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giovedì 10 aprile 2014

ENORACCONTI >> VINI VERI 2014 - Vini Secondo Natura - XI ed.

"Maledetta primavera… in un solo colpo Vinitaly-ViniVeri-Vinnatur, un’enorme calamita nel cuore del Veneto che attira gli eno-appassionati italiani in un girone dantesco percorribile (al volante) in meno di un’ora. Un triangolo delle Bermuda alcolico in cui ognuno di noi, peccatori e peccatrici nel nome di Bacco, vorrebbe perdersi". 

Così ho esordito un paio di anni fa nel post dedicato a Vinnatur e così esordisco oggi mentre scrivo della mia eno-esperienza a ViniVeri, perché alla fine é una storia che si ripete ogni santissimo anno, come Pasqua e Natale, sono una certezza!!. Ho preso un "anno sabbatico" nel 2013, ma domenica mi sono messo in moto per la settimana santa dell'eno-strippato, che annovera un gran quantitativo di eno-cinghiali accodati 50 euro in mano, all'ingresso del Vinitaly, pronti a sgomitare per bere il più possibile (difficile dargli torto visto il prezzo del biglietto...). Non spenderei mai quei soldi per il Vinitaly, ma quest'anno free entry anche per i wine-blogger e quasi quasi, volevo approffittarne... Poi ho realizzato che proprio non fa per me il mega evento... non mi appartiene culturalmente e se mi sparo più di 200km e oltre due ore di macchina per andare ad una fiera vinicola, é perché cerco molto di più di una piacevole bevuta o di una buona “sbronza” in compagnia... 

Elenco produttori Viniveri 2014
Ovviamente per produttori e addetti hai lavori la fiera ha soprattutto una valenza "commerciale" e il successo del Vivit di questi ultimi anni ne é una dimostrazione... anche molti dei miei vignaioli preferiti, hanno pensato bene di ritagliarsi uno spazio nella più importante fiera italiana del vino, speranzosi di riuscire a raccogliere qualche buon ordine... Ineccepibile... bisogna pur vendere le bottiglie per mantenere in vita la propria azienda agricola, ma rimango dell'idea che anche il modo in cui si vende il vino abbia la sua importanza e fatico a comprendere come il modello commerciale-culturale di Vinitaly, possa rappresentare quei produttori notoriamente estranei alle tendenze e alle logiche di mercato, che hanno fatta della contadinità e dell'artigianalità un loro tratto distintivo. 

Non sta a me giudicare, con il vino non ci campo, casomai rappresenta una nota spesa del mio budget familiare, che ognuno faccia il proprio gioco, io faccio il mio e punto deciso su Cerea, sulla bella iniziativa organizzata da Bea e il consorzio Viniveri, quest'anno con dedica speciale a Emmanuel Giboulot, produttore della Borgogna che rischia 6 mesi di carcere per essersi rifiutato di utilizzare i pesticidi nelle proprie vigne. (pena a quanto pare ridotta ad una semplice muulta...). La sosta "prolungata" in una trattoria di Custoza e il restante viaggio tra campi, passaggi a livello che non si alzano mai e strade sbarrate da mercatini domenicali, mi costringono ad arrivare all'Areaexp con un certo ritardo... rimangono meno di tre ore prima alla chiusura... e allora devo ottimizzare i tempi e cercare di assaggiare a più non posso... 

Si studia un piano d'azione
Il parcheggio é pieno ma la bella "fabbrica" di Cerea, risulta meno affascinante di Villa Favorita, ma decisamente più funzionale... offre molto respiro e si ha quasi la sensazione che ci sia poco movimento... situazione distesa quindi e questo é decisamente un punto a suo (e a mio) favore ... Ritiro l'accredito e mi fiondo ai banchi assaggi, non prima di aver avvistato Jonathan Nossiter... vorrei salutarlo e dirgli che senza il suo Mondovino forse molti dei presenti non sarebbero qui (anche se probabilmente non lo ammetterebbero mai!!), ma sono timido e il tempo stringe... 

