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venerdì 2 gennaio 2015

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2014.... ECCO LA PLAYLIST!!

Uno sguardo al passato per affrontare il futuro. Il 2015 enoico a Simo diVino parte da qui, con i doverosi auguri di buon anno. Come ho già fatto negli anni passati, mi diverto a riassumere in un piccolo "The best of....", le più interessanti "stappate" dell'anno appena trascorso prendendo in considerazione solo le bottiglie recensite su questo blog. Non si tratta di una classifica e non ha pretese esaustive, non ho tenuto conto di assaggi volanti, fiere mercato e tavolate gogliardiche. Diciamo che si tratta di una selezione dei vini assaggiati dalla prima all'ultima goccia, vini di cui ho potuto farmi un'idea precisa e per molti di essi parlarne anche con i produttori. Probabilmente non si tratta nemmeno dei più buoni in assoluto (diciamo a livello organolettico), ma quelli che per un'insieme di motivazioni mi hanno maggiormente convinto e coinvolto. Eccovi i 10 che hanno segnato l'anno appena trascorso. Alcuni di voi li conoscono molto bene, per tutti gli altri qualche buon consiglio per gli eno-acquisti del 2015 !!. (clicca sul nome del vino per leggere la recensione completa!!)

 

> BRAZAN 2001 (140 mesi) - Collio Goriziano D.O.C. - I Clivi
Cosa aspettarsi da un Tocai che passa 140 mesi sui lieviti? Tiratura limitata per un vino in stato di grazia, un sorso pazzesco che è l’arma in più di questo Brazan e che ben rappresenta l'anima de "I Clivi". Da un vino così complesso, intenso, strutturato, ti aspetteresti una beva piuttosto impegnativa, da sorseggiare in degustazione più che da “sgargarozzare” a tavola… Invece mentre tutto quel "popò" di roba che troverete nel bicchiere vi rimarrà inchiodata alle papille gustative per interminabili secondi di piacere, il vino scivola via pulito, grazie ad un’acidità naturale e una mineralità levigata, che conferisce una leggerezza e una bevibilità disarmante...
Non vincerò il premio "originalità 2014", ma devo essere onesto con il mio palato ed inserire questo vino “contenitore” nella top ten. Qui trovate tutto quello che vorreste trovare in un vino bianco... ricco, pieno, variegato ed intenso. Parla e non sussurra… sa essere carico e solare, maturo e materico, come ti aspetteresti da un vino del sud... il frutto é pieno e ricco, bilanciato da una ventata nordista... quindi tensione, mineralità, acidità rinfrescante, note floreali ed erbacee, sapidità marina e aromi mediterranei. Vino di grande bevibilità, verticale, fluido ma anche di grande piacere gustativo, croccante e masticabile. E’ un continuo susseguirsi di suggestioni dolci/amare di bella intensità e profondità. Piacevole, pulito, appagante, preciso, incisivo e a tratti rinfrescante.

Per me questa é una delle scoperte più interessanti del 2014. Ecco un esempio di come deve essere un bianco macerato. Un'esplosione complessa e assai piacevole che appaga i sensi a 360° tra profumi vegetali, spezie piccanti, note sapide, frutta polposa e dolciastra, senza dimenticare un tocco ossidativo che piace. Una fusione d'insieme caleidoscopica, pieno e tondeggiante, ha buon corpo e struttura, senza perdere in allungo, nerbo e sapidità. Come spesso accade le sorprese più sorprendenti, spesso arrivano dalle denominazioni meno conosciute.
Anche quest'anno un bianco ligure sugli scudi. Un grande vino che bisogna saper aspettare, perché dimostra grandi capacità evolutive. E allora ecco saltar fuori le suggestioni liguri che volevo. Varietale, con la delicatezza e l’eleganza dei vini che amano farsi scoprire per non lasciarti indifferente. Il giallo inizia ad attenuarsi per lasciar spazio al verde della macchia mediterranea, dei pini marittimi e della resina, del timo e della salvia, alloro, basilico e lavanda, fino al cedro, il pompelmo e il lime. Il sorso sale di tono, e pur mantenendo una bella pulizia e una piacevolissima sensazione materica, acquista tensione gustativa, con acidità leggera e mai sopra le righe, mineralità e sapidità fini e ben integrate che conferiscono al sorso allungo e scorrevolezza verso un finale lungo e tipicamente amarognolo che sfocia nella frutta secca.

