Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)
Maledetto autunno dei record!! Ritrovarsi ad inizio novembre in giardino a mezze maniche, non mi era mai successo... qui in prealpi tira aria di primavera... Pregustavo giornate uggiose da affrontare con del nebbiolo nel bicchiere e un bel brasato da compagnia a lentissima cottura... Ed invece mi è tornata a mille la voglia di un buon bianco fresco e un bel piatto di bigoli con le sarde.
Prima di andare a bomba sul VB1, devo obbligatoriamente fare una considerazione piuttosto banale e poco significativa, assolutamente soggettiva, ma altrettanto sincera, veritiera e determinante nella scelta di questo vino… credetemi sulla parola e datemi fiducia… i vini di Tenuta Selvadolce sono buonissimi, punto.
Tutto questo per giustificare le 22 euro che ho sganciato direttamente nelle mani del produttore al banco assaggi di Vini di Vignaioli... Non poche se consideriamo che i vini dovrebbero essere venduti al prezzo sorgente (trovato allo stesso prezzo on line...) e che il termine “scazzato” sembra il più adatto nel descrivere “l’entusiasmo” con cui il produttore ha accompagnato gli assaggi (per essere corretto dovrei dire persona dal carattere riservato e poco espansivo). Ragioni per cui avrei rinunciato molto volentieri all’acquisto… ma al cospetto di tanta bontà… occhi chiusi, mano al portafoglio, e tutto il resto (nel vero senso della parola!) é noia. A scanso di equivoci mi permetto comunque di sottolineare che il vino vale tutte le 22 euro spese. Se penso ad esempio ai bianchi macerati del Carso di cui tanto si parla ultimamente (vini eccellenti), si viaggia più o meno su prezzi di mercato e standard qualitativi simili a questo VB1. Quindi, non lo considero un vino caro in rapporto qualità/prezzo… Ma mi rimane il dubbio sulla correttezza del prezzo applicato ai privati che acquistano direttamente dal produttore (argomento sul quale non tornerò avendone già dibattuto abbondantemente nel post “Acquisti in cantina… a volte i conti non tornano”) ancor più se non sei a casa tua, ma in un contesto di fiera-mercato in cui è prevista la vendita al pubblico a prezzo sorgente. Discorso chiuso...
Maledetto autunno dei record!! Ritrovarsi ad inizio novembre in giardino a mezze maniche, non mi era mai successo... qui in prealpi tira aria di primavera... Pregustavo giornate uggiose da affrontare con del nebbiolo nel bicchiere e un bel brasato da compagnia a lentissima cottura... Ed invece mi è tornata a mille la voglia di un buon bianco fresco e un bel piatto di bigoli con le sarde.
Prima di andare a bomba sul VB1, devo obbligatoriamente fare una considerazione piuttosto banale e poco significativa, assolutamente soggettiva, ma altrettanto sincera, veritiera e determinante nella scelta di questo vino… credetemi sulla parola e datemi fiducia… i vini di Tenuta Selvadolce sono buonissimi, punto.
Tutto questo per giustificare le 22 euro che ho sganciato direttamente nelle mani del produttore al banco assaggi di Vini di Vignaioli... Non poche se consideriamo che i vini dovrebbero essere venduti al prezzo sorgente (trovato allo stesso prezzo on line...) e che il termine “scazzato” sembra il più adatto nel descrivere “l’entusiasmo” con cui il produttore ha accompagnato gli assaggi (per essere corretto dovrei dire persona dal carattere riservato e poco espansivo). Ragioni per cui avrei rinunciato molto volentieri all’acquisto… ma al cospetto di tanta bontà… occhi chiusi, mano al portafoglio, e tutto il resto (nel vero senso della parola!) é noia. A scanso di equivoci mi permetto comunque di sottolineare che il vino vale tutte le 22 euro spese. Se penso ad esempio ai bianchi macerati del Carso di cui tanto si parla ultimamente (vini eccellenti), si viaggia più o meno su prezzi di mercato e standard qualitativi simili a questo VB1. Quindi, non lo considero un vino caro in rapporto qualità/prezzo… Ma mi rimane il dubbio sulla correttezza del prezzo applicato ai privati che acquistano direttamente dal produttore (argomento sul quale non tornerò avendone già dibattuto abbondantemente nel post “Acquisti in cantina… a volte i conti non tornano”) ancor più se non sei a casa tua, ma in un contesto di fiera-mercato in cui è prevista la vendita al pubblico a prezzo sorgente. Discorso chiuso...