Salto a malincuore per questioni di minutaggio i produttori stranieri e mi fiondo da Terre a Mano, tre annate del loro rosso in assaggio (dal 2009-2011), per uno dei migliori Carmignano che abbia mai attraversato questo palato. Ad intrigarmi però é soprattutto il Sassocarlo, classico assemblaggio toscano tra Trebbiano e Malvasia con leggera macerazione sulle bucce... mi piacciono i bianchi macerati ben equilibrati... c'è sostanza, bevibilità e un'intrigante trama aromatica... ottimo e convincente, prima di chiudere il cerchio con un Vin Santo da applausi. La qualità e anche l'originalità di molti vini proposti a Cerea é fuori discussione... mi basta un balzo trasversale verso destra per ritrovarmi nell'affollato banco assaggi di Dettori. Punto dritto sul trittico di Cannonau Tuderi-Tenores-Dettori. Tutti quelli che sono abituati ai Cannonau "standar" carichi e concentrati, dovrebbero assaggiare almeno una volta nella vita queste perle tridimensionali... magri e quasi aranciati nel bicchiere, ad eccezione del Tenores che apre con una spiccata riduzione, colpiscono con una gamma aromatica originale e una beva incredibilmente fresca e slanciata, anche al cospetto di una gradazione alcolica imponente. Il Dettori in particolare, é un vino pazzesco!! 

situazione rilassata a Cerea
Torno alla "normalità", se così si può dire, con i classici piemontesi di Cascina delle Rose... assaggio la gamma completa, dal Dolcetto al Barbaresco Rio Sordo, tutti assaggi da botte, perché le loro bottiglie vanno letteralmente a ruba. Mi gusto vini in divenire dal grande potenziale evolutivo, nel segno della tradizione e della bevibilità, eleganti e puliti, ad eccezione della più carica e concentrata Barbera d'Alba superiore "Donna Elena", comunque ottima. Esemplare e disponibilissimo Italo che parla della sua cantina e della sua familia con grande fierezza... non posso che ascoltare ed innamorarmi di questo vignaiolo d'altri tempi. Già che sono arrivato fino a Cerea, non posso perdermi quel pezzo da 90 che é il Kurni di Oasi degli Angeli. Con un po' di timore referenziale per via del blasone di questo vinone, allungo il bicchiere e assaggio il loro unico vino che é appunto il Kurni 2012, ancora da imbottigliare ma che nel bicchiere sembra già incredibilmente pronto... Rimango piacevolmente sorpreso da quanto mi sono sentito a mio agio a chiaccherare con Eleonora e Marco. Lui é sicuramente un personaggio... si chiacchera a ruota libera e all'argomento "densità d'impianto" la risposta secca di Marco non si lascia attendere... "una volta le vigne dei contadini avevano 30.000 piante per ettaro... le basse densità d'impianto le hanno inventate quelli della Fiat, per far passare i trattori e meccanizzare il lavoro...". Chiedo se la dolcezza che avverto nel finale sia figlia del residuo zuccherino... in risposta Marco recupera  il Montepulciano di Valter Mattoni e mi riempie il bicchiere... "senti il finale?? Molto simile al mio vino... é proprio una caratteristica di quest'uva". Anche se il Kurni non é stilisticamente nelle mie corde, devo ammettere che impressiona... e alla faccia del prezzo di vendita... é stato il banco assaggi dove mi hanno riempito di più il bicchiere!! 

Sol-l-etico
Ma c'è chi ha fatto di meglio, concedendomi addirittura il bis.... eccomi da un altro pezzo da 90 di Viniveri... accostarsi al banco assaggi di Ezio Cerruti é un po' come far sosta all'ora dell' aperitivo nel bar di fiducia... Ci vede arrivare da lontano e fa segno di aspettarlo, giusto il tempo di finire la sigaretta ed eccolo pronto a deliziarci con il suo unico vino, il Sol, da uve moscato appassite in pianta, con affinamento di 4 anni in legno. Un passito che non esagera in dolcezza  e densità, rimanendo pulito, godibile e fresco, mai stancante. Come lo stesso Ezio sottolinea..."il Sol non é il classico passito da meditazione". Chiedo news in merito al suo secondo vino in preparazione... se la ride sotto i baffi, il Moscato secco inizia a "prendere forma" e le premesse sono buone, così come l'idea di produrre un vino meno complesso, più bevile ed "economicamente" meno impegnativo per gli appassionati. 

