sabato 19 ottobre 2013

KLAUSNER GRAUER BURGUNDER 2012 - Alto Adige D.O.C. - Armin Kobler


...una ventata fresca e tagliente... quello che ci si aspetta da un caratteritico vino di montagna. 


Concludo la prima parte di "Passaggi Etilici" dopo la pausa estiva con un bianco molto interessante (come spesso accade quando si parla di Alto Adige) prodotto da Armin Kobler, vignaiolo altoatesino di cui ho tanto (e bene) sentito parlare, ma del quale, almeno fino ad oggi, non avevo ancora stappato (anzi svitato!) nulla... quindi grande curiosità.

Andiamo con ordine.. casa e cantina di Kobler si trovano a Magrè, provincia di Bolzano, al numero 36 della "Strada del Vino", come dire segno del destino... Praticamente siamo a metà strada tra Bolzano e Trento, nel sud del Sud Tirolo, quasi al confine tra l'Alto Adige e il Trentino. 4.5 ettari vitati, 2 dei quali, consentono una produzione di 14.000 bottiglie, il tutto a partire dalla vendemmia 2006, quando Armin e Monika decidono di utilizzare una parte delle uve per creare una propria linea di vini, mentre il resto del raccolto continua ad essere venduto alla cantina sociale. Diversi i vigneti, tutti dislocati nel comune di Magrè ad un'altezza di poco superiore ai 200 metri, su terreni che si differenziano per composizione... calcarei vicino al paese, sabbio-limosi quelli ad est e a sud. Ogni appezzamento ha il suo vitigno e ogni vitigno da vita ad un vino,  spazio quindi a Chardonnay, Pinot Grigio e Gewurztraminer per i bianchi, Merlot per i rossi. 

Il Kobler-wine che finalmente vado a stappare (svitare) si chiama Klausner, che corrisponde proprio al nome dell'appezzamento acquistato da Kobler nel '72 dove vengono coltivati il Pinot Grigio e Merlot. Esistono quindi due Klausner, uno rosso a base Merlot e il Grauer Burgunder che mi appresto a bere.... si tratta di un vigneto a pergola semplice con oltre 40 anni di età, con densità di circa 3.300 ceppi per ettaro, coltivato su terreni sabbio-limosi. Sia la vinificazione sulle fecce fini che la maturazione, avvengono in acciaio inox. 

Due note sulla bottiglia... perché anche l'occhio vuole la sua parte e una brutta bottiglia non piace a nessuno... bella nell'idea e nel design l'etichetta, dove i rettangoli stanno ad indicare in forma stilizzata i vari appezzamenti, con il rettangolo colorato che indica il vigneto del vino in questione. Curiosità, niente sughero e tappo a vite, produzione limitata a 2500 unità e prezzo medio in enoteca sulle 14 euro.
 
Nel bicchiere veste un giallo paglierino tenue e scarico, fluido, pulito, di grande trasparenza. Naso non troppo complesso ma intrigante. Gioca su note piuttosto fini, dove una venatura dolciastra che ricorda la frutta a pasta bianca (pere, mele) e biancospino, viene accompagnata da una spiccata mineralità rocciosa e verticale, prima di chiudere su note vegetali leggermente amarognole. Naso fresco, fine, pungente, con buona persistenza. La beva percorre la linea olfattiva, vino leggero e fresco, si beve con piacere nella costante alternanza tra le componenti... frutto non troppo maturo, bella acidità e sapidità, vena minerale decisa che rende il sorso sempre teso e pungente… buon corpo e finale più lungo di quanto mi aspettasti, con retrogusto amarognolo assai piacevole. Una componente alcolica piuttosto elevata (14%vol.) che lascia stupiti, considerando che non influisce negativamente la beva, anzi aiuta complessivamente a dare un pizzico di calore e persistenza al tutto… per un vino, che a parte qualche spigolo iniziale, gioca su un equilibrio “quasi” perfetto, fine e leggero ma al contempo teso ed energico.

Che dire, farovolmente colpito da questo Pinot Grigio stilisticamente preciso, apparentemente semplice ma di bella tensione gustativa... Armin Kobler si dimostra vignaiolo attento e capace, preciso e meticoloso nella cura della vigna e nel lavoro in cantina... con l'obbiettivo finale di ottenere il meglio dalle proprie uve...  un cyber vignaiolo sempre pronto ad aggiornare gli appassionati attraverso il suo blog senza veli. 

Insomma c'è tecnica, stile e tanto territorio... se spesso vi siete ritrovati nel bicchiere bianchi alto atesini grassi e robusti, che ricordano certi vini da uve stramature del sud... questo Grauer Bunrgunder non vi deluderà perché é una ventata fresca e tagliente... quello che ci si aspetta da un caratteristico vino di montagna. 

Un vino che in virtù anche dell'ottimo rapporto qualità prezzo, é "quasi" imperdibile.

2 commenti:

  1. Ho conosciuto i vini di Kobler a Genova a TerroirVino quest'anno, mi sono piaciuti subito, oltre al fatto che Armin è persona squisita ed attenta alle impressioni che suscita il suo vino. Nel bicchiere ci finisce tutta l'attenzione e la cura che mette nel fare il vino.

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  2. vini espressivi e rigorosi... come dici tu grande attenzione..tipicamente alto-atesina direi.. bella scoperta anche per me..

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