...la convinzione che il vino buono lo fa soprattutto la vigna, che a renderlo unico é soprattutto il lavoro nella campagna, tra i filari quindi, dove terreno e clima influiscono il carattere del vino molto più della mano del sommelier in cantina.
Torniamo a parlare di Bardolino e dopo aver assaggiato la "popolare" e "piaciona" versione del "Duca del Frassino" proposta dalla Cantina di Soave, andiamo da chi la storia di Bardolino e del suo vino la scrivono da oltre 100 anni.
Torniamo a parlare di Bardolino e dopo aver assaggiato la "popolare" e "piaciona" versione del "Duca del Frassino" proposta dalla Cantina di Soave, andiamo da chi la storia di Bardolino e del suo vino la scrivono da oltre 100 anni.
Stiamo parlando della famiglia Lonardi e della loro azienda agricola Costadoro, simbolo di tradizione e autentica passione per il vino della sponda orientale del lago di Garda.
Il termine "Terroir" calza a pennello quando si parla dei vini Costadoro. L'azienda è infatti situata proprio nel comune di Bardolino, ed é specializzata nella produzione di Bardolino in tutte le sue forme (Classico, Superiore, Novello, Barricato, Chiaretto, Broi ecc.. ) con uve coltivate negli antichi vigneti di proprietà della famiglia Lonardi.
Di padre in figlio si é giunti con Valentino alla terza generazione di vignaioli, con un importante filo conduttore che da sempre contraddistingue la qualità dei vini Costadoro, ovvero la convinzione che il vino buono lo fa soprattutto la vigna, che a renderlo unico é soprattutto il lavoro nella campagna, tra i filari quindi, dove terreno e clima influiscono il carattere del vino molto più della mano del sommelier in cantina.
In poche parole, qui si é capito che tra tutti i fattori che possono influire sul carattere del vino, quello del "terroir" é fondamentale e poco importa se i loro vini possono apparire poco "moderni" o "piacevoli", l'importante é che il bevuto sia la corretta rappresentazione del vitigno, della collina, dell'annata, del clima ecc...
A scanso di equivoci, se vi sembro esagerato nel "santificare" i vini Costadoro, non sono un parente del sign. Valentino Lonardi (che spero presto di poter andare a trovare nella sua cantina), non posso neanche definirmi uno sfegatato amante ed intenditore dei vini Bardolino, tanto che questa bottiglia di Broi l'ho acquistata praticamente a caso.
A costo di apparire prolisso (e quindi stancante per il lettore) credo sia doveroso raccontare la storia dall'inizio. Week-end dei "morti" del 2010.. ci si attiva per un trittico "Veneto" di tre giorni... Valpolicella in primis, poi giù a Soave e di ritorno sosta a Bardolino. Saranno 3 giorni di ottime bevute e mangiate (quella boccia di Amarone bevuta nella cantina di Zardini alle 11 di mattina era proprio da ritiro patente!!), di scollinamenti tra le vigne e purtroppo anche di grande acqua. Sono infatti i giorni dell'alluvione nel vicentino e anche un tratto dell'autostrada nei pressi di Verona verrà chiusa per allagamento. Così a Bardolino facciamo solo una "scappata", nessuna cantina visitata e una sola bottiglia di vino acquistata (giusto per portare a casa un ricordo di Bardolino) presso un negozio di prodotti tipici.
La bottiglia acquistata é proprio il Bardolino classico Broi del 2007 (il termine Broi é l'antica denominazione del Bardolino Superiore del sign. Gianni Lonardi), scelta tra decine di altre bottiglie simili, non per conoscenza diretta del produttore e dei suoi vini, ma semplicemente per il gusto estetico della bottiglia in questione. Quante volte vi sarà capitato di trovarvi davanti allo scaffale del vino e non sapere quale scegliere??
