...potete comunque provare questo miscuglio di uve, non ne rimarrete delusi, perché il vino è decisamente amabile e ben accompagna una cena senza richiedere troppo impegno.
Mi fa piacere tornare a parlare di vini spagnoli. Ammetto di non essere particolarmente sgamato in materia e di avere una conoscenza abbastanza sommaria del mondo enologico iberico (ma mi sto aggiornando..), anche a causa della non semplice reperibilità in Italia di questi vini (nelle enoteche si trova Italia e Francia… dalla Spagna giusto qualche bottiglia famosa dai prezzi improbabili tipo Pingus ecc..).
Fortuna vuole che la Spagna sia una meta turistica molto frequentata e ogni tanto capita che qualche amico o parente (ringrazio quindi Gigi, Barbara e Amy) si reca da quelle parti per le vacanze e mi omaggia con una bella bottiglia. Bene, continuate così… quando viaggiate non impazzite a cercare un pensierino per il sottoscritto.. prendetemi una bella boccia… è sempre regalo assai gradito!…
Mi ritrovo così per la seconda volta a scrivere su questo blog in merito ad un vino spagnolo e per la precisione delle isole Baleari, Minorca... quindi ancora un vino da questo arcipelago dopo il rosso della cantina Terramoll di Formentera.
La storia vinicola spagnola è di grande importanza e tradizione, un movimento vinicolo in costante crescita e sviluppo, tanto da diventare la nazione con la più ampia superficie dedicata alla coltivazione della vite. L’attenzione internazionale nei confronti dei produttori spagnoli e dei loro vini si è avuta soprattutto negli ultimi due decenni, permettendo alla Spagna di collocarsi nei primi posti per quantità di vino prodotto ed esportato.
Nel modo vinicolo spagnolo (e non solo ci siamo dentro pure noi..) c’è un forte contrasto tra una cultura del vino antica, autoctona, tradizionalista e il forte sviluppo commerciale degli ultimi 20 anni, che ha portato molti produttori ad installare molti vigneti di taglio bordolese, adatti a creare blend dal gusto più moderno, internazionale e parkerizzato. Un po’ come è successo dalle nostre parti, soprattutto in Toscana, dove in nome del mercato internazionale e delle centesimali valutazioni dei critici americani, si è preferito affossare il concetto di terroir e la personalità del prodotto, stravolgendo il territorio a colpi di Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot ecc…
Purtroppo per noi, la "bodega" Binitord di Minorca rispecchia a pieno l’idea di produttore moderno e poco autoctono di cui abbiamo scritto sopra. Questa piccola cantina creata nel 2007 conta solo 3 ettari di vigneti dove vengono coltivate molteplici varietà di uve, Cabernet Sauvignon, Tempranillo, Merlot e Syrah per i rossi, Chardonnay e Macabeo per i bianchi.
Proprio attraverso un mix di uve rosse (55% Tempranillo, 39% Cabernet Sauvignon, 4% Merlot,2% Syrah, ammazza che mischione...) si da origine al Roure 2008, il super-blend della cantina, il pezzo forte se così possiamo dire. Raccolta manuale delle uve tra fine agosto e fine settembre a seconda delle varietà. Fermentazione a temperatura controllata, 20 giorni di macerazione a cui seguono 2 mesi in acciaio inox e 6 di barriques. Gradazione alcolica 13%vol. e prezzo al consumo tra le 10-12 euro (almeno su internet..)
