...piacevolissima bevuta, anche se su queste cifre, si possono trovare bianchi molto più convincenti, sia per struttura che per intensità aromatica.
Freschi mica tanto, da un viaggio di 18 giorni in Marocco, si torna su a Varese, pronti a goderci gli ultimi giorni di non lavoro al fresco. E invece niente, questo è per noi un agosto torrido, dai 40 gradi del Marocco, anche in Italia incontriamo un caldo africano. Così si riempe nuovamente la valigia, si carica la tenda e ci dirigiamo nella vicina Liguria (riviera di Ponente vicino a Noli) per qualche giorno defaticante a base di mare, sole e buona cucina.
Come tutte le regioni italiane anche la Liguria offre delle piacevolissime chicche eno-gastronomiche (nella focaccia non hanno rivali !!), ed essendo molto interessati alla parte "eno" non ci siamo lasciati scappare l'oppurtunità di degustare qualche buon vino locale.
A parte i mitici e visivamente emozionanti vitigni delle 5 Terre, la regione offre principalmente 3 vini famosi, tutti coltivati nella riviera di Ponente, che sono il rosso "Rossese" e i bianchi "Vermentino" e "Pigato".
Trovandoci proprio a ponente e facendo un caldo esagerato non potevamo che optare per un bianco fresco che accompagnerà degli ottimi paccheri al pesce.
Trattasi del Pigato D.O.C. 2010 "Le Attese" dell'agricola Alessandri Carlo. E' la prima volta che provo questo vino, quindi scegliamo il produttore in maniera del tutto casuale.
Il Pigato é un vitigno tipico della provincia di Imperia (con qualche "sconfinata" nella prov. di Savona), molto simile al Vermentino, tanto da avere disciplinari praticamente uguali, stessa D.O.C. Riviera Ligure di Ponente e soprattutto un unico vitigno di base che é il Vermentino. C'é quindi un po' di confusione in merito a questo vino che comunque attraverso una raccolta tardiva delle uve, quindi molto mature, riesce ad avere caratteristiche organolettiche differenti dal Vermentino.
Per produrre questo vino devono comunque essere utilizzate uve Pigato al 95% minimo, con la possibile aggiunta del 5% di altre uve bianche non aromatiche presenti nel vigneto. Vinificazione in bianco.
Come dicevo, purtroppo non conosco l'Az. Agr. che produce questo "Le Attese", quindi non posso esprimermi in merito al produttore Alessandri Carlo, sappiamo comunque come la Liguria per caratteristiche morfologiche, con le montagne che praticamente si tuffano nel mare, é terra di piccoli appezzamenti vitati e piccoli produttori, che devono farsi "un bel mazzo" per coltivare le uve su pendii scoscesi e a volte raggiungibili solo a piedi (molti avranno visto l'anfiteatro di vigne lungo i sentieri che collegano le 5 Terre).
Ci servono il vino.. colore giallo paglierino con riflessi d'orati, fluido, limpido e dinamico. Al naso, diversamente da quanto leggo sulla disciplinare, ovvero intenso e aromatico, io ho trovato questa versione decisamente scarica e piatta, forse la bottiglia era un po' troppo fresca o il mio olfatto é stato traditore, comunque pochissima intensità aromatica, bouquet chiuso, comunque fine, con in lontanaza sentori di albicocca e mandorle. Al palato riscatta un naso quasi inesistente, fluido, secco e sapido, ma allo stesso tempo anche morbido e "caldo", un vino di grande bevibilità, con una buona vena alcolica (siamo sui 12.5&vol.), una "non invasiva" punta di acidità e un piacevole retrogusto amarognolo, mantenendo le sue caratteristiche organolettiche e soprattutto la facilità di bevuta per tutta la durata della degustazione.
Nel complesso si é rilevato un buon vino, tanto insignificante al naso, quanto facile e gradevole alla beva, tanto che la bottiglia finisce velocemente un bicchiere dopo l'altro.
L'abbinamento oltre ai piatti a base di pesce e crostacei é ovviamente con la caratteristica cucina ligure, come i primi piatti al pesto e le torte di verdura.
Spero di poter assaporare nuovamente questo vino per ri-verificare "il naso", per il resto piacevolissima bevuta, anche se su queste cifre (siamo intorno alle 9-10 euro) si possono trovare bianchi molto più convincenti, sia per struttura che per intensità aromatica.
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