giovedì 10 gennaio 2013

MARCALEONE 2010 - Grignolino del Monferrato Casalese D.O.C. - Crealto

Gustoso ed appagante, pulito e mai grasso, è l’antitesi del vino moderno. Ogni volta che bevi un Grignolino, è un viaggio indietro nel tempo e il Marcaleone ne è un’ottima espressione. 


Siamo nel Monferrato Casalese, provincia di Alessandria... quasi al confine con quella di Asti, zona di eccellenza per la produzione del Grignolino... vino scandalo, vino dispari, vino difficile e poco redditizio ma profondamente amato (cit. Maurizio Gily riportata sulla retro-etichetta del Marcaleone). E io ci aggiungo pure, vino dimenticato... Quando ero un "bocia" mio padre lo comprava sempre... non so perché ma me lo ricordo. Arrivava "l'uomo del vino" e insieme alle damigiane di Barbera, consegnava sempre un paio di cartoni di Grignolino. Era il vino buono, quello da stappare nei giorni di festa. Oggi non lo compra più come una volta, ma se gli chiedi il nome di un buon vino, sicuramente nominerà anche il Grignolino... Profondamente amato (cit.).

Abitudini e gusti dei consumatori sono cambiati, si é globalizzato tutto, vino compreso e il Grignolino per anni non se l’è filato più nessuno, dimenticato. Troppo chiaro e troppo acido, poca polpa, pochi zuccheri e zero legno... in poche parole... fuori moda. Ultimamente sembra esserci un ritorno di interesse, ma vini come il Grignolino, il Ruchè o il Boca (giusto per restare in Piemonte) sono ancora poco conosciuti ai più. Fortunatamente, grazie a vignaioli "veri", che hanno tenuto duro nel segno della tradizione e dell'identità territoriale, oggi possiamo ancora godere di questi vini “senza compromessi”. 

Il "movimento mediatico" generato da Mondovino, che ha aperto gli occhi a molti appassionati, ma soprattutto la "svolta" critica di Veronelli, il fiorire di manifestazioni dedicate ai vini veri, naturali e di territorio, la nascita della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti e perché no, la voce "senza conflitto d'interessi" di alcuni wine-blogger, hanno risvegliato l'interesse verso i piccoli produttori e i vini autentici. Parlare di rinascita può essere eccessivo, ma é sicuramente di buon auspicio la sfida raccolta da alcuni giovani vignaioli, che hanno deciso di salvaguardare le tradizioni e valorizzare, anche attraverso un'agricoltura più sostenibile, il terroir di cui sono custodi. Crealto e il Marcaleone ne sono un esempio...
Ad Alfiano Natta, in loc. Cardona, provincia di Alessandria, nasce quasi 50 anni fa un'azienda vitivinicola col nome dell'ex vigneron Carlo Quarello, affascinante ed erudito personaggio, noto a tutti in zona come "Il maestro del grignolino". Insieme al figlio Valerio ha per molti anni condotto vigna e cantina e si è fatto conoscere ai più con il suo Grignolino Crè Marcaleone, sfidando chi non credeva in quel vino così di nicchia ed "anarchico" e chi lo prendeva per pazzo a non sfruttare il fantastico terroir limoso-argilloso.  (crèia significa argilla in piemontese ed in francese!!), per la coltivazione di vitigni più "nobili" quali Barbera e Nebbiolo che comunque, col tempo, sono arrivati. (Crealto)

Dal 2008 questa importante eredità é stata raccolta da quattro ragazzi genovesi, che anima e cuore hanno dato vita all'azienda vitivinicola e agriturismo Crealto. Guardare al futuro facendo un passo indietro, ovvero tornare ad occuparsi della terra e lavorare in campagna, quella che i nostri genitori, "accecati" dal boom economico hanno abbandonato negli anni 60. Una scelta che amo definire "politica" nella sua eccezione più ampia, radicale e coraggiosa... una scelta fatta di rischi ma anche di libertà. Se un "mondo diverso é possibile", riappropriarsi della terra, ripopolare le campagne, combattere il cemento con forme di agricoltura sostenibile, é un buon punto di partenza, un buon esempio, per guardare al futuro con maggior ottimismo e speranza. 

Ho chiesto ad Eleonora vignaiola e "boss" di Crealto, insieme a Luigi, di raccontarci la loro esperienza... "A me e Luigi lo spirito “sovversivo” non è mai mancato, nemmeno la voglia di respirare aria di campagna e vedere solo, o quasi, verde. Se a questo uniamo i tragici anni che hanno contraddistinto il nostro ingresso nel mondo degli adulti, politicamente, economicamente, socialmente e culturalmente parlando, la scelta di diventare un tassello della nuova civiltà contadina, sembrava obbligato. La nostra passione immensa per il vino ci ha portato a tentare il tutto e per tutto, coinvolgendo emotivamente ed economicamente (ahimè, il rilevare un'azienda vinicola non è propriamente “popolare”) le nostre povere famiglie, per diventare vignaioli e con l'aiuto di Elisa ed Andrea, i cuochi di famiglia, ristoratori. E noi ripaghiamo il destino magnanimo e la natura, che ci regala meravigliosi frutti, non trascurando mai la componente etica nel nostro lavoro".

