...non é il classico "vino dell'enologo", qui c'è una bella corrispondenza territoriale e nessuna ruffianaggine, però da un vino biologico mi aspetto sempre un "qualcosa in più" che ne marca il carattere...
Il Nobile di Montepulciano è uno dei vini toscani che sia
da un punto di vista mediatico che di consumi, sembra essere ancora poco
considerato. Almeno qui in patria difficilmente se ne parla e nonostante abbia
numeri importanti, il “bevitore” della domenica (identificabile più o meno in
quella tipologia di persona che acquista vino al supermercato e difficilmente
va oltre le 5-6 euro a bottiglia… ad eccezione di qualche grande occasione...),
solitamente non lo conosce. Ho fatto questa riflessione… io il Nobile lo bevo
sempre molto volentieri.. sono stato anche a Montepulciano e dintorni, secondo
me una zona fantastica, ricca di cultura, fascino e storia eppure anche a livello di
eno-turismo sembra esserci meno interesse rispetto alle vicina area del Chianti
o di Montalcino. Mi rivolgo a voi lettori esperti e all’interno del sistema
“commerciale” del vino per avere spiegazioni in merito.. io da appassionato e
wine-blogger posso abbozzare solo delle supposizioni…
Il primo pensiero è per
gli operatori e il consorzio… chiamiamolo con quella brutta parola che è
“marketing”… che forse si sia investito e puntato meno sull’aspetto
promozionale-pubblicitario-turistico rispetto, ad esempio, al marchio del Gallo
Nero? Che sia mancata un'unione di intenti tra i produttori consorziati? Può essere… ma vorrei fare delle riflessioni più centrate
sul vino… mediamente una bottiglia di Nobile si aggira sulle 15 euro… un po’ di
meno per le bottiglie da grande distribuzione, per poi salire oltre le 20 per
le versioni riserva ecc…. Ne consegue che la maggior fetta del mercato italiano
basato sulle G.D.O. e i vini sotto le 10 euro (ma anche meno)
predilige pescare tra le bottiglie di Chianti e Morellino più accessibili a
queste cifre. L’appassionato in grana, punta alle grandi firme dell’enologia
toscana (Sassicaia, Ornellaia, Solaia ecc…), la generazione 2.0
non solo rappresenta una piccola percentuale di consumatori, ma guarda soprattutto ai
vini “naturali” e artigianali, spesso originali, frutto del lavoro di piccole
cantine... e bisogna ammettere che nella zona del Nobile questa tipologia di
produttori non sembra aver trovato terreno fertile, quante cantine di Montepulciano vi é capitato di incontrare a La Terra Trema, Vinnatur, Vini Veri o a Fornovo? a memoria direi pochissime (mi viene in mente solo il Podere della Bruciata). Fatto sta, che la denominazione fatica ad emergere e gran parte della produzione finisce così all’estero… tutto questo, nonostante un vino che non tradisce mai le aspettative, che vanta origini
antiche, tanto da guadagnarsi la prima Docg italiana nel lontano 1980.
Con l'attenzione centrata su Chianti e Brunello, ad emergere sono soprattutto i grandi produttori con i loro cavalli di battaglia (come ad esempio Poliziano con l'Asinone) con qualche eccezione targata Boscarelli, ma oggi ho il piacere di assaggiare e di segnalarvi “Il Conventino” dei fratelli Brini, una
delle poche (e tra le prime) cantine di Montepulciano ad ottenere la certificazione biologica. 3 avvocati con la passione per l'eno-gastronomia, che nel 2003 decidono di acquistare Il Conventino, situato nel cuore della produzione del Vino Nobile. Ad oggi 23 ettari e 100.000 bottiglie, risultato di una viticoltura "sana", che punta esclusivamente sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, per ottenere vini che ben rappresentano la tradizione di questo territorio.
Il vino che vado a stappare é il loro Nobile di Montepulciano (prodotto anche nella versione riserva), annata 2010. Realizzato con il classico assemblaggio di uve locali 85% Sangiovese, 15% Colorino, Canaiolo e Mammolo, vinificazione a temperatura controllata in tini di acciaio e affinamento di 24 mesi in botti in rovere di Slavonia da 50 hl, a cui seguono 6 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca sulle 15-16 euro.
Il vino che vado a stappare é il loro Nobile di Montepulciano (prodotto anche nella versione riserva), annata 2010. Realizzato con il classico assemblaggio di uve locali 85% Sangiovese, 15% Colorino, Canaiolo e Mammolo, vinificazione a temperatura controllata in tini di acciaio e affinamento di 24 mesi in botti in rovere di Slavonia da 50 hl, a cui seguono 6 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca sulle 15-16 euro.