A proposito di vini interessanti e acquistabili a prezzi abbordabili... sosta doverosa per scoprire i vini della giovane realtà umbra di Collecapretta. Attivi dal 2006, si fanno notare (oltre che per le particolari etichette), per la scelta di selezionare e vinificare in purezza tutte le varietà di uve presenti nel vigneto di famiglia, da cui in passato si ricavava un generico rosso venduto in damigiane. Scopriamo così una convincente Barbera umbra, caratterizzta dal giusto mix di acidità e dolcezza che ne caratterizza il vitigno. Per molti possono essere vini a cui manca complessità e lunghezza, ma li ritengo ottimi per freschezza e piacevolezza, gustosi e veraci nella loro artigianalità, dal rosato della casa al Greco, fino ai Rossi a base sangiovese (2 tipologie da vigne di 10 anni e da vigne di 30) e il "Lautizio" da uve ciliegiolo. Tutti promossi i vini degustati e su una cosa siamo completamente in accordo... quello che si ha nel bicchiere si beve... non si sputa!! Rimango in regione e passo dal padrone di casa... spazio a tutta la batteria di Paolo Bea. Anche in questo caso bellissime le etichette e straordinari i vini, su cui non c'è molto da dire tanto sono conosciuti. Se i due Sagrantini "Rosso de Veo" e "Pagliaro" non ammettono discussioni, sorprendono piacevolmente il "San Valentino" e soprattutto il "Pipparello", mix di uve Sagrantino, Montepulciano e Sangiovese. Materico e possente, tannico e profondo, non si fa mancare una bella acidità e una sorprendente eleganza con un allungo finale importante. 

Il Fiano di Zampaglione
Finalmente... il Don Chisciotte... lo cercavo da qualche anno dopo essermi innamorato dei vini di Tenuta Grillo, ma non ero mai riuscito ad assaggiarlo.. Ne approfitto con la generosa e simpatica mini verticale offerta da Zampaglione, 2009-2010-2011. Vino più fresco e bevibile di quanto mi aspettassi, 10gg. sulle bucce, poi acciaio e vetro. Scelta voluta da Pierluigi, che lascia per ultimo l'assaggio del 2009, versione prodotta con la complicità del nipote Guido... vino decisamente più estremo, difficile, ricco di idrocarburi e note erbacee, quasi salmastro, torbido alla vista... due impronte stilistiche differenti, entrambe a loro modo interessanti, anche se l'estremismo di Guido conferisce al vino una marcia in più. Mancano pochi minuti alla chiusura, molti banchi sono ormai vuoti e anche i vignaioli ormai se la sbevazzano... Vorrei riuscire a passare da Andrea Tirelli e da Redondel ma non c'è tempo e risulta inutile cercarli... mi ritrovo così davanti alla bella e solare faccia di Anna Martens, e allora che Vino di Anna sia.. sorsi accompagnati dal simpatico slang di Anna, vignaiola di origini australiane con la Sicilia nel cuore e nello spirito. Ottimo il rosso "Qvevri" da uve Nerello in purezza. Fresco, minerale, speziato. 

Fine dei giochi....due passi in enoteca, ma é rimasto molto poco... non mi resta che cedere il volante alla mia compagna e battere in ritirata... piuttosto lenta a dire il vero, considerando il flusso di auto in uscita dalla fiera di Verona. Mi chiedo se abbia senso concentrare queste fiere nello stesso week-end e nello stesso luogo... penso al traffico, al pubblico che si divide, ma anche ai produttori "naturali" ormai "separati" in tre festival differenti... Personalmente credo sia giusto così... trovo sia corretto soprattutto oggi con il Vivit sempre più in ascesa, che Vinnatur e ViniVeri mantengano orgogliosamente il loro originario ruolo di anti-Vinitaly... anche questa a suo modo una forma di eno-dissidenza a cui non voglio di certo mancare!! 

Alla prossima fiera e un saluto affettuoso a tutti quelli da cui non sono riuscito a passare...

domenica 6 maggio 2012

ROSSO 2007 - Golfo dei Poeti I.G.T. - Santa Caterina

...un vino che sa soprattutto di vino e si riprende il suo ruolo “alimentare” di re della tavola… credo che un "vero" amante del vino non possa chiedere di più ad un produttore…


Metti sul tavolo due biglietti per la mostra di Van Gogh a Genova in scadenza il primo Maggio,  mettici anche il calendario e scopri che la festa dei lavoratori cade di martedì… il che significa “stop and go” di 4 giorni da sfruttare assolutamente. Inizio ad avere notturne visioni di farinate, focacce, trofie al pesto ed olive taggiasche… non mi resta che sfruttare il ponte per un giretto in Liguria. 

