mercoledì 20 aprile 2011

CABERNET SAUVIGNON 2008 - Isonzo del Friuli D.O.C. - Angoris

...certi spigoli possono essere un pregio, un esempio di come, pur partendo da un vitigno internazionale come quello del Cabernet Sauvignon, si riesca a produrre un vino che ben rappresenta un territorio duro e roccioso come quello friulano, ma al sottoscritto resta la sensazione di un vino ancora non pronto, a cui manca equilibrio e corpo, rusticità e tempra.


Ho già fatto qualche considerazione in merito ai vini friulani, durante la recensione della Zorzettig e più precisamente del loro Cabernet Franc 2008. 

Oggi invece, vi racconto della Angoris vini, una delle più grandi realtà vitivinicole della regione, nata nel lontano 1648, oggi si attesta tra le più conosciute realtà vitivinivole friulane sia in Italia che all'estero, con ben 130 ettari vitati e 850.000 bottiglie prodotte. La fantastica tenuta della famiglia Locatelli é dislocata tra le più importanti aree a D.O.C, ovvero Collio, Colli Orientali del Friuli e Isonzo. 

Come per molti altri produttori della zona, i vini meglio riusciti sono sicuramente i bianchi, Ribolla Gialla in primis, ma é di un rosso che parliamo oggi, un Cabernet Sauvignon del 2008, prodotto nell'area dell'Isonzo D.O.C. con uve Cabernet al 100%. 

Per produrre questo vino, circa 10 giorni di fermentazione e sei mesi di affinamento in botti di rovere. Un vino tutto sommato giovane, dalla gradazione alcolica non elevatissima (12,5%vol.) e dal carattere nervoso. 

Nel bicchiere decisamente fluido e limpido, di un rosso rubino intenso e brillante. Al naso é piuttosto delicato e gradevole, niente di particolarmente inebriante, poca spinta alcolica, con sentori erbacei e speziati caratteristichi che sovrastano una base aromatica di frutti a bacca rossa. Niente di indimenticabile, con una persistenza discreta, ma mi sento di affermare che "il naso" rimane il punto di forza di questo vino, gradevole e vinoso nell'insieme. Al palato invece, pur con buona struttura risulta (almeno per i miei gusti) un po' troppo snello e fresco, con una vena acidula persistente che va a crescere durante la degustazione. Sapido e asciutto, di medio corpo e dal finale erbaceo e acidulo. 

Nel complesso una discreta bevuta, per un vino che da una parte convince (si ha comunque la sensazione di bere un vino di spessore e non un vinello di bassa qualità) e dall'altra non convince a pieno, con quella punta di acidità che infastidisce proprio. 

Per alcuni certi spigoli possono essere un pregio, un esempio di come, pur partendo da un vitigno internazionale come quello del Cabernet Sauvignon, si riesca a produrre un vino che ben rappresenta un territorio duro e roccioso come quello friulano, ma al sottoscritto resta la sensazione di un vino ancora non pronto, a cui manca equilibrio e corpo, rusticità e tempra.

Tenendo conto del costo (sulle 8 euro), posso affermare che il mercato, soprattutto quello dei piccoli produttori, riesce ad offrire bevute molto più interessanti. Nella continua sfida alla ricerca del buon vino al giusto prezzo, con questo Cabernet della tenuta Angoris ho fatto un mezzo passo falso, ma come ho già detto é un giudizio condizionato più dal gusto personale che da una considerazione tecnica. 

Per prima cosa nel vino cerchiamo poesia e sensazioni positive... e in questa occasione ne abbiamo avute poche.

domenica 10 aprile 2011

CARMIGNANO RISERVA 2007 - D.O.C.G. - Artimino

...All'olfatto da il meglio, abbastanza pungente e vinoso, persistente vena alcolica...che ben sorregge un bouquet pieno e variegato...

Quando cerco una bottiglia buona e voglio stupire un po' gli ospiti, con questo Carmignano Riserva vado sul sicuro. Per prima cosa so di offrire un ottimo vino, che si lascia facilmente apprezzare e per secondo se non avete ospiti esperti in materia (intendo quelli che conoscono solo Chianti, Brunello e Morellino), potete incuriosirli con un vino che non hanno mai bevuto. 

Il Carmignano é un vino conosciuto più all'estero che in Italia, ma che ha cospetto dei grandi numeri si é guadagnato nel 1990 l'appellativo D.O.C.G., in un area agricola ristretta, che comprende solo due comuni della provincia di Prato, ovvero Poggio a  Caiano e Carmignano, da cui prende il nome. Possiamo dire che si tratta quasi di un vino "minore", dalla piccola produzione con circa 2000hl. e solo una decina di produttori. 