Il più grande vino che abbiamo in Italia non può mancare in una top ten di fine anno, soprattutto se la firma é illustre come quella di Giovanni Canonica. Vigneron tradizionalista e dissidente, perché alla tradizione contadina e piemontese è legato, lontano da qualsivoglia concetto di marketing. Il sorso "ruspante" é ancora saturo di giovanil furore, ma se é vero che il 2010 barolista é anno di grazia, ne goderemo assai in futuro (fortunatamente ho fatto scorta). Il sorso é incredibilmente teso e pulito, si beve con gusto grazie ad una "ruvida" scorrevolezza dettata dalla sua grana "imperfetta" che conferisce un tocco fortemente artigianale, contadino e anarchico. Nel complesso mondo del Barolo, il Paiagallo è una piccola (grande) chicca che non può mancare sul tavolo di ogni appassionato che sa bere con il cuore.

L'altra Franciacorta... artigianale e rurale, ben lontana dallo stile dei grandi nomi a cui i più sono abituati e che a sorpresa mi entusiasma con un rosso di ottima leggerezza espressiva... tanto da "sverniciare" i piatti di una cucina stellata... Un intrigante mix di frutta rossa, note balsamiche, rimandi erbacei, eucalipto, sottobosco e spezie piccanti, il tutto avvolto da una leggera affumicatura. Un eccellente equilibrio tra tannini, alcool e acidità, con un frutto vivo e succoso che ti rimane li attaccato al palato dopo un finale appagante e pulito. La Beccaccia mi entusiasma per la sua leggerezza espressiva... riesce ad essere un vino assolutamente "godereccio" senza rinunciare ad una naturale eleganza, un'intrigante complessità e un tocco di austerità.

> CAMPORENZO 2009 - Valpolicella Classico Superiore D.O.C. - Monte Dall'Ora
Quella di Monte Dall'Ora é una di storia contadina e "dissidente", di quelle che fanno innamorare noi che di vino scriviamo e il loro Camporenzo é un vino di quelli che ti prendono "emotivamente", costringendomi a mangiare solo per il piacere di accompagnare questo rosso buonissimo. Un Valpolicella vivo e vigoroso, al naso come al palato, dove si contraddistingue per un ingresso discreto, quasi fresco, prima di esplodere energico e succoso, ricco e materico, gustoso, con una trama tannica ben integrata, che scivola via grazie ad una interessante vena acido-sapida che rendono il sorso vivo e mai sulle gambe, verso un allungo finale di grande appagamento. E' un vino che da grandi soddisfazioni... non so bene come spiegare questo concetto, bisogna berlo per capirlo, ma é una cosa che capita solo con i vini "naturali".

> SASSELLA ROCCE ROSSE RISERVA 2001 - Valtellina Superiore D.O.C.G. - Ar.Pe.Pe

Questa non vuole essere una classifica, ma se lo fosse, ecco a voi il vincitore. Un perfetto pezzo "folk" di razza pura e cristallina... un caleidoscopico ventaglio di sfumature aromatiche e suggestioni che ne fanno un vino di grande espressività territoriale e grande eleganza, dalla beva "tridimensionale". Vino per palati fini, che richiede attenzione e che deve essere capito...  Se devo dirvela proprio fuori dai denti... se non capite la grandezza di questo Rocce Rosse forse non siete in sintonia con questo blog e vi meritate un "vino frutto" consigliato da Luca Maroni!!

> MONTEPULCIANO D'ABRUZZO 2003 - D.O.C. - Emidio Pepe
Annata 2003, contraddittoria per via di un'estate particolarmente calda che ha consegnato hai posteri vini decisamente "cotti"... Non é il caso di questo Triple A del mitico Emidio Pepe, prodotto con la stessa artigianalità di sessant'anni fa. Bicchiere dopo bicchiere ci svela le sue molteplici sfaccettature... così a random... fiori appassiti, ciliegia e frutta rossa macerata, spezie piccanti, noce moscata, cuoio, erba bagnata, respiro animale, note minerali, balsamiche e una piacevole sensazione di calore. Spirito "giovanile" nonostante gli undici anni di età e una piacevole freschezza che rendono il vino snello e incredibilmente bevibile. Struttura e longevità sono impressionanti, tannicità e morbidezza sono ben equilibrati, carnoso e potente, compatto, ma con quel filo di acidità che snellisce il tutto e rende "semplicemente" straordinaria la beva. E' come se il tempo da queste parti si fosse fermato e racchiuso in un Montepulciano d'Abruzzo tutt'altro che moderno. 

