Silvia Imparato e il Terre Brune 2008 di Santadi. Ma soprattutto ho dovuto scartare a malincuore dalla top ten il "materico" Vigna del Prey 2011 di Boschis, il "notturno" Under the Sky 2010 di Mattia Filippi, il Ser Balduzio 2006 di Fiorano, autentico Montepulciano di razza, il Nepomuceno (Esercizio n°7) di Cantrina, davvero un bel esercizio di stile. Menzione speciale per i due vini che più degli altri avrebbero meritato un posto tra i 10+1 del 2013. Il Vigneri Rosso 2010 di Salvo Foti un "signore" che ha saputo valorizzare e ridare dignità ad un territorio. Storia, tradizioni e la magia di queste antiche vigne aggrappate sull'Etna valgono molto di più di qualsiasi considerazione organolettica. Per concludere impossibile non menzionare Eugenio Rosi e il suo Anisos 2009. Lo sguardo, le mani, le parole, esprimono tutta la passione e le energie profuse da anni su e giù tra i filari delle montagne trentine e questo vino ne é espressione diretta.
Un buon 2014 enoico a tutti.
Leggi la top ten dell'anno scorso:
STAPPATI 2012... ECCO I MIGLIORI 10+1 LE PIU' INTERESSANTI BEVUTE DEL 2012
Per l'ennesima volta....COMPLIMENTI STEFANO!
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