domenica 24 febbraio 2013

NEPOMUCENO (ESERCIZIO N°7) - Benaco Bresciano I.G.T. - Az. Agr. Cantrina

I nomi dei vini, le etichette, gli assemblaggi, le note degustative mai scontate, l'approccio "libero" alla materia, tutto rimanda alla filosofia di Cantrina, dove i vini diventano un libero esercizio di stile.


Assimilato l'interessante focus sui vini sardi, riparte Passaggi Etilici, ovvero Simo diVino alla "voce" e Avionblu in "console"... per un trittico di vini moderno/tradizionale/naturale... e questa volta il buon Andrea, mi "smazza" una interessante bottiglia dal nome alquanto particolare e prodotta da una piccola e creativa cantina della Valtenesi, sponda bresciana del lago di Garda.

Siamo virtualmente ospiti di Cristina Inganni e Diego Lavo, moglie e marito... studi presso l'Accademia delle Belle Arti per lei, agronomo lui... connubio perfetto per realizzare il progetto Cantrina, piccola realtà di 6ha da cui si ricavano 25/30.000 bottiglie, in grado di legare il territorio grazie alle conoscenze in materia di Diego e l'estro artistico e un po' visionario di Cristina. A completare questa realtà familiare la consulenza del team enologico Zymè che ben si amalgama con lo stile di Cantrina.

Per questa azienda agricola nata negli anni novanta, l'approccio alla vigna é stato molto sperimentale, così come i suoi vini, indirizzandosi soprattutto sui vitigni internazionali. Ma a partire dal 2000 con l'ingresso di Diego si é iniziato a lavorare sulle uve autoctone, valorizzando il terroir a disposizione e puntando su una scrupolosa gestione del vigneto ad elevata densità d'impianto.

Possiamo quindi inquadrare Cantrina come una realtà piuttosto giovane, dove convogliano diverse sinergie e attitudini, che ama slegarsi dal concetto "classico" di vino, legato alle denominazioni, per realizzare attraverso un "libero esercizio di stile", vini figli della sperimentazione e della creatività, avvalendosi della più snella IGT. I nomi dei vini, le etichette, gli assemblaggi, le note degustative mai scontate, l'approccio "libero" alla materia, tutto rimanda alla filosofia di Cantrina, dove i vini diventano un libero esercizio di stile.

E così, alla linea di vini "consolidata" (oltre mal Nepomuceno abbiamo il Groppello, il Rosanoire, lo Zerdì, il bianco Rinè, il passito Sole di Dario e il rosso dolce Eretico), viene affiancata da un'etichetta denominata proprio "Libero esercizio di stile" dove ogni anno sotto questa etichetta, viene proposto e sperimentato un vino nuovo. Anche sulla retro etichetta non troverete mai indicate le annate ma il progressivo numero "dell'esercizio". Insomma mi verrebbe da dire... che se le inventano tutte!!

Entrando nello specifico dello stappato odierno... andiamo ad assaggiare il vino più importante di Cantrina, ovvero il Nepomuceno, un vino a base Merlot, con una piccola aggiunta delle locali uve Rebo e Marzemino (circa 70 e 30%), ricavato da un piccolo vigneto impiantato nel 1998 di un ettaro e poco più, con una resa inferiore ai 50hl/ha. Incuriosisce sicuramente il particolare nome di questo vino, che fa riferimento al sacerdote boemo che è raffigurato nella pala d’altare presente nella piccola chiesa di Cantrina. Per il resto macerazione e fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata e affinamento di 24 mesi in barriques e tonneaux. Produzione annua di circa 6000 bottiglie.

Nel bicchiere veste un rosso rubino scuro con riflessi violacei, intenso e concentrato, impenetrabile e profondo. Decisamente poco snello, ma di grande pulizia. Al naso esce il carattere del Merlot, c’è intensità e persistenza, il frutto è tondo e pieno, con frutta nera ultramatura, dolciastro ma mai banale, sottotraccia ecco la pungente spinta alcolica (15%vol.) accompagnare le più amarognole note erbacee e vegetali, prima di chiudere lungo, su sentori speziati e balsamici. Un bel bouquet articolato, carico e pieno, intrigante e mai piacione o banale come a volte capita con certi Merlot costruiti a tavolino. Anche la beva riesce ad essere piacevole ed intrigante. E’ un vino importante e di grande struttura, con una trama tannica fitta ma piuttosto fine, che riesce a donare un tocco di eleganza ad un vino che di base è piuttosto robusto. Caldo, corposo, riempie bene la bocca, quasi grasso con quel frutto marmellatoso masticabile, ma anche qui assaporiamo un vino mai scontato, c’è una mineralità di fondo che snellisce la beva, una piacevole sapidità, accompagnata da note leggermente salmastre e vegetali (peperoni) che evitano al vino di rimanere seduto su stesso o eccedere in sensazioni zuccherine. Il finale è lungo, profondo, piacevole e balsamico. 

Un gran bel Merlot e se volete il complimento vale doppio considerando che il sottoscritto non è proprio un fan della categoria. Al di la dei gusti personali devo ammettere che questo Nepomuceno mi ha convinto fin da subito, proprio per la sua capacità di non scendere mai a compromessi, dimostrandosi roccioso e grassottello (diciamo che un bicchiere dopo l'altro, la beva può risultare abbastanza pesantina...) come ci si aspettava, ma anche in grado di sfoggiare nerbo e carattere, lasciando a chi beve la sensazione di un vino ben fatto tecnicamente, ma che riesce a mantenere un tocco di rustica artigianalità che lo rendono un cavallo di razza.


Chiudo qui per non dilungarmi troppo, ma devo ammettere di essere rimasto positivamente sorpreso per due ragioni, o meglio due forme di diffidenza... una verso il Merlot, essendo il sottoscritto più nebbiolista che merlottiano (che volete i gusti son gusti.. e preferisco vini più pungenti che rotondi), l'altra nei confronti delle cantine che puntano molto sulla sperimentazione, sul "famolo strano", che spesso si rivelano tutto "fumo" e poco "arrosto". Fortunatamente questo non é il caso di Cantrina, il loro Nepomuceno é un vino che "spacca" e i loro "liberi esercizi di stile" sono fatti con competenza. 

Amanti del Merlot siete avvisati... il Nepomuceno puo' diventare uno dei vostri vini preferiti, una piccola-grande chicca da acquistare e custodire gelosamente, é un vino longevo e chissà quali interessanti evoluzioni potrà avere da qui a una decina di anni. Prezzo di acquisto di poco sopra le 20 euro (lo trovate qui) per questo grande vino di piccola cantina.

2 commenti:

  1. A quel che mi risulta Celestino Gaspari (Zymé) non è più consulente di Cantrina da almeno 4-5 anni ...

    RispondiElimina
  2. Grazie per l'aggiornamento... :-)
    Ricordo come sempre, che questo é un blog aperto a tutti, chiunque abbia aggiornamenti, informazioni aggiuntive, correzioni e quant'altro per rendere i contenuti più interessanti e completi é sempre il benvenuto, aiuta me e chi legge questo blog...

    RispondiElimina

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