Trattasi di un blend, ovvero un vino composto da più varietà di uve in percentuali diverse, che in questo caso si compongono di Sangiovese al 50% minimo, Canaiolo fino al 20%, Cabernet Franc e Sauvignon dal 10 al 20%. Per questo Carmignano del 2007, essendo una riserva, é necessario un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere.

Il produttore in questione é Artimino, che ha sede proprio a Carmignano, un vero e prorprio borgo con appartamenti, hotel, ristorante e anche una fattoria di ben 732 ettari, di cui 84 vitati. Per questa bottiglia reperibile presso la grande distribuzione, il prezzo di acquisto si aggira sulle 10€. 

Alla mescita buona fluidità e bel colorito rosso rubino con riflessi granata, piuttosto brillante. All'olfatto da il meglio, abbastanza pungente e vinoso, persistente vena alcolica (siamo sui 13.5%vol.) che ben sorregge un bouquet pieno e variegato, con un tappeto di frutti di bosco che lascia traspirare note di spezie, vaniglia e legno. Al palato si dimostra eccessivamente snello e un filo acidulo, (molto meglio in questo senso, la versione del 2006, più rotonda e calda), asciutto e di buona sapidità, equilibrato con tannini soffici e di bevuta facile. Buon finale persistente dove si fanno sentire i 2 anni di invecchiamento in botte, con un retrogusto amarognolo, come di tostato. Una articolata struttura che conferisce al Carmignano importanza e carattere. 

Nel complesso pur avendo trovato questa versione del 2007 leggermente meno pronta rispetto al 2006, devo ammettere che siamo sempre al cospetto di un prodotto qualitativamente eccelso, dal rapporto qualità/prezzo adeguato. 

Lasciatelo pure invecchiare qualche anno, potrebbe maturare ancora un po' e smussare qualche spigolo a favore di una maggior rotondità. Lasciatelo respirare almeno due ore prima della mescita e accompagnatelo con cacciagione e zuppe toscane. Temperatura di servizio sui 20°C.

martedì 5 aprile 2011

VALPOLICELLA SUPERIORE 2008 - D.O.C. - Duca del Frassino - Cantina di Soave

...Sicuramente non un prodotto di grande qualità e dalle particolari caratteristiche, ma di pronta beva, decisamente snello e di facile presa. Ideale per cene non troppo elaborate e per chi non ama vini troppo austeri o tostati.


Voglio essere veloce e conciso in merito a questo Valpolicella Superiore della linea Duca del Frassino prodotto dalla Cantina di Soave. In merito a questa storica cantina veronese ho già scritto qualcosa nella recensione del loro bianco Soave Classico, quindi eviterò di ripetermi e passo veloce a raccontarvi del vino...

Annata 2008 per questo classico della Valpolicella Superiore, gradazione alcolica sui 12.5%vol., assemblaggio di uve Corvina, Molinara e Rondinella raccolte a mano, vinificazione tradizionale e 12 mesi di maturazione in botti di rovere. 

Prima di scrivere del bevuto devo fare un doveroso appunto... ho stappato e bevuto questo vino a cena, esattamente un paio di giorni dopo aver bevuto il Solaia del 2000, devo quindi ammettere che il giudizio in merito a questo vino é un po' condizionato dal ricordo dell'ottimo bevuto di qualche giorno prima.. quindi, cari lettori, rivedete il mio giudizio al rialzo, potrei essere ingiustamente severo. E' come vedere giocare il Barcellona e due giorni dopo una squadra di serie C... non so se mi spiego... 

Comunque, di color rosso rubino vivace, fluido e dinamico alla mescita. L'aroma é di discreta intensità, nulla di sensazionale, poca potenza alcolica e sentore fruttato (frutta rossa) per nulla inebriante. Al palato poco sapido, ma comunque morbido, leggero e amabile. Fresco, decisamente piacevole e poco impegnativo, un vino a tutto pasto, di discreta struttura e dai tannini morbidi. Di medio corpo.

Sicuramente non un prodotto di grande qualità e dalle particolari caratteristiche, ma di pronta beva, decisamente snello e di facile presa. Ideale per cene non troppo elaborate e per chi non ama vini troppo austeri o tostati. 

