domenica 3 aprile 2011

DONNAS 2004 - Vallée d'Aoste D.O.C. - Caves Cooperatives de Donnas

...una bella dimostrazione di vino austero, rustico e strutturato che ben rappresenta una territorio e una cultura a volte difficile e poco incline all'internazionalità. 


Ammetto di aver acquistato questa boccia quasi esclusivamente per curiosità... la curiosità di poter finalmente assaggiare un vino della Valle d'Aosta. Qualche volta mi é capitato di recarmi in alcune località sciistiche della zona (Champorcher), sud-est della regione, appena si entra in Valle d'Aosta, alla prima uscita Pont-St.Martin, svoltando a sinistra si arriva proprio nel comune di Donnas, dove si possono osservare aggrappati a pendii scoscesi, i muretti a secco che creano dei piccoli terrazzamenti, dove sono impiantate le vigne da cui si ricava questo tipico D.O.C.

Inutile dire che essendo a pochi km dal Piemonte , anche qui a farla da padrone é il Nebbiolo (da queste parti denominato Picotendro). In questa zona, nel 1971 un insieme di viticoltori, ottenuta la denominazione di origine controllata per il loro vino denominato Donnas, hanno deciso di unirsi e fondare la cooperativa vinicola Caves de Donnas, come la conosciamo oggi, piccola e interessante realtà produttiva con 26 ettari vitati e 150.000 bottiglie prodotte l'anno.

Specialità delle casa é ovviamente il Donnas, prodotto sia nella versione classica, che in quella riserva, come l'eccellente Valle D’Aosta Doc Donnas Superieur Vieilles Vignes prodotto con uve Nebbiolo in purezza. 

Nel nostro caso oggi assaggiamo la versione "normale", annata 2004, 13%vol., prodotta per l'85% da uve Nebbiolo e il resto da Freisa e Neyret. Successivamente ben 24 mesi di invecchiamento in botti di rovere. 

Nel bicchiere si presenta di color rosso rubino scuro, con riflessi granato dovuti all'invecchiamento. Molto fitto e impenetrabile. Al naso é un bel pugno in faccia. Forse aver stappato troppo tardi la bottiglia non ha consentito al vino di "aprirsi" completamente, e così all'olfatto risulta particolarmente intenso, alcolico e piuttosto chiuso, di grande impatto, davvero notevole, con una base aromatica a base di frutti rossi e neri, ma soprattutto aromi floreali e di spezie, soprattutto chiodi di garofano e pepe nero. Al palato buona corrispondenza con il naso, l'ho trovato piuttosto austero, leggermente astringente e un po' spigoloso, sapido e caldo, di grande impatto, rustico, di buon corpo e struttura, con un finale persistente e importante, che rilascia un retrogusto amarognolo con una leggera punta di acidità. 

Sicuramente non siamo al cospetto di un vino armonico, dal grande e equilibrio ed eleganza, piuttosto, pur con qualche spigolo di troppo, si dimostra un vino dal grande "terroir", una bella dimostrazione di vino austero, rustico e strutturato che ben rappresenta una territorio e una cultura a volte difficile e poco incline all'internazionalità. 

Bene così... un vino non omologato ma molto caratteristico; vale un po' il discorso affrontato con i rossi della Valtellina, vini "montanari", faticosi e difficili da coltivare, un'altra dimostrazione del valore e del carattere dei vini prodotti con il "nebbiolo da montagna". 

Avendo stappato il vino con meno di mezz'ora di anticipo, mi riserbo la bevuta di un'altra bottiglia per poter dare un giudizio complessivo più corretto. Nel mio caso il bevuto é risultato un po' troppo carico e austero, ma questo é un vino che ha dimostrato grande carattere e struttura, un vino vero che sicuramente potrà darmi grandi soddisfazioni. 

Metteteci pure che lo trovate ad una cifra tra le 9-10euro, un buon rapporto qualità/prezzo per un rosso comunque importante e tosto. Accompagnatelo a piatti di selvaggina e formaggi saporiti, ma soprattutto lasciatelo ossigenare almeno 2/3 ore, così da poter meglio apprezzare i profumi del Nebbiolo e renderlo più facile alla beva. Servire a 20/22 °C. 

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