"il vino di Carema, col suo gusto inimitabile di sole e di pietra, che si infila nella dolcezza amarognola del Nebbiolo"... da Vino al Vino (Mario Soldati)
"Dove andiamo male è nella distruzione del paesaggio vegetale e architettonico. Perché, i caremesi, sembra che non abbiano capito il segreto del loro vino". Così scriveva Soldati nel '68, durante il suo primo viaggio alla ricerca dei vini genuini. Vero, ma fortunatamente c'è chi si è preso cura dei pochi ettari rimasti, ha evitato la scomparsa di questa D.O.C. storica e ha preservato un paesaggio unico accudito con tanta fatica, caratterizzato da terrazzamento a secco con le vigne "arrampicate" su pergolati sostenuti da pilastri in pietra.
Questo il lavoro di una delle più belle cantine sociali, ovvero la Cantina Produttori Nebbiolo di Carema, fondata
nel 1960 da un gruppo di dieci agricoltori di Carema, e che oggi conta un'ottantina di soci, coltivatori part-time di piccoli appezzamenti, molti dei quali con un'età vicina ai sessant'anni, più che mai in questo caso, possiamo parlare di "viticoltura eroica". Questo rende ancora più affascinante il vino di Carema e la sua piccola D.O.C., ne innalza ulteriormente il suo valore storico, ne valorizza un patrimonio unico, anche se inevitabilmente, la mancanza di un ricambio generazionale può rilevarsi un serio problema in futuro. Servono sicuramente nuove forze e forse qualche viticoltore che abbia a cuore il nebbiolo di Carema e decida di investire in questo territorio, senza ovviamente stravolgerlo, permettendo a noi appassionati di continuare ad apprezzare questo "piccolo" grande vino.
Al momento godiamoci, questa sottovalutata eccellenza dell'alto Piemonte, al confine con la Valle d'Aosta, figlia di una storia millenaria contraddistinta dall'autenticità del luogo, del nebbiolo e dei suoi coltivatori. E tornando al Soldati, di Vino al Vino e alle sue giustificate critiche mosse alle cooperative e cantine sociale visitate, autentiche industrie del vino, solo alla Sociale di Carema riserva parole di elogio..." La Sociale è stata fatta; ma con tanta serietà, con tanta cura e scienza, che il vino di Carema, oggi supera quello di una volta: caso più unico che raro.".
Il vino che vado letteralmente a scolarmi, é la riserva etichetta bianca del 2009, a cui assegno il premio, per la più bella etichetta mai vista su una bottiglia prodotta da una cantina sociale. Il Carema Riserva, come riportato nella retro-etichetta, necessita di almeno tre anni di affinamento in botte grande e un anno in bottiglia. Quindi un caratteristico nebbiolo di montagna nel segno della tradizione, tanta fatica, tanto lavoro manuale, un lungo invecchiamento per un vino che mi é costato l'incredibile cifra di 13euro.... forse anziché Cantina Produttori, dovrebbero farsi chiamare Cantina Volontari del Nebbiolo di Carema... Indubbiamente il miglior vino in rapporto qualità/prezzo entrato nella ma cantina...
Permettetemi di scomodare (ultima volta per oggi, lo giuro), Mario Soldati... "il vino di Carema, col suo gusto inimitabile di sole e di pietra, che si infila nella dolcezza amarognola del Nebbiolo". Semplicità poetica che racchiude l'essenza di questo vino. Rubino brillante che sfuma nel granato, meno scarico di quanto mi aspettassi, ma snello, leggero e trasparente come mi aspettavo. Naso tenue, per nulla invasivo e privo di sovrastrutture, il carattere "scarnificato" del nebbiolo di montagna, la tensione minerale della roccia e della pietra, i richiami floreali, le spezie pungenti, gli accenni balsamici, il frutto appena accennato, vivo e croccante, che non muore mai nell'appiccicosa sensazione della maturazione spinta. Beva struggente e nostalgica, mai piegata alle mode nella sua dinamica spigolosità, nel nerbo acido, nella trama tannica adolescenziale, nella freschezza del sorso. Rigoroso ma equilibrato, quasi saggio, a ricordare i gentiluomini piemontesi di una volta. Semplicemente una bontà.