> CHIANTI CLASSICO 2010 - D.O.C.G. - Monteraponi
Non é un vino tirato, ma una semplice quanto ricca rappresentazione di un territorio, di un luogo, dove le viti sono abbracciate dagli ulivi e dal bosco. Così solare nel suo frutto succoso e dolce, nei profumi estivi di macchia mediterranea e prati in fiori; così intrigante nella sua texture piacevole e pulita al palato, quasi snella, ma dalla suggestioni polverose e terrose, una grana fatta di elegante rusticità. La beva di incantevole piacevolezza, senza grassezze e forzature, nessuna pesantezza... ha un tiro verticale e minerale, un allungo teso e vibrante, una ventata di fresca acidità sostenuta da un tenore alcolico che scalda, su una trama tannica smussata e perfettamente integrata. Bravo Michele Braganti, i suoi vini sanno parlarti di un luogo, hanno carattere, vibrano, sanno dimostrarsi rustici ed artigianali con l'eleganza e l'equilibrio di chi sa fare il proprio mestiere molto bene.




OUTSIDER 2014
Concludo menzionando una serie di vini che per i più svariati motivi hanno saputo convincere il mio palato, ma che ho dovuto escludere dalla lista, per non sforare... Devo partire ovviamente da Alfiano Natta dove ha sede Crealto, già protagonista nelle passate top ten di fine anno con il loro Marcaleone (ribevuto un'altrettanto sublime 2011!!). Quest'anno sono i primi degli esclusi con ben due vini a dir poco entusiasmanti realizzati a quattro mani e che potete scoprire qui. Il Crevijn é un zero solfiti realizzato mixando le proprie uve di Grignolino, con quelle di Cascina Tavijn, mentre il Flora, é un quasi "orange" realizzato macerando in maniera meno "strong" le uve di Sauvignon fornite da Tenuta Grillo. Proseguendo con i bianchi, convince sempre un best seller della viticoltura naturale come il Fontanasanta Manzoni Bianco di Elisabetta Foradori, così come é splendida la semplicità espressiva del Friulano di Doro Princic, autentico vignaiolo di Cormos. Tornando ai rossi, sugli scudi la leggerezza scarnificata del nebbiolo di montagna, marca distintiva del Sassi Solivi della Cooperativa di Triasso e Sassella, a cui si contrappone la gustosissima surmaturazione del Poiema di Eugenio Rosi, da anni é probabilmente il miglior marzemino in circolazione. Rimanendo in regione, colpisce il Pigeno il Blauburgunder di Stroblhof, vino fine, pulito e preciso, mai banale. Scendendo in direzione sud vi segnalo le ultime due "figate" del 2014... un toscano natur di alta classe che può far impallidire molti costosi e chiaccherati "super" della zona, come il Montecucco Riserva Arpagone di Prato al Pozzo, e il Sagrantino Colle Grimaldesco di Giampaolo Tabarrini, tra le più belle bevute di sempre all'interno di una denominazione con cui fatico ad entrare in sintonia.

Ora se ne avete le forze... riavvolgete il nastro e sfoderate la vostra playlist....
Leggi la top ten dell'anno scorso:

mercoledì 9 luglio 2014

FRIULANO 2009 - Collio D.O.C. - Doro Princic


...persona carismatica, braccia “agricole”, sguardo fiero, baffo d'altri tempi, esattamente l’aspetto che ti immagini pensando ad un vignaiolo di queste zone... potrebbe tranquillamente essere un personaggio uscito da Zoran o da qualche film di Kusturica… 


Bottiglia acquistata quasi casualmente, visto che avevo optato per l'ultima bottiglia di Pithos bianco di COS, rimasta in enoteca. Purtroppo tappo difettoso e vino a rischio... meglio trovare un sostituto... e allora passo da un estremo all’altro, dalla Sicilia al Friuli, dal Grecanico al Tocai Friulano, che nei momenti di indecisione (...mmm... non so cosa prendere...) é sempre un rifugio sicuro per bevute che non deludono mai. La casualità sta anche nel aver scelto questo vino senza vedere l’etichetta, così quando ho letto Friulano Princic ho subito pensato a Dario Princic, produttore di cui già avevo assaggiato qualcosa a Cerea, invece poi mi sono ritrovato con Doro Princic… insomma con il senno di poi, avrei dovevo intuire che non era Dario, ma comunque poco male, produttore e vino che non ho mai assaggiato prima, il che è sempre uno stimolo per il sottoscritto.

