martedì 10 luglio 2012

CHÂTEAUNEUF DU PAPE 2009 - A.O.C. - Armand Dartois

...Davvero un buon vino dall'ottimo rapporto qualità/prezzo, sicuramente una buona scappatoia per chi va cercando bottiglie che sappiano regalarci sensazioni "diverse".


Chi segue il blog sa che qui i vini bevuti sono principalmente "Italian Style", ma ogni tanto può capitarmi tra le mani l'occasione per addentrarmi nell'internazionale, campo che sto studiando e nel quale sto iniziando ad addentrarmi lentamente, come nel caso di questa bottiglia di Châteauneuf-du-Pape del 2009. 

Siamo nella valle del Rodano, la terza area vitivinicola francese per importanza (esperti concordate?) dopo la Borgogna e Bordeaux. Questa regione é enologicamente (e anche geograficamente considerando i 50km che separano le due aree) suddivisibile in due parti. Il Rodano Settentrionale é rappresentato dalle celebri denominazioni Côte-Rôtie ed Hermitage, con l'uva Syrah grande protagonista, mentre il Rodano Meridionale ha come fiore all'occhiello la denominazione Châteauneuf-du-Pape con l'uva Grenache a farla da padrone, ma che viene assemblata con una dozzina di altre tipologie di uve (Syrah, Mourvèdre, Cinsaut, Muscardin, Counoise ecc...). 

La bottiglia che vado ad assaggiare l'ho acquistata per 12 euro presso la Metro, un Cash and Carry che rifornisce soprattutto ristoratori e baristi. Ogni tanto ci faccio un giro sfruttando la tessera del suocero, perché é dotata di un bel reparto enoteca con prezzi abbordabili e anche qualche bottiglia interessante, soprattutto d'oltralpe, trattandosi di una catena di distribuzione francese. 

Prodotta da Armand Dartois viene imbottigliata da l'Union de Vignerons des Côtes du Rhône. Diciamo pure bottiglia acquistata sulla fiducia, in quanto non conosco il produttore, ma si sa, quando una bottiglia é una "bella bottiglia" difficilmente potrà deludermi e così é stato anche questa volta, pur essendo lontani dalle eccellenti produzione di Château de Beaucastel, Chapoutier, Domaines E. Jeune, Guigal ecc... 

Nel bicchiere si presenta di color rosso rubino piuttosto scuro, con unghia porpora. Non pensate però ad un vino scuro e concentrato, appare invece piuttosto fluido e trasparente, dinamico e pulito. Al naso é intenso e persistente, quasi pungente attacca vinoso e con decisa vena alcolica (14%vol), ma ha la capacità di aprirsi regalandoci un bouquet molto variegato, elegante e piuttosto fine. I profumi sono belli presenti, potenti e concentrati, ma mai rotondi o avvolgenti, risultando sempre spinti e freschi. C'è una base di frutta rossa non troppo matura, ciliege sotto spirito, ribes, frutti selvatici, accompagnati da suggestioni mediterranee e balsamiche, c'è il dolce della liquirizia ma anche aromi come alloro, timo e olivo. Un bouquet particolare, diverso dai soliti blend a cui spesso siamo abituati. Il taglio qui non é bordolese e si sente. Al palato buona corrispondenza con il naso, sia nella freschezza di beva, sia nella sua vena acidula, con un tannino bello presente e ancora piuttosto spigoloso. Manca sicuramente in calore, polpa e rotondità, lasciando la sensazione di un vino che avrebbe meritato ancora qualche anno di riposo per definirsi "pronto". Un po' mi spiace non aver avuto la pazienza di "saperlo aspettare", bisogna però riconoscere come già da giovane sia un vino estremamente bevibile, amabile e piuttosto interessante. Niente marmellata, polpa e zuccheri a go go, ma anche al palato ritroviamo delle piacevoli suggestioni provenzali e un bel finale lungo e balsamico. 

Davvero un buon vino dall'ottimo rapporto qualità/prezzo, sicuramente una buona scappatoia per chi va cercando bottiglie che sappiano regalarci sensazioni "diverse". Quando acquisto a prezzi piuttosto contenuti vini di denominazioni piuttosto prestigiose, sono sempre piuttosto scettico, ma in questo caso sono comunque rimasto piacevolmente sorpreso.

Bottiglia bevuta in solitaria durante una serata da single... una di quelle sere in cui sei a casa da solo e ben ci stai, ti prepari qualcosa di buono e ti stappi una bottiglietta che ti tiene compagnia ai fornelli e accompagna la cena che hai dignitosamente preparato. Nel mio caso pappardelle al ragù e una formaggella francese di cui non ricordo il nome, mentre mi sparo a buon volume (e me la canto anche…) una compila d’annata con i vecchi pezzi dei Litfiba, diciamo la discografia fino al 1990. 

Detto così può sembrare “na tammarrata” ma per quelli della mia generazione i vecchi Litfiba sono stati un gruppo importante, quei "cattivi maestri" che hanno segnato la nostra adolescenza. E poi senza nemmeno pensarci troppo, la Francia è sempre stata la seconda patria per la band di Pelù e Ghigo, vuoi per i francesismi nei testi di alcuni pezzi, vuoi per lo spirito e il look un po’ gitano che da sempre gli accompagna e li avvicina culturalmente al sud del Francia e "indirettamente" alla bottiglia di Châteauneuf-du-Pape, che ben interpreta le caratteristiche di questo territorio. 

Se vi capita a tiro provatela, poi mi saprete dire... magari prendetene due bottiglie, così una la stappate tra qualche anno per coglierne le ulteriori evoluzioni.

1 commento:

  1. Bellissima recensione .... l'ho bevuto la scorsa notte kn famiglia ottima scelta e piacevole scoperta abbinato a polenta e arrosto al barolo....seguiti da formaggio erborinato e stagionati vari......ottima beva un vino da provare e da ri......godersi. ciao e grazie Daniele

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