giovedì 27 dicembre 2012

GRIGIANO 2007 - Rosso Conero Riserva D.O.C.G. - Az. Agr. Villa Malacari


...un vino ottimo a cui però manca qualcosina (soprattutto in eleganza) per diventare grande. A suo favore la capacità di esprimere senza troppi compromessi il carattere dell'uva e del suo territorio.  


Ritorno virtualmente nelle Marche e più precisamente nella bellissima area del promontorio del Conero.  Ho scollinato da quelle parti un anno e mezzo fa circa e come vi avevo raccontato in una precedente recensione, ho fatto visita (e qualche acquisto) nella storica cantina Malacari, alle porte di Offagna, viticoltori dal 1668. Dopo aver stappato il loro Rosso Conero base e aver dimenticato in cantina il riserva, è arrivato il momento di assaggiare il loro Grigiano D.O.C.G. 

L ’Az. Agr. dei Conti Malacari Misturi di Grigiano é diretta da Alessandro Starrabba Malacari e attualmente vi si produce solo vino, con circa 19 ettari coltivati a uva Montepulciano. Nel corso degli anni l'azienda si é sempre più concentrata nella produzione di vini di qualità, puntando sul lavoro in vigna e il controllo di tutta la filiera produttiva, coltivando uve autoctone e valorizzando un terroir unico come quello del Conero. 

Il Grigiano 2007, é una selezione prodotta in 6500 bottiglie da uve Montepulciano in purezza, proveniente da un vigneto di 3,7 ettari, impiantato nel 1971 sulla collina di Grigiano (da qui il nome), che si trova proprio nel comune di Offagna. Un terreno a base di roccia calcarea, sabbie arenarie e argilla, con una resa di solo 30-40 ql/ha. La produzione di questo vino avviene in maniera tradizionale, con la raccolta manuale delle uve in ottobre, una fermentazione di 8-15 giorni con le bucce ed un invecchiamento di circa 18-24 mesi in botti di rovere nuove da 500L., a cui segue (senza alcuna filtrazione) un anno di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione. 

Quello che vado a stappare è un vino “qualitativamente” e “organoletticamente” di ben altro spessore rispetto alla versione base, pur mantenendo il carattere “forte” e territoriale che contraddistingue i vini di Malacari. Nel bicchiere si presenta di un rosso rubino intenso e profondo, piuttosto denso e concentrato, impenetrabile, ma che nel contempo riesce a mantenere una bella eleganza. Come sempre l’esame visivo ci fa capire molte cose su quello che ci attenderà alla beva e al naso… e così sarà anche in questo caso… rilevandosi un vino tosto ma dalle interessanti sfumature. Sicuramente non manca d’intensità e persistenza, grazie anche ad una vena alcolica (14.5% vol.) che conferisce potenza ad un bouquet concentrato, come i sentori di frutta rossa matura che esprime (marasca e prugne), accompagnate da note legnose e tostate, ma anche menta, tabacco, pepe e sensazioni terrose. Una varietale articolata, a cui manca purtroppo un po’ di fragranza e slancio, poco aperta e sempre uguale dal primo all’ultimo bicchiere. Al palato conferma questa tendenza, un vino deciso, di struttura e corpo, pieno e caldo, piuttosto tannico ed austero, un po' astringente. Forse meritava ancora qualche mese in cantina. La sensazione di fondo é quella di un vino forte e tosto, ma che riesce anche a sfoggiare una buona dose di sensazioni gustative che lo rendono assai piacevole e bevibile. Manca un po' in dinamicità e freschezza, ma una buona dose di sapidità, favorisce la beva. Piace per la sua consistenza polposa e il suo retrogusto dolciastro, con sentori di frutta rossa matura e note di liquirizia e vaniglia, che vanno ad equilibrare l'austerità iniziale, regalandoci un finale lungo e piacevole.

Complessivamente una bevuta più che valida, anche se rimane la sensazione di un vino ottimo a cui però manca qualcosina (soprattutto in eleganza) per diventare grande. A suo favore la capacità di esprimere senza troppi compromessi il carattere dell'uva e del suo territorio. 

Acquistato direttamente in cantina per 17 euro circa (non pochissime, visto che è all’incirca lo stesso prezzo con cui veniva venduto in enoteca un paio di anni fa... e qui si potrebbe riaprire la tanto discussa questione del prezzo sorgente… di cui sono sostenitore), oggi si aggira sulla ventina, ma consideratelo un investimento, é un vino di struttura e non si offende se dimenticato in cantina. Lasciare svinare almeno un'oretta e accompagnatelo a piatti di cacciagione, stufati o formaggi saporiti. 

Per gli amanti dell'abbinamento musica-vino vi propongo un'accoppiata regionale tra il Grigiano e i pesaresi Soviet Soviet. Ok, i ragazzi di marchigiano non hanno nulla e direi che hanno anche ben poco da spartire con i conti Malacari, ma il loro post-punk é maledettamente teso e sferzante, in grado di piazzare un pezzo come Lokomotiv, che sembra direttamente forgiato in un'acciaieria dell'est europeo. C'è qualcuno a Pesaro, che sembra aver sottoscritto il patto di Varsavia. Difficile pensare (ed ascoltare) i Soviet Soviet davanti ad un bicchiere di Grigiano, ma come il Rosso Conero sanno essere intensi, tesi, austeri e persistenti (andate a vederli live se vi capita!)... ma in fondo con i loro richiami new wave, sanno anche emozionare... entrambi due espressioni marchigiane dal grande potenziale.

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