Passiamo oltre… e parliamo di cose
belle… iniziate a guardarvi questo video girato tra i filari della Tenuta
Selvadolce… e lustratevi gli occhi... uno spettacolo vitato incastonato tra cielo e mare… siamo sulle alture di Bordighera…
vicino al “festivaliero” comune di San Remo e a pochi km dal confine con la
Francia. 7 ettari di tenuta (che comprende anche uliveti) e vigneti dislocati in due zone distinte (A Ciapissa per il Rossese e Selvadolce per i bianchi) condotti dal 2004 con metodi biodinamici da Aris Blancardi, che trasforma così in vitivinicola quella che era l'azienda floricola di famiglia.
Siamo al cospetto di un produttore "naturale", responsabile e rispettoso dell'ambiente e dell'uomo. In vigna zero pesticidi e concimi chimici, mentre in cantina si lavora senza additivi e "terapie" che possono in qualche modo prevaricare l'identità finale del vino. Così a Selvadolce vengono prodotte poche bottiglie di qualità, un Rossese di Dolceacqua e poi i tre bianchi VB1 da Vermentino in purezza e due versioni di Pigato (Rucantù e il Crescendo).
Siamo al cospetto di un produttore "naturale", responsabile e rispettoso dell'ambiente e dell'uomo. In vigna zero pesticidi e concimi chimici, mentre in cantina si lavora senza additivi e "terapie" che possono in qualche modo prevaricare l'identità finale del vino. Così a Selvadolce vengono prodotte poche bottiglie di qualità, un Rossese di Dolceacqua e poi i tre bianchi VB1 da Vermentino in purezza e due versioni di Pigato (Rucantù e il Crescendo).
Il vino che stappo è il VB1 2010,
ottenuto in purezza, con solo uve di proprietà a base Vermentino, da vigneti
affacciati sul mare con circa 40 anni di età e rese di 50ql/ha. La raccolta
manuale delle uve avviene in vendemmie differenziate. Le fasi di macerazione,
fermentazione alcolica spontanea ed affinamento, avvengono in barriques sulle
fecce fine per circa12 mesi, cui seguono 6 mesi di bottiglia. Nessun controllo
delle temperature, filtrazioni e chiarifiche. Solo 1800 bottiglie prodotte.
Colore vivo, di un giallo piuttosto
carico e dai riflessi oro, non brillantissimo, velato e senza trasparenze,
leggermente intorbidito… E’ stilisticamente un vino che mi piace molto… la
macerazione ne condiziona lo stile, ma senza forzature ed estremismi, senza
snaturarne la forte identità territoriale. Ne esce un vino tridimensionale,
originale e piacevole al sorso, ricco di sfumature e sfaccettature che si
intrecciano e si scambiano di ruolo, mantenendo il tutto in un equilibrio perfetto che ne esalta il sorso. Se cercate la Liguria nel bicchiere, qui la trovate nei richiami forti di macchia
mediterranea, nei profumi aromatici del timo e della salvia, dei pini marittimi, nella salinità, nei sentori salmastri, e nelle note ossidative. Il sorso non manca di verticalità e tensione, quasi a ricordare le giornate invernali spazzate dalla brezza marina, senza dimenticare di
“coccolarci” con il suo carattere più solare ed estivo, nella presa materica
che ammorbidisce e da sostanza al palato, nel retrogusto dolciastro di pesca
matura e mandorle, nei profumi che richiamano le fioriture primaverili. Pieno, lungo, avvolgente, senza perdere in freschezza.
Tanta roba insomma... ho una certa passione per i bianchi liguri... spinto dalla bellezza paesaggistica... forse sono un po' di parte... ma rimane indiscutibilmente uno dei migliori assaggi della Riviera di Ponente. Se oltre che buono fosse stato anche simpatico... sarebbe di diritto uno dei miei vini del cuore...
Tanta roba insomma... ho una certa passione per i bianchi liguri... spinto dalla bellezza paesaggistica... forse sono un po' di parte... ma rimane indiscutibilmente uno dei migliori assaggi della Riviera di Ponente. Se oltre che buono fosse stato anche simpatico... sarebbe di diritto uno dei miei vini del cuore...
ottima recensione (come sempre) di un ottimo bianco.....il crescendo di selvadolce secondo me (ho assaggiato solo due annate) è il migliore pigato della liguria.....
RispondiEliminaSaluti da una maccaiosa Genova
Mirko....
grazie Mirko per essere passato... tieni sott'occhio anche il pigato di Bruna... qui ho scritto della sua versione "top"
RispondiEliminahttp://simodivino.blogspot.it/2014/10/u-baccan-2009-riviera-ligure-di-ponente_14.html