Oggi quattro anni dopo, posso dire (e spero di non sbagliarmi), che i ragazzi di Crealto ce l'hanno fatta e i frutti del loro lavoro sono sotto gli occhi (e dentro i bicchieri) di tutti. La scelta "sovversiva" abbinata alle pratiche "natur" nella gestione della vigna, hanno permesso al terroir di esprimersi al meglio e regalarci vini, la cui naturalezza si sente in bocca. Utilizzo di pratiche biologiche e biodinamiche, salvaguardia della bio-diversità del vitigno, zero fitofarmaci, zero concimi chimici e diserbanti. Vini genuini e senza trucchi, solforosa ridotta all'osso, utilizzo di lieviti indigeni, nessuna chiarifica, filtrazioni limitate ed utilizzo dei legni misurato. In tutto fanno quasi 5 ettari vitati (un paio a Grignolino) e una produzione di quasi 15.000 bottiglie (3.500 di Marcaleone), a completamento Nebbiolo e Barbera (di cui vi racconterò in futuro). Le uve Grignolino provengono da un vigneto impiantato più di mezzo secolo fa, fermentano e affinano in acciaio inox (8 mesi circa), a cui si sommano 2/3 mesi in bottiglia. Abbiamo quindi a che fare con un vino giovane e di pronta beva… quindi niente indugi… e passiamo all’assaggio…

Alla vista si presenta magro e dinamico, limpido e luminoso vestito di un rosso rubino scarico con sfumature arancio. Un po’ lampone… un po’ ginger :-). Anche all’olfatto è piuttosto scarico, persistenza, intensità e profondità non sono caratteristiche che gli appartengono. Qui si punta maggiormente sulla freschezza e la fragranza, grazie ad una buona dose di acidità... Inizialmente pungente e vibrante, successivamente sottotraccia, a dar man forte alle delicate note di lampone, agrumi e una leggera speziatura. Il segreto del Grignolino sta tutto nella beva. Nella sua semplicità gustativa, si dimostra fin dai primi sorsi vino dalla spiccata bevibilità. Fresco, croccante, dinamico, acidulo, vivo, reattivo, slanciato, teso, tannico e vibrante. La sua naturalezza produttiva te la ritrovi nel bicchiere sotto forma di leggerezza e freschezza, così come una bella tensione minerale, che rendono la beva netta ed essenziale, a ricordarci il terroir di provenienza ed un'autunnale cartolina dal Monferrato. Gustoso ed appagante, pulito e mai grasso, è l’antitesi del vino moderno. Ogni volta che bevi un Grignolino, è un viaggio indietro nel tempo e il Marcaleone ne è un’ottima espressione. 

E’ vino da gustare e non da degustare, la sua essenza è ben rappresentata in etichetta, una bella tavola tra amici per un vino che esce dai salotti buoni, riappropriandosi della sua funzione alimentare e conviviale. Io l'ho bevuto con il coniglio alla ligure (anche se in verità più di mezza bottiglia é andata mentre il coniglio lo cucinavo..) ed é stata un'accoppiata felice, ma potete abbinarlo con molti piatti, soprattutto carni grasse e saporite, tipo il capretto al forno, ma anche con (alcune) tipologie di pesce e perché no, fresco durante le calde serate estive. 

Il Marcaleone é un vino da comprare in abbondanti quantità... tenetene sempre una bottiglia a portata di mano, una pausa rigenerante durante una giornata di lavoro nei campi... un amico che passa a trovarti durante l'ora di cena, o più semplicemente una bella passeggiata tra le vigne... un bicchiere di Grignolino, un "panozzo" con il salame, un bel pezzo di formaggio... e vi rimettete in pace con il mondo. Chiamatelo se volete (e non é un vezzeggiativo!) vino da pic-nic o da spuntino!! Per le accoppiate eno-musicali vi consiglio i conterranei Yo Yo Mundi. Sono alessandrini (Acqui Terme) e con il loro combat-folk, ben si sposano ad un combat-wine come il Marcaleone.

Da bere senza precauzioni, grazie ai pochissimi solfiti e ad una gradazione alcolica non eccessiva (12.5%vol.), ma anche grazie ad un prezzo accessibile… tra le 9-10 euro in enoteca, 7 in cantina... Considerando la futura apertura dell'agriturismo, penso di avervi dato più di un valido motivo per passare a trovare Eleonora e soci... 

Non tutti lo conoscono, non tutti lo amano, per molti un vino minore, per alcuni é un vino anarchico e dissidente, sicuramente "no-global" nel suo essere "viva" espressione territoriale, nel suo essere vino "non amologato". Se vogliamo vino "di nicchia" e anche per questo lo sentiamo un po' nostro e "Profondamente amato" (cit.)