Le etichette, la veste grafica della bottiglia sono fondamentali per noi consumatori e appassionati, che spesso ci troviamo a districarci tra centinaia di bottiglie di cantine sconosciute. Tolte alcune informazioni ricavabili dall'etichetta, la scelta ricade spesso sul gusto estetico. Portarsi a casa una bottiglia da tenere in bella vista sulla mensola della cucina o da presentare in tavola ai commensali, ha la sua importanza. Inutile dire come la semplice linea grafica di questa etichetta abbia attirato la mia attenzione. Rustica, essenziale, effetto "scritta a mano", da subito scatta il feeling. La sensazione trasmessa é quella di un produttore onesto, semplice, genuino.
E per fortuna non mi sbagliavo, perché si sa, nell'odierno mondo del vino i signori del marketing hanno una grande importanza e spesso dietro ad un'estetica "campagnola" é facile scovare vini omologatissimi, prodotti a vagonate nei capannoni di qualche zona industriale. Non sono un sommelier, ma quel poco di conoscenza da appassionato che ho accumulato in questi anni, mi permette quantomeno di individuare a distanza una bottiglia poco affidabile.
Comunque come si dice "l'abito non fa il monaco" e a volte dentro bottiglie apparentemente "sfigate" si possono trovare dei vinelli davvero interessanti (ovviamente vale anche il contrario.. grandi bottiglie anche costose contenenti vini che poco o nulla hanno da dire).
Non voglio tediarvi con discorsi alla "Nossiter", anche perché ho 35 anni e sono inevitabilmente un bevitore moderno, figlio dell'omologazione vinicola e dei giudizi di Parker. Quindi per questo Broi 2007 vale il discorso "politico" affrontato nella recensione del San Matteo di Eraldo Revelli, rispetto per la scelta "politica" del vignaiolo, ma non mi sento (a mio gusto personale) di decantare questa bottiglia, che rimane comunque un vino di medio livello.
Entriamo nello specifico.. Bardolino classico prodotto con le 3 varietà di uve di Bardolino vendemmiate tardivamente e affinato per un anno in acciaio. Niente legno quindi.
Nel bicchiere si presenta con un colorito rosso rubino piuttosto scarico, fluido e di media trasparenza. Al naso da il suo meglio, attacca deciso e vinoso, decisamente intenso, dove sono le note minerali a farla da padrone. Dopo alcune rotazioni del bicchiere ecco uscire le note aromatiche e fruttate, quasi dolciastre, tipiche della frutta rossa matura. Al palato risulta asciutto e sapido, leggermente tannico e di medio corpo. Ritornano i sentori dolciastri della frutta matura, ma anche note erbacee e minerali, con un finale amarognolo di buona persistenza.
Nel complesso un vino "come madre natura l'ha fatto" con pregi e difetti del caso. Sicuramente non é un vino che mostra i muscoli, anzi proprio la dinamicità, la freschezza e i contrasti sono le sue caratteristiche principali.
E' sicuramente una bottiglia che consiglio a tutti gli appassionati perché con tutti i pregi e i difetti del caso questo Broi di Costadoro é una autentica e tradizionale espressione del Bardolino.
Insomma se volete provare un vero Bardolino puntate decisi su questa bottiglia, il prezzo é contenuto (circa 7 euro), ha buona longevità e si accompagna bene a qualsiasi tipo di pietanza, soprattutto piatti di carne non troppo elaborati.
Una bella sorpresa per il sottoscritto aver scoperto questa cantina, menzione di merito quindi per la famiglia Lonardi, un bel esempio di legame tra "terroir" e viticoltore, poi si sa Bardolino non é la Borgogna.. e il suo vino non é certamente un gran crue...
P.S. a proposito di omologazione del gusto e di consumatori indirizzati all'acquisto... ovviamente i sign. del Gambero Rosso la Costadoro non l'hanno nemmeno menzionata nella loro guida...
quanto costa il bardolino classico?
RispondiEliminaquesta bottiglia mi é costata 7 euro..
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RispondiEliminaSalve! Cosa vuol dire Broi
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