Nel bicchiere il colore è un rubino di buona intensità e concentrazione,
consistente ma non troppo, mantiene nel bicchiere una buona dinamicità. Una punta alcolica
(14%vol.) conferisce calore ad un quadro olfattivo di media importanza per complessità
e lunghezza. Non cercate qui spunti particolari e originali, ma un vino che si
lascia amare soprattutto per completezza ed equilibrio. Profumi piacevoli di
frutta rossa matura accompagnano note meno dolci di spezie piccanti e note balsamiche, per una beva
appagante, dove una trama tannica importante ma piuttosto morbida, accompagna un frutto dolce
e gratificante. Struttura e corpo importanti, ne fanno un vino a cui non manca nulla, dove tutto è ben equilibrato e assai godibile.
Insomma tutto quello che ti aspetti da un Nobile di Montepulciano lo trovi in questa bottiglia, diciamo pure "tradizionalista", per un vino da comprare a colpo sicuro, che non tradisce mai e ne giustifica l'esborso. Se vogliamo fare un appunto a "Il Conventino", (altrimenti che sto qui a fare!??) definirei questo rosso fin troppo "classico" nella sua precisione stilistica e nella sua sobrietà.
Come posso dire... non é il classico "vino dell'enologo", qui c'è una bella corrispondenza territoriale e nessuna ruffianaggine, però da un vino biologico mi aspetto sempre un "qualcosa in più" che ne marca il carattere e che qui, onestamente non ho trovato. Abbiamo parlato spesso su questo blog di "vini naturali" e delle loro peculiarità, a volte anche dei loro difetti (che a molti possono non piacere), ma che contribuiscono alla tipicità di quel vino... uno scatto in più rispetto all'enologia convenzionale, frutto non solo dell'approccio "natur" in vigna, ma anche di una "filosofia" di cantina senza trucchi, che tende in primis, a favorire l'espressione del vitigno. Ecco, nella sua classicità, nella sua perfezione e nel suo equilibrio a questo Nobile viene meno questo "scatto in più", come se l'approccio biologico fosse limitato alla vigna, mentre la ricerca del "vino ben fatto" in cantina, porta ad una bottiglia che fatica ad emergere all'interno della denominazione, relegandolo al ruolo di buon vino, ottimo se volete, ma come molti altri Nobili che possiamo trovare in enoteca a questo prezzo.
Peccato, speravo di aver finalmente trovato il mio "vinnatur" anche in quel di Montepulciano... rimane comunque un ottimo vino, di quelli da portare ad un invito a cena, perché nessuno palato rimarrà deluso. Nel complesso più che soddisfatto, anche se la dicitura vino biologico lasciava presagire voli pindarici che non ci sono stati, rimane comunque un gran bel classico. Forse anche questo é un esempio di come la D.O.C.G. del Nobile, pur al cospetto di una media qualitativa elevata, fatichi a decollare e ad attirare l'interesse dei nuovi eno-appassionati.
Insomma tutto quello che ti aspetti da un Nobile di Montepulciano lo trovi in questa bottiglia, diciamo pure "tradizionalista", per un vino da comprare a colpo sicuro, che non tradisce mai e ne giustifica l'esborso. Se vogliamo fare un appunto a "Il Conventino", (altrimenti che sto qui a fare!??) definirei questo rosso fin troppo "classico" nella sua precisione stilistica e nella sua sobrietà.
Come posso dire... non é il classico "vino dell'enologo", qui c'è una bella corrispondenza territoriale e nessuna ruffianaggine, però da un vino biologico mi aspetto sempre un "qualcosa in più" che ne marca il carattere e che qui, onestamente non ho trovato. Abbiamo parlato spesso su questo blog di "vini naturali" e delle loro peculiarità, a volte anche dei loro difetti (che a molti possono non piacere), ma che contribuiscono alla tipicità di quel vino... uno scatto in più rispetto all'enologia convenzionale, frutto non solo dell'approccio "natur" in vigna, ma anche di una "filosofia" di cantina senza trucchi, che tende in primis, a favorire l'espressione del vitigno. Ecco, nella sua classicità, nella sua perfezione e nel suo equilibrio a questo Nobile viene meno questo "scatto in più", come se l'approccio biologico fosse limitato alla vigna, mentre la ricerca del "vino ben fatto" in cantina, porta ad una bottiglia che fatica ad emergere all'interno della denominazione, relegandolo al ruolo di buon vino, ottimo se volete, ma come molti altri Nobili che possiamo trovare in enoteca a questo prezzo.
Peccato, speravo di aver finalmente trovato il mio "vinnatur" anche in quel di Montepulciano... rimane comunque un ottimo vino, di quelli da portare ad un invito a cena, perché nessuno palato rimarrà deluso. Nel complesso più che soddisfatto, anche se la dicitura vino biologico lasciava presagire voli pindarici che non ci sono stati, rimane comunque un gran bel classico. Forse anche questo é un esempio di come la D.O.C.G. del Nobile, pur al cospetto di una media qualitativa elevata, fatichi a decollare e ad attirare l'interesse dei nuovi eno-appassionati.
Di sicuro, è un vino delizioso, degno di essere provato. Complimenti per questa gustosa esperienza!
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