Nel complesso apprezzabile, senza infamia ne lode, volendolo paragonare ad altri Valpolicella bevuti direi che siamo sui livelli del Valpolicella Zardini, ma forse un pelo sotto al Rizzardi che pur avendo caratteristiche similari, si lascia maggiormente apprezzare per aromaticità e freschezza. Essendo questa una versione "Superiore", mi aspettavo qualcosa di più impegnativo. Sul rapporto qualità/prezzo non posso dire molto essendo un vino che mi hanno regalato, comunque direi che in commercio il giusto prezzo sia sulle 6/7 euro...non di più..

domenica 3 aprile 2011

DONNAS 2004 - Vallée d'Aoste D.O.C. - Caves Cooperatives de Donnas

...una bella dimostrazione di vino austero, rustico e strutturato che ben rappresenta una territorio e una cultura a volte difficile e poco incline all'internazionalità. 


Ammetto di aver acquistato questa boccia quasi esclusivamente per curiosità... la curiosità di poter finalmente assaggiare un vino della Valle d'Aosta. Qualche volta mi é capitato di recarmi in alcune località sciistiche della zona (Champorcher), sud-est della regione, appena si entra in Valle d'Aosta, alla prima uscita Pont-St.Martin, svoltando a sinistra si arriva proprio nel comune di Donnas, dove si possono osservare aggrappati a pendii scoscesi, i muretti a secco che creano dei piccoli terrazzamenti, dove sono impiantate le vigne da cui si ricava questo tipico D.O.C.

Inutile dire che essendo a pochi km dal Piemonte , anche qui a farla da padrone é il Nebbiolo (da queste parti denominato Picotendro). In questa zona, nel 1971 un insieme di viticoltori, ottenuta la denominazione di origine controllata per il loro vino denominato Donnas, hanno deciso di unirsi e fondare la cooperativa vinicola Caves de Donnas, come la conosciamo oggi, piccola e interessante realtà produttiva con 26 ettari vitati e 150.000 bottiglie prodotte l'anno.

Specialità delle casa é ovviamente il Donnas, prodotto sia nella versione classica, che in quella riserva, come l'eccellente Valle D’Aosta Doc Donnas Superieur Vieilles Vignes prodotto con uve Nebbiolo in purezza. 

Nel nostro caso oggi assaggiamo la versione "normale", annata 2004, 13%vol., prodotta per l'85% da uve Nebbiolo e il resto da Freisa e Neyret. Successivamente ben 24 mesi di invecchiamento in botti di rovere. 

Nel bicchiere si presenta di color rosso rubino scuro, con riflessi granato dovuti all'invecchiamento. Molto fitto e impenetrabile. Al naso é un bel pugno in faccia. Forse aver stappato troppo tardi la bottiglia non ha consentito al vino di "aprirsi" completamente, e così all'olfatto risulta particolarmente intenso, alcolico e piuttosto chiuso, di grande impatto, davvero notevole, con una base aromatica a base di frutti rossi e neri, ma soprattutto aromi floreali e di spezie, soprattutto chiodi di garofano e pepe nero. Al palato buona corrispondenza con il naso, l'ho trovato piuttosto austero, leggermente astringente e un po' spigoloso, sapido e caldo, di grande impatto, rustico, di buon corpo e struttura, con un finale persistente e importante, che rilascia un retrogusto amarognolo con una leggera punta di acidità. 

Sicuramente non siamo al cospetto di un vino armonico, dal grande e equilibrio ed eleganza, piuttosto, pur con qualche spigolo di troppo, si dimostra un vino dal grande "terroir", una bella dimostrazione di vino austero, rustico e strutturato che ben rappresenta una territorio e una cultura a volte difficile e poco incline all'internazionalità. 

Bene così... un vino non omologato ma molto caratteristico; vale un po' il discorso affrontato con i rossi della Valtellina, vini "montanari", faticosi e difficili da coltivare, un'altra dimostrazione del valore e del carattere dei vini prodotti con il "nebbiolo da montagna". 

Avendo stappato il vino con meno di mezz'ora di anticipo, mi riserbo la bevuta di un'altra bottiglia per poter dare un giudizio complessivo più corretto. Nel mio caso il bevuto é risultato un po' troppo carico e austero, ma questo é un vino che ha dimostrato grande carattere e struttura, un vino vero che sicuramente potrà darmi grandi soddisfazioni. 

Metteteci pure che lo trovate ad una cifra tra le 9-10euro, un buon rapporto qualità/prezzo per un rosso comunque importante e tosto. Accompagnatelo a piatti di selvaggina e formaggi saporiti, ma soprattutto lasciatelo ossigenare almeno 2/3 ore, così da poter meglio apprezzare i profumi del Nebbiolo e renderlo più facile alla beva. Servire a 20/22 °C. 

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ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

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da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

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...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.