Alla mescita il vino si presenta di color rosso rubino intenso con riflessi violacei, abbastanza brillante, carico e fitto.. Al naso siamo accolti da un bouquet piacevole e rotondo, di media persistenza. La vena alcolica si fa sentire senza essere invasiva, lasciando in primo piano i sentori di frutta matura rossa e nera, mentre secondariamente prendono campo le note aromatiche e balsamiche, tra cui vaniglia, liquirizia, legno e spezie. Un naso che non impressiona, sicuramente non di grande finezza, ma ha il merito di non risultare troppo piatto e di lasciarsi annusare con un certo piacere. Il palato corrisponde al naso e a quello che ti aspetti da un blend costruito per essere il più possibile ruffiano e piacione... attacco morbido, con struttura snella e buona freschezza. Tannini soffici, buona rotondità e calore, acidità quasi nulla ed effetto "marmellata" al palato, con un finale di media persistenza e intensità, dolce e vanigliato.
Un vino facile quindi, dolce, piacione, moderno e... omologato. Basterebbero queste definizioni per stroncarlo... e immagino che un bevitore alla Nossiter svuoterebbe questa bottiglia nel lavandino già dopo il primo bicchiere, ma dobbiamo riconoscere a questo Roure Negre un certo spessore, che ci lascia la sensazione di aver a che fare con un vino di buon livello qualitativo, ben fatto e che si beve con grande piacere fino all'ultimo bicchiere.
Un vino facile quindi, dolce, piacione, moderno e... omologato. Basterebbero queste definizioni per stroncarlo... e immagino che un bevitore alla Nossiter svuoterebbe questa bottiglia nel lavandino già dopo il primo bicchiere, ma dobbiamo riconoscere a questo Roure Negre un certo spessore, che ci lascia la sensazione di aver a che fare con un vino di buon livello qualitativo, ben fatto e che si beve con grande piacere fino all'ultimo bicchiere.
Ora cari lettori e consumatori, se vi capita di andare in vacanza a Minorca avete 2 possibilità… Per i difensori del terroir e i paladini dell’autoctono, girate alla larga da questa cantina e da questa bottiglia… se invece siete amanti della marmellata e dei vini alla moda, dolci e piacevoli, investite tranquillamente 11 euro e portatevi a casa questo prodotto, nella sua categoria (blend omologato) non è poi male, anzi, l'ho trovato migliore rispetto ad altri vini simili bevuti dalle nostre. In alternativa, se non appartenete a nessuna di queste 2 categorie, potete comunque provare questo miscuglio di uve, non ne rimarrete delusi, perché il vino è decisamente amabile e ben accompagna una cena senza richiedere troppo impegno.
Personalmente prediligo vini che sanno esprimere più carattere e particolarità, ma se ogni tanto capita a tiro un vino più internazionale e moderno, cerco di berlo e di gustarmelo senza troppi preconcetti, anche se ovviamente non è semplice (e corretto) valutare un vino senza tener conto di chi, come e con che filosofia viene prodotto.
Temperatura di servizio sui 18°C, abbinamento gastronomico con piatti a base di carne non troppo carichi e saporiti (lo vedo bene per una grigliata estiva ad esempio..), consigliato per accontentare gli ospiti o come regalo post-vacanza, soprattutto se non conoscete bene i gusti del destinatario, perché questo é un vino che può piacere un po' a tutti. Rapporto qualità prezzo abbastanza adeguato, anche se con 10-12 euro si possono acquistare vini che hanno molte più cose da dire.
Personalmente prediligo vini che sanno esprimere più carattere e particolarità, ma se ogni tanto capita a tiro un vino più internazionale e moderno, cerco di berlo e di gustarmelo senza troppi preconcetti, anche se ovviamente non è semplice (e corretto) valutare un vino senza tener conto di chi, come e con che filosofia viene prodotto.
Temperatura di servizio sui 18°C, abbinamento gastronomico con piatti a base di carne non troppo carichi e saporiti (lo vedo bene per una grigliata estiva ad esempio..), consigliato per accontentare gli ospiti o come regalo post-vacanza, soprattutto se non conoscete bene i gusti del destinatario, perché questo é un vino che può piacere un po' a tutti. Rapporto qualità prezzo abbastanza adeguato, anche se con 10-12 euro si possono acquistare vini che hanno molte più cose da dire.
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