Un’occhiata alla cartina e la scelta ricade in zona Lunigiana. Paesaggisticamente parlando ho argomenti validi per convincere la Betta inizialmente orientata a ponente, il Golfo dei Poeti con le 5 Terre in rapida successione, pochi km a sud-est i monti della Garfagnana, un’oretta di autostrada verso sud e sono nella bellissima Lucca. Ok convinta. Io già penso alla viticoltura eroica delle 5 Terre, ai Colli di Luni e al mitico Sciacchetrà. Trovo rifugio nei dintorni di Sarzana, zona di confine tra la Liguria e la Toscana. Il tempo non sarà clemente e dopo una piacevole giornata di “svacco solare" nel piccolo borgo di Tellaro, saranno 3 giorni di acqua e clima autunnale. Per consolarci ci concediamo una cena a lume di candela presso la carinissima trattoria "dai Pironcelli" a Montemarcello e puntiamo sulla viticoltura locale. 

Se ti trovi a Sarzana e ti piace il vino bianco non puoi andartene senza esserti gustato il Vermentino dei colli di Luni, che possiamo definire “la specialità locale”, anche perché da queste parti i viticoltori con la V maiuscola non mancano. Memore della recente esperienza a “Vinnatur” punto deciso sulla cantina Santa Caterina. Proprio a villa Favorita avevo assaggiato tutti i suoi “ottimi” vini bianchi e adesso che sono qui circondato dal Vermentino scelgo “alternativamente” di provare un rosso. 

Sarebbe però riduttivo raccontarvi esclusivamente di questo Rosso Golfo dei Poeti I.G.T. 2007, voglio soprattutto scrivere di questa interessante realtà vitivinicola e del suo produttore, che gli appassionati di vini naturali ben conoscono... per tutti gli altri drizzate bene le orecchie, perché qui nascono vini da non perdere.

Come dicevo siamo a Sarzana in provincia di La Spezia, su una collina denominata Santa Caterina da cui deriva il nome della cantina di Andrea Kihlgren. Tutto nasce alla fine degli anni ottanta, grazie ai terreni ereditati dalla famiglia, un periodo non felicissimo per l'agricoltura locale, ma Andrea raccoglie la sfida, sceglie i terreni più adatti, reimpianta i vigneti e soprattutto decide di puntare su una viticoltura sostenibile e il più naturale possibile, che sappia valorizzare il territorio di appartenenza. Ovviamente si punta molto sul Vermentino, fiore all'occhiello di questa zona, ma anche al recupero di viti locali come l'Albarola e la Merla (il Canaiolo della zona), senza dimenticare altre uve meno autoctone ma che ben si adattano al territorio, come il Sauvignon e il Tocai per i bianchi, il Sangiovese, il Ciliegiolo e l'immancabile Merlot per i rossi. In totale 8 ettari vitati suddivisi in 5 poderi dalle caratteristiche differenti, dalle argille rosse della collina di Santa Caterina, ai più ciotolosi poderi Giuncàro e Ghiarètolo fino alla terrazza argillosa del podere Segalàra, che danno vita ad una produzione totale di circa 40.000 bottiglie annue. Una piccola cantina quindi, ma neanche tanto se consideriamo le dimensioni risicate delle aziende vitivinicole liguri e alla particolare morfologia del territorio.

Parlare di Santa Caterina significa soprattutto parlare di viticoltura "naturale". L'uomo che vive in simbiosi con la terra, che la accudisce, che la rispetta. Produrre vino con semplicità e naturalezza, senza ricette o la pretesa di creare un prodotto basato su un'idea pre-confezionata. La "cultura vitivinicola" accompagna il lavoro quotidiano, la semplicità delle azioni, l'essere consci che nulla é scritto e programmato, ma é tutto in divenire, da capire, da provare, da sperimentare. Un terroir che sa dare buoni frutti se assecondato e accompagnato con il buon senso che sicuramente ad Andrea non manca.

Da anni qui si lavora in biodinamica, con certificazione biologica. Sovescio e preparati biodinamici per la concimazione, inerbimento spontaneo, lieviti indigeni e trattamenti limitati all'utilizzo di rame e zolfo. Il vino buono si produce in vigna, quindi inutile manipolare eccessivamente l'uva in cantina. Nessun prodotto enologico utilizzato, solforosa ridotta al minimo e (Merlot a parte) tutti i vini vengono affinati esclusivamente in acciaio, con lo scopo di produrre vini freschi, bevibili, che sappiano esprimere il vigneto, il terroir, il clima. Vini unici e caratteriali nella loro semplicità. Metteteci anche il prezzo di vendita contenuto (tra le 10-12 euro), a dimostrare che il vino buono e ben fatto può essere anche alla portata di tutti.