Siamo a Cormos la capitale enologica del Collio, in località Pradis, qui Doro Princic da vita alla sua azienda agricola e da autodidatta produce i classici vini friulani. Attualmente la cantina è gestita da Alessandro (Sandro) Princic erede di Doro (essendo il figlio), e attualmente si avvia alla terza generazione. Sandro é indubbiamente persona carismatica, braccia “agricole”, sguardo fiero, baffo austro-ungarico, esattamente l’aspetto che ti immagini pensando ad un vignaiolo di queste zone... potrebbe tranquillamente essere un personaggio uscito da Zoran o da qualche film di Kusturica… il che mi ispira molta simpatia… 

Comunque come avrete capito, la famiglia Princic dal 1950, vendemmia dopo vendemmia, ha fatto scuola qui nel Collio, attraverso una conduzione familiare fortemente legata alle tradizioni e al territorio. Una decina gli ettari vitati e una produzione annua di circa 60.000 bottiglie, che spaziano dai classici bianchi come Friulano, Pinot Bianco, Sauvignon, Malvasia e Pino Grigio ai rossi Cabernet e Merlot.

I vini di Sandro sono realizzati con semplicità... non c’è spazio per gli esperimenti, si fa tutto artigianalmente, sfruttando i piccoli segreti imparati sul campo da papà Doro… con un terroir così “pregiato” l’unica cosa da fare è valorizzare il frutto e la spiccata mineralità conferita dalla caratteristica “ponca” del Collio…. Quindi solo vini in purezza da tradizionale vinificazione in bianco… rese basse in vigna (circa 40ql/ha) e solo acciaio. Dimenticatevi, legno, anfore, macerazioni estreme, blend, orange wine e chi più ne a più ne metta… l’unico obiettivo è lasciare esprimere ogni singolo vitigno con le sue peculiarità. Ne derivano vini caratteriali, netti e definiti, in grado di esprimere le sfumature di ogni singolo vitigno.

Passando al Friulano che ho stappato... ovviamente Tocai del Friuli in purezza... giallo paglierino non troppo carico, fluido e scattante, visivamente si ha la sensazione di un vino “leggero”, ma non per questo poco espressivo... Infatti al naso sprigiona un ventaglio olfattivo di buona persistenza ed intensità, con un bel equilibrio tra il frutto (agrumi e richiami tropical) e le note vegetali di biancospino, camomilla, fiori di campo, oltre alle suggestioni minerali che allungano la “sniffata”, riscaldata da un buon tenore alcolico (13.5%vol.) comunque mai sopra le righe. Il meglio al palato, grazie anche all’annata non proprio recentissima (2009), che ha permesso al vino di ammorbidirsi un po', raggiungendo un equilibrio perfetto. Acidità e mineralità che mi aspettavo decisamente su di giri, risultano integrate con un frutto vivo e croccante, accompagnato da una stuzzicante sapidità, ma soprattutto a convincere é una beva asciutta, pulita e fresca, sempre vibrante, al cospetto di un vino di carattere e dalla struttura importante. Buona persistenza finale con retrogusto amarognolo e ammandorlato al palato.


In conclusione vino davvero amabile e piacevole, ottimo anche bevuto fresco, eccellente nella sua interpretazione del vitigno. Un grande classico che non delude, anche se a gusto personale, gli manca quel tocco di originalità che invece ritrovo (ad esempio) nei bianchi macerati (che si sa nel Friuli sono maestri), così come gli manca l’eleganza e la finezza dei bianchi in barriques (ad esempio) di Borgo del Tiglio

Indubbiamente un gran bel vino e direi anche a prezzi abbordabili per la zona, circa 15 euro per questo Friulano, che posso garantirvi lascia ampiamente soddisfatti, insomma se andate alla ricerca di un classico del Collio, con i vini di Alessandro Princic non sbagliate un colpo... E' come ascoltare un grande classico (ad esempio) di Dylan... tipo una "Like a Rolling Stones" o i Velvet Underground di "I'm Waiting For The Man", o chi volete voi (una "London Calling" dei Clash?), l'avete ascoltata e ballata milioni di volte... ma non siete ancora stufi e ogni volta che parte il pezzo... é impossibile resistergli!!

N.B. AGGIORNAMENTO >> Ho passato un week end nel Collio ad inizio agosto.. Bevuto il suo Pinot Bianco... pur mantenendo la linea stilistica di questo Friulano, il vino si è dimostrato addirittura superiore per freschezza, piacevolezza e finezza. Davvero un grandissimo Pinot Bianco... il numero uno sia tra i vini di Princic, sia tra i Pinot Bianchi provati ad oggi... e come sempre il prezzo è un buon affare...

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3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!
Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti

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...ritroverete in questo sorso di Gattinara un vino autentico… Il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto

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Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione
"Per noi acquistare una bottiglia di vino, significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia"

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna
Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce
Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto
Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi
Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine
...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello
Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia
...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori
...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO
Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!
da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.