Un vino che non riuscirei mai a bere in qualche wine-bar milanese, ma che vorrei sempre sorseggiare mentre ascolto Johnny Cash che coverizza chitarra e voce Hurt dei Nine Inch Nails.
Merita acquisti scellerati per conservarne quante più bottiglie possibili in cantina, e coglierle nel corso degli anni. Con il senno di poi ho stappato un po' prematuramente, ma é un vino di alta godibilità, bevuto anche giovane e fresco. Vero, sinceo e territoriale... un augurio di lunga vita al nebbiolo di Carema, purchè riesca a mantenere quel suo "gusto inimitabile di sole e di pietra".
Il vino che vado letteralmente a scolarmi, é la riserva etichetta bianca del 2009, a cui assegno il premio, per la più bella etichetta mai vista su una bottiglia prodotta da una cantina sociale. Il Carema Riserva, come riportato nella retro-etichetta, necessita di almeno tre anni di affinamento in botte grande e un anno in bottiglia. Quindi un caratteristico nebbiolo di montagna nel segno della tradizione, tanta fatica, tanto lavoro manuale, un lungo invecchiamento per un vino che mi é costato l'incredibile cifra di 13euro.... forse anziché Cantina Produttori, dovrebbero farsi chiamare Cantina Volontari del Nebbiolo di Carema... Indubbiamente il miglior vino in rapporto qualità/prezzo entrato nella ma cantina...
Permettetemi di scomodare (ultima volta per oggi, lo giuro), Mario Soldati... "il vino di Carema, col suo gusto inimitabile di sole e di pietra, che si infila nella dolcezza amarognola del Nebbiolo". Semplicità poetica che racchiude l'essenza di questo vino. Rubino brillante che sfuma nel granato, meno scarico di quanto mi aspettassi, ma snello, leggero e trasparente come mi aspettavo. Naso tenue, per nulla invasivo e privo di sovrastrutture, il carattere "scarnificato" del nebbiolo di montagna, la tensione minerale della roccia e della pietra, i richiami floreali, le spezie pungenti, gli accenni balsamici, il frutto appena accennato, vivo e croccante, che non muore mai nell'appiccicosa sensazione della maturazione spinta. Beva struggente e nostalgica, mai piegata alle mode nella sua dinamica spigolosità, nel nerbo acido, nella trama tannica adolescenziale, nella freschezza del sorso. Rigoroso ma equilibrato, quasi saggio, a ricordare i gentiluomini piemontesi di una volta. Semplicemente una bontà.
Un vino che non riuscirei mai a bere in qualche wine-bar milanese, ma che vorrei sempre sorseggiare mentre ascolto Johnny Cash che coverizza chitarra e voce Hurt dei Nine Inch Nails.
Merita acquisti scellerati per conservarne quante più bottiglie possibili in cantina, e coglierle nel corso degli anni. Con il senno di poi ho stappato un po' prematuramente, ma é un vino di alta godibilità, bevuto anche giovane e fresco. Vero, sinceo e territoriale... un augurio di lunga vita al nebbiolo di Carema, purchè riesca a mantenere quel suo "gusto inimitabile di sole e di pietra".
Simone nn diffondiamo troppo il verbo su questa bottiglia ormai, purtroppo, conosciuta dai più, perché altrimenti come facciamo a farci le flebo noi amanti del no global!
RispondiEliminaVino da far prescivere ai medici generici, bel post
claudio tenuta
in effetti è uno di quei vini da custodire come una piccola perla indie.... meglio non farlo conoscere troppo...grazie Claudio...
RispondiEliminaComplimenti per la scelta di abbinamento musicale....Grazie!!
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