Tornando al Rosso stappato, realizzato con un mix di uvaggi (Merlot, Sangiovese, Canaiolo e altri)... colorito rosso rubino intenso, risulta piuttosto concentrato, sia al naso che al palato. Un vino non particolarmente strutturato e complesso, ma piuttosto semplice, dove a farla da padrone è la grande godibilità e piacevolezza alla beva. Questo è il classico caso in cui mi scolo la bottiglia senza nemmeno accorgermene. Attenzione però... se state pensando ad un vinello leggero, giovane, fresco e sbarazzino siete fuori strada. Questo Rosso è un vino che sa essere anche “tecnico” se così si può dire, ma tutte le sue caratteristiche sono così ben amalgamate ed equilibrate, da fartelo amare dal primo all’ultimo sorso. Il classico vino che vorreste tutti i giorni sulla tavola senza stancarvi mai dai berlo. Un Rosso da "gustare" più che da "degustare". C’è una decisa ma mai invasiva vena alcolica (13%vol.), c’è un buon retrogusto dolciastro che ci obbliga a versarci un altro bicchiere, c'è un tannino morbido, quasi sottotraccia, c’è una leggera spinta acida che conferisce freschezza e dinamicità quanto basta. Ma soprattutto c’è un palato bello pieno e rotondo, polposo e croccante, sempre presente e “sul pezzo” per tutta la (breve) durata della bottiglia. Un vino sempre vivo, ben caratterizzato da sentori balsamici, salini, mediterranei. 

Non è un gran cru, ne un vino sofisticato, ma un eccellente vino quotidiano da gustare a tavola, bottiglia dopo bottiglia. Sicuramente da provare (come del resto tutti i vini di Santa Caterina, soprattutto i Vermentini), perché al di la dei gusti personali di ognuno, è un vino buono e ben fatto, un biodinamico dal prezzo contenuto, (siamo entro le 10euro) e dalla veste grafica bella e simpatica nella sua semplicità (tratta da un disegno della figlia di Andrea)… un vino che sa soprattutto di vino e si riprende il suo ruolo “alimentare” di re della tavola… credo che un "vero" amante del vino non possa chiedere di più ad un produttore… 

L’abbinamento gastronomico è obbligatoriamente ligure, coniglio al forno con olive taggiasche per il sottoscritto in abbinata a questo Golfo dei Poeti Rosso, se invece optate per il Vermentino, allora gustatelo fresco in riva al mare, con un variopinto borgo alle vostre spalle e un piattino di acciughe davanti.

Il Santa Caterina ha la capacità di restituirci sottoforma di bottiglia un angolo di Liguria, come solo i grandi cantautori della tradizione ligure riescono a fare.

martedì 27 marzo 2012

VINNATUR 2012 - VILLA FAVORITA - Wine Festival

PREMESSA
Maledetta primavera… in un solo colpo Vinitaly-ViniVeri-Vinnatur, un’enorme calamita nel cuore del Veneto che attira gli eno-appassionati italiani in un girone dantesco percorribile (al volante) in meno di un’ora. Un triangolo delle Bermuda alcolico in cui ognuno di noi, peccatori e peccatrici nel nome di Bacco, vorrebbe perdersi. 

Il fulcro è a Verona, il Vinitaly concentra l’attenzione mediatica di tutti, un po’ come Sanremo per la musica o i Mondiali di calcio… anche i meno interessati non vogliono perdersi l’evento nazional-popolare da assimilare in massa. Da giorni posta e social network sono invasi da post e messaggi di aziende vinicole (tra cui alcune rispettabilissime, direi tra le mie preferite...), pronte a ricordarci che quest’anno ci sono anche loro, perché c’è il Vivit, capannone dedicato ai produttori bio… e penso che l’idea stessa di “produttore naturale” rinchiuso nel capannone “X” tra tanti prefabbricati in cemento armato, con uno stand fieristico degno del Motorshow mi sembra un ossimoro. 

Comunque, non voglio andare oltre e prolungarmi in merito alla diatriba interna tra i produttori naturali, su quanto sia eticamente corretto partecipare al Vinitaly. Dico solo che é come vedere Il Teatro degli Orrori sul palco dell’Ariston a San Remo, sono un gruppo che ha qualcosa da dire e meriterebbero un palcoscenico così importante, sarei quasi orgoglioso di loro nella speranza che molti "ciechi" possano aprire le orecchie verso certa musica, ma mi farebbe strano vederli in quel contesto li... che ci azzecca Pierpaolo Capovilla con il festival di Sanremo?? Quello che vado a cercare e voglio ritrovare in un vino e nel suo vignaiolo, é soprattutto un approccio culturale e se vogliamo politico, una scelta etica e consapevole, al di là del marketing o dei grandi numeri, che i signori del Vinitaly snocciolano ogni anno davanti ai nostri occhi, per dimostrare la loro grandezza. Nonostante l’invasione di mail e messaggi, io il Vinitaly “non me lo cago di striscio”, sono un appassionato e non mi interessa essere parte di quel calderone, solo perché il mondo (e il business) del vino è concentrato alla fiera di Verona.