11 commenti:

  1. vado ot solo per dire che oggi ho comprato a 22 euro una bottiglia di Barbaresco Sorì Burdin 2004 Fontanabianca dopo aver letto la tua recensione

    saluti Benux

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    1. Benux così mi responsabilizzi!! :-)
      Vedrai che ti piacerà e devo ammettere che hai fatto un buon affare a 22 euro. A me piave, é un Barbaresco bello tosto, stappalo con un po' di anticipo... inizialmente ti sembrerà forte e alcolico, ma poi vien fuori..

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  2. Ho appena commentato anche io quel post! Io l ho comprato oggi, annata 2007...trovata al supermarket a 12 euro e venti...Salute!

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    1. questo é davvero un prezzaccio... mi piacerebbe però fare un'indagine su annata e quant'altro.. 12 euro per un barbaresco é quasi un prezzo da imbottigliatore, a maggior ragione che il sorì burdin in enoteca viaggia sulle 30euro.

      http://eshop.casettavini.com/store/barbaresco-docg-2007-sori-burdin-gr14-fontanabianca-p-2549.html

      http://www.inarteveritas.eu/home/barbaresco-sori-burdin-2007-detail.html?category_id=6

      Onestamente non mi tornano i conti... bisogna indagare, stiamo parlando di un barbaresco prodotto in 6000 unità, che affina in barrques nuove, da una cantina che ha un approcio "quasi" naturale (tanto da essere menzionata sulla guida Vini naturali d'Italia), e a conduzione familiare. 5 grappoli sulla guida AIS, 2 bicchieri gambero rosso ecc... non che ci freghi, a noi interessa il vino ma che ci fa al supermercato a 12 euro? Come fanno a starci dentro?. I conti non tornano... avevo già contattato Fontanafredda via mail per chiedere delucidazioni, quando qualcuno mi avvisò di averlo trovato sulle 17 euro presso la gdo, ma non mi hanno mai risposto.
      So solo che a quanto sta scritto su Slow food, dal 2010 sono passati dalla bottiglia bordolese all'albeisa, con una veste grafica rinnovata (anche il loro sito é under costruction)... ma non mi sembra un valido motivo per venderlo a 1/3 del suo valore commerciale... davvero un mistero la svalutazione di questo vino...
      Comunque... a 12 euro rimane un prezzo strepitoso, qualsiasi cosa sia successa!!
      Va bè Marco, salute a te e dimmi che te ne pare... se qualcuno sa chiarire l'equivoco della svalutazione di questo ottimo Barbaresco... ci fa un piacere...

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  3. pensavo di aver fatto io un buon affare a 22, certo che a 12 è veramente assurdo poi tutto sommato Fontanabianca è un etichetta medio piccola non pensavo si trovasse anche nella GDO.
    Oppure la 2007 ha visto cambiare qualcosa nella produzione da giustificare questo prezzo boh.

    Saluti Benux

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  4. Avevo già trovato un altra perla a 6 euro e 50..Valgella 2002 Motalli. Bottiglia singola, c'era solo quella anche in magazzino. Ho appena ricomprato la Riserva di questo Valgella di Motalli, annata 2006..qui c'è qualche bottiglia in più...si parla che in cantina costa 9 euro più iva e io l ho pagato 10,20...il Barbaresco mi sembra seguire le linee della tua degustazione..ottimo...2007 annata calda, magari pronto prima..ma visto che non ha difetti ma solo pregi chissà come è potuto succedere che un Grande Vino per le guide si trovi al supermarket ad un prezzo stracciato!!! Salut..

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  5. forse vi confondete con fontanafredda

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  6. Anonimo, non esageriamo!!! Vuoi vedere lo scontrino e la bottiglia??? Vai su facebook..

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  7. Ebbene si, sono appena stato al supermercato... dovevo comprare un po' di roba... non potevo non buttare l'occhio nel reparto vini...e ho trovato il fontanabianca sorì burdin 2006... tra l'altro non l'hanno nemmeno piazzato nella zona dei vini più importanti (il classico scaffale in legno che fa molto enoteca...) ma era sullo scaffalone da 1000 e più bottiglie, tra l'altro subito dopo una serie di vini francesi, prezzo nel varesotto per il 2006, 17.5euro... una via di mezzo tra Marco e Benux, comunque siamo a metà prezzo rispetto a quello "ufficiale"... il mistero continua...

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  8. la mia spiegazione plausibile è che siano rimasti con troppe annate recenti invendute e abbiamo deciso di monetizzare vendendo qualche annata recente nella GDO tramite qualche buyer, me errore madornale che svilisce il marchio perchè o sei una catina enorme (tenute san guido, ornallaia gaja ecc ) oppure rischi di sputtanarti a vendere la tua bottiglia di punta così sottocosto nella GDO.

    Saluti Benux

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