TRASFERTA
Fatta la dovuta premessa… via per una doppietta Villa Favorita-Cerea.. Poi succede che trovare un posto decente ed economico per dormire da quelle parti è quasi impossibile (tutto pieno per il Vinitaly mi rispondono), che sabato mattina mi incastrano al lavoro e quasi mi tocca rinunciare al più “caldo” week-end enologico dell’anno. Ma sono i primi giorni di primavera, c’è voglia di gita fuoriparta… non demordo e decido per la “sbatta” in giornata… 230km per andare e altrettanti per tornare, la passione richiede anche sacrifici, è così per il rock’n’roll ed è così anche per il vino.. 

Per la prima volta (permettetemi un ringraziamento agli organizzatori) ho in mano due accrediti.. ma in giornata riesco a fare solo una rassegna.. uno sguardo ai siti internet, ecco la lista dei produttori partecipanti… voto Cerea, c’è Rinaldi, voglio assaggiare e se possibile portarmi a casa una bottiglia del suo Barolo e poi il Sagrantino di Bea, il Don Chisciotte di Guido e Crealto che ad Agazzano aveva anche “il salame”… Poi penso che è primavera e splende il sole, già il nome Vinnatur fa molto primavera, un occhio al sito, vedo le foto della gente in “ripiglio” sul prato, la villa con il parco, il servizio ristoro con tanto di cestino e copertina per il pic-nic.. ok, sarà per l’anno prossimo l’appuntamento con Viniveri, vado a Vinnatur, le premesse per un vero festival del vino naturale ci sono tutte.

LOCATION
Sono un appassionato e non un addetto ai lavori, l’ho sempre detto e mi piace questo status, riuscire ad avere un punto di vista esterno del movimento. Da 12 anni organizzo festival di musica alternativa (rock, indie, hip hop, reggae, drum’n’bass, metal, rockabilly, punk, electro fino alle dancehall fai da te nei boschi per intenderci..) e una cosa la so bene… E’ il festival in se a determinare il successo dell’iniziativa. Una bella location, qualche idea stimolante, organizzazione efficiente, creare un’atmosfera che fa sentire il pubblico a proprio agio… questo serve a rendere piacevole un’iniziativa ancor più di quanto è famosa la band che salirà sul palco. 

E in questo Vinnatur e i suoi organizatori sono eccellenti (a parte qualche difficoltà nel cercare i produttori piantina in mano.. ma é il meno), la location è fantastica e si respira proprio una bella atmosfera. Si esce dall’autostrada a Montebello Vicentino verso le 11, belli tranquilli, a Verona sud già decine di auto in coda direzione fiera, dopo pochi km in campagna ecco sulla sinistra il viale che porta a Villa Favorita, 100 metri di strada con due file di cipressi ai lati di toscana memoria, in fondo ecco la villa veneta circondata dai vigneti.. ma dove si parcheggerà? Proprio li tra un filare e l’altro.. insomma Vinnatur già dal parcheggio. Ingresso 20 euro, non pochi 5 in più della Sorgente del Vino di un mesetto fa, ma qui c’è anche il porta bicchiere, la penna, la guida con la piantina e una breve descrizione di tutti gli espositori, oltre ad un sacchetto con il pane su ogni banco d’assaggio per favorire la degustazione. E poi c’è l’area esterna, un bel prato verde dove tra un bicchiere e l’altro è possibile prendersi una pausa e un po’ di sole, magari una sigaretta e un panino. Io, vista la situazione, mi sono organizzato con bag, telo e pic nic casalingo... un po’ di spirito punkabbestia ci vuole anche in una villa. Poi scopro che gli organizzatori hanno pensato proprio a tutto, ed ecco un bel servizio ristoro dove con 25euro puoi recuperare cestino e coperta per il tuo pic-nic sul prato. Bella idea.  

Considerando l’interessante area esterna in futuro sarebbe bello un momento post-degustazione, diciamo un dopo-festival a degustazione ultimata, con un po’ di musica e di aperitivo, dove vignaioli e appassionati posso chiacchierarsela, interagire e farsi un brindisi insieme… butto lì un’idea per la prossima edizione... 

L’affluenza è buona, almeno quanto basta per rendere animata la villa senza il rischio di creare eccessivo “traffico” ai banchi d’assaggio. Pubblico trasversale in tutti i sensi, ma vorrei soprattutto sottolineare una consistente rappresentanza di under 40, anche tra i produttori. Buon segno di crescita e consapevolezza del movimento.

VINNATUR PERCHE'...
Come sempre l’approccio e lo scambio di informazioni tra vignaiolo e degustatore risulta fondamentale per questo tipo di iniziative. L’apertura, il piacere di raccontarsi, di discutere, di illustrare il frutto del proprio lavoro e cercare di trasmetterlo anche al più cittadino dei degustatori. L’etica, la cultura e i valori che contraddistinguono un certo modo di intendere la natura e di essere contadini. 

Il piacere di chiacchierare con Del Prete (i pugliesi hanno sempre una marcia in più!) che alla mia domanda su quanta Malvasia nera e quanto Negroamaro utilizzasse per il suo Torre Nova mi risponde “Noi siamo contadini e il vino lo facciamo in campagna non in cantina”… e ancora …“io a villa Favorita ci vengo volentieri, è bello e c’è sempre bella gente con cui parlare, chi viene qui sa cosa cerca e come comportarsi, qui c’è il vero vino biologico, perché bisogna inviare i campioni per essere accettati”. Parole semplici di un contadino che racchiudono l’essenza della rassegna. 

In Vinnatur e nel suo statuto si identificano quei produttori che agiscono nel rispetto del territorio, che ritroviamo espresso nei loro vini, limitando al minimo gli interventi e la tecnologia in cantina, oltre ad evitare l'utilizzo di sostanze invasive e di natura chimica in vigna. Per approfondire l'argomento e leggere lo statuto, date un occhio al sito di Vinnatur.

PRODUTTORI
Pronti via che si va ad assaggiare.. parto dal primo piano, nella bellissima sala centrale mi imbatto in TERPIN FRANCO, i bianchi del Friuli sono sempre eccellenti. Rigorosi, minerali, longevi, strutturati, territoriali, ma alla fine mi "prendo bene" con il suo Collio Ribolla Gialla del 2007, il più rotondo, morbido e solare del lotto. Rimango sui bianchi del nord e mi delizio con il Vermentino dei Colli di Luni di Andrea Kihlgren della cantina SANTA CATERINA, agricoltura biodinamica che da origine a vini freschi, dinamici, aciduli. Buono il Giuncàro mix di Sauvignon e Tocai. Prezzi contenuti (alla faccia di chi sostiene che i vini biodinamici costano..) e primo posto per la simpatica veste grafica delle etichette. 

Non siamo a "La Terra Trema" ma voglio assegnare la Roncola d'Oro di Vinnatur 2012 a FERDINANDO PRINCIPIANO. Chi segue il blog dirà che sono scontato, conoscendo il mio debole per il Nebbiolo, ma devo ammettere che il cru Barolo Boscareto 2006 é una spanna sopra tutto e tutti. Il costo é impegnativo (se non ricordo male circa 55 euro in cantina ma prendetela con le pinze), ma questa é la dimostrazione che anche i produttori naturali possono fare vini di gran classe e finezza che rasentano la perfezione. Ho assaggiato e conosciuto tutti i vini prodotti grazie al paziente e simpatico racconto della signora Principiano. Tutti ottimi e a parte il loro grande Barolo, voglio segnalarvi il Nebbiolo base, solo acciaio e una piacevolissima bevibilità (credo sia più difficoltoso scolarsi una lattina di Coca Cola che una bottiglia di questo Nebbiolo). Dalla nostra Borgogna scendo giù a Brindisi per incontrare i rustici e ruspanti rossi del signor NATALINO DEL PRETE, un personaggio autentico… dovevate vederlo mentre tentava di spiegare i suoi vini a 4 americani che prendevano appunti.. Tre generazioni di vignaioli e una simpatia rurale che solo i pugliesi riescono a trasmettere (chi é stato almeno una volta nella vita in Salento capirà). Non sono un fanatico dei suoi vini, ma ne apprezzo l'autenticità e il carattere. 

Rimango a sud ed eccomi in Sicilia da COS, diciamo una grande cantina con la mentalità dei piccoli. Faccio il giro dei rossi con due versioni di Cerasuolo, il Phitos vinificato in anfore é delicato, profumato e fresco, più rotondo e "piacente" invece il Cerasuolo affinato in legno (il mio preferito), leggero e succoso. Sorprende anche il Nero di Lupo, dal nome di aspetti il classico Nero d'Avola concentrato e legnoso, invece eccoti un vinello giovane, zero legno, fluido, dinamico, minerale, da bere fresco con un bel trancio di tonno sul piatto. Pochi km, giusto il tempo di salire lungo le pendici dell'Etna e beccare FRANK CORNELISSEN. Devo ammettere che sono i vini più particolari della giornata, fatico ancora a dire se mi sono piaciuti o no tanto sono particolari. Vini dalla forte personalità, macerazioni lunghe con il particolare utilizzo di plastica ecologica oltre all’ invecchiamento in anfore sotterrate e sigillate con pietra lavica. Più che tradizionalista direi estremista!!. 

Mi rifaccio il palato alla TENUTA MONTIANI. Tramite amici avevo già avuto modo di portarmi a casa e raccontarvi il loro Felix 2008 un Sangiovese in purezza che deve prendersi il suo tempo prima di esprimersi al meglio. Davvero un vino ben fatto sottile, piacevole ed elegante, niente retrogusti terrosi o salmastri, ma soprattutto niente logo Gallo Nero sulla bottiglia, a quello è stato preferito un bel gallo multicolore e questo la dice lunga sulle sensazioni "positive" che Tenuta Montani vuole e riesce a trasmettere. Mi sento in sintonia con il Felix, ancora una dimostrazione che anche al "naturale" il Sangiovese da grandi soddisfazioni. Fresco, beverino e gioioso anche il loro vino "da tutti i giorni" Le Terrazze del Merendero, da bere senza nessuna cautela. Continuo la risalita ed ecco un vino del terroir vicentino, finalmente conosco il gentilissimo Alessandro della cantina PIALLI, 100% Tai rosso, Colli Berici Style. Ammetto grande ignoranza in materia, io stesso scopro oggi il Tai rosso ed è un vero peccato che non sia molto conosciuto. I vini Pialli dimostrano che siamo al cospetto di un vitigno dalle grandi potenzialità. Assaggio le due anteprime 2008 e 2009 ancora in evoluzione e un po’ scomposte ma già di grande prospettiva. Succosi, carichi, concentrati a me sono già piaciuti così… figuriamoci quando saranno pronti. Una gran bottiglia è il Gregorio, sempre Tai rosso in purezza invecchiato in botti vecchie e strausate, ne esce fuori un vino di grande spessore e consistenza dalla gradazione alcolica elevata. Gran bel vino, ideale per chi cerca una bottiglia “importante” senza ricadere sui soliti nomi. Diciamo medaglia d’argento dopo il Barolo di Principiano. Alessandro è giovane e mi aspetto grandi cose dai suoi vini. Bella scoperta e speriamo di poterne parlare più diffusamente in futuro.

RITORNO
Quando ormai è tardo pomeriggio abbandono il campo di battaglia, il tempo di una “paglia” sulla scalinata di ingresso e torno tra i filare a recuperare la car. Sono pronto a ripercorrere i 230km del viaggio di ritorno mentre un caldo sole di inizio primavera tramonta. 

In zona Garda necessito di un caffè, sosta in un autogrill affollato da giovani su di giri e signori in assetto da scampagnata domenicale. Ecco il popolo del Vinitaly. Un ragazzotto con occhi a “fessura” e dal passo barcollante mi urta, istintivamente mi giro e chiedo scusa, il ragazzo in dialetto veneto (lo capisco bene perché i miei sono veneti) mi dice “fa niente tanto sono ubriaco”. Mi convinco sempre più che quella fiera non fa per me. Diciamo che se Vinnatur può essere un festival di gruppi indie-rock al Vinitaly suonano i Kiss mascherati con i lancia fiamme e i fuochi d’artificio. Il resto del viaggio è affollato e rallentato, ascolto un vecchio cd degli Helmet, l’ultimo di Bugo e Profondo rosso degli Assalti Frontali. Arrivo a casa giusto in tempo per il 2-0 di Alex Del Piero.. e rileggere qualche appunto preso a Vinnatur. In passato macinavo  km per i rock festival, oggi lo faccio per gli eno-festival, ma lo spirito che mi muove rimane sempre lo stesso.

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3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!
Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti
...ritroverete in questo sorso di Gattinara un vino autentico… Il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto
Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione
"Per noi acquistare una bottiglia di vino, significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia"

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna
Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce
Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto
Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi
Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine
...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello
Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia
...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori
...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO
Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!
da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.