...Bastano pochi sorsi per capire che questo "Solaris" sarà un degno compagno di viaggio della cucina di Oldani. ...un vino equilibrato,godibile e pieno, dalla struttura articolata; dove sapidità, mineralità, freschezza e acidità convivono in perfetta armonia...
Ebbene si, martedì scorso, dopo qualche mese di tentativi andati a vuoto, siamo riusciti (ringrazio i suoceri per questa opportunità) ad andare a Cornaredo per cenare nell'ormai celebre ristorante D'O, da quel genio di cuoco che é Davide Oldani; giovane, innovativo e creativo, uno dei più interessanti rappresentanti della nuova cucina italiana.
Il bello della storia é che il sign. Oldani (a cui ho stretto la mano con stima e sottomissione assoluta) é riuscito, a differenza di altri suoi illustri colleghi, ad inventare una forma di cucina alta per conti correnti bassi (da lui stesso denominata "Cucina Pop"). Dove sta il trucco?? Nella materia prima.. perché l'alta cucina la fanno soprattutto i grandi cuochi.
Troppo facile cucinare un grande secondo se si parte dal miglior filetto o dalle più prelibate e costose aragoste, meglio tenere il prezzo basso e permettere con 50euro di assaggiare piatti di alta scuola con alla base materia prima meno pregiata e quindi costosa, leccarsi letteralmente i baffi dopo aver degustato piatti che alla base hanno semplici melanzane, cipolle o cosciette di pollo.
In cucina partendo da un prodotto di alto livello qualitativo, 3/4 del lavoro é già stato fatto, in questo caso invece é l'ingegno e l'abilità tecnica del grande cuoco ad essere protagonista. Oldani é riuscito a "scongelare" una forma di alta ristorazione vecchia e obsoleta, una forma di lusso fine a se stessa, sia nel cibo (e nel conto finale..) che nello stile dell'ambiente proposto (basta con argenteria, cristalleria e sedie imbottite di velluto!!).
Poche chiacchere e cimeli quindi.. al D'O parlano i piatti; quei piatti che apparentemente potreste preparare anche a casa vostra, ma che mai.. mettetevelo bene in testa, dico mai, riuscirete ad imitare. Probabilmente il futuro della ristorazione italiana passa anche da qui.. la cucina della nonna certo, ma preparata e arrangiata con i controcazzi!!
La serata é stata davvero gradevole, i piatti che ad un primo impatto sembrano veramente "vuoti" (le porzioni sono da nouvelle cousine), alla fine, portata dopo portata, rientrano alla perfezione in una serata "concept" ben orchestrata dalla squadra di sala, che con molto mestiere riesce ad accompagnarci in un sentiero del gusto davvero equilibrato e gradevole.
Siete tra quelli che se nel piatto non hanno almeno 200 grammi di bucatini pensate vi stiano fregando? Beh, lasciate perdere il D'O e continuate ad ingozzarvi mentre aspettate che la schiuma del vostro Lambrusco alla spina scenda almeno di un paio di dita.
Torniamo al nostro mestiere e parliamo del vino... All'arrivo del sommelier ci lasciamo consigliare, puntiamo tutti sul bianco, un Valdobbiadene per i nostri compagni di tavolo e un bianco fermo per me e la Betta. La scelta vincente del sommelier ricade su un Vermentino ligure/toscano dei Colli di Luni, vino D.O.C. della riviera di levante. Praticamente siamo con un piede in Toscana, a Luni di Ortonovo antica cittadina con tanto di anfiteatro romano, nelle cui vicinanze sorge l'azienda vinicola Baia del Sole, della famiglia Federici.
Siamo al cospetto di una cantina medio-piccola, un po' come nel resto della regione, con circa 22 ettari vitati e 140.000 bottiglie prodotte l'anno. Essendo in terra di Vermentino, é ovviamente questo vitigno a dare le più interessanti bevute di questa cantina. Ne sono proposte ben 3 versioni, oltre ad altre tipologie di vini bianche e rossi da uvaggi vari (Sangiovese, Merlot, Ciliegiolo, Cannaiolo e Syrah per i rossi; Albarola e Malvasia oltre al Vermentino per i bianchi), suddivisi in 4 linee produttive, dagli eccelsi vini della linea "Crù selezione" fino al più comune ed economico vino da tavola.
Nel nostro caso assaggiamo il Vermentino Solaris 2010, della linea "Prestigio", 13%vol. di bianco, vendemmiato a fine settembre. La trasformazione dell'uva in vino passa nelle vasche di acciaio fino a fine febbraio, quando saranno completate le varie fasi pressatura, fermentazione e affinamento.
Bastano pochi sorsi per capire che questo "Solaris" sarà un degno compagno di viaggio della cucina di Oldani. Alla mescita colore giallo paglierino brillante, di buona trasparenza. Al naso ha un bouquet piuttosto aperto, dove una vena alcolica decisa ma mai invadente, sorregge profumi di frutta dolciastra e note floreali. Al palato sa esprimere il meglio, un vino equilibrato,godibile e pieno, dalla struttura articolata; dove sapidità, mineralità, freschezza e acidità convivono in perfetta armonia, con un finale lungo che sa dare importanza al tutto.
Sicuramente un'ottima bevuta, un vino ideale per pasteggiare, che sensa troppi fronzoli e aspirazioni d'alto rango riesce ad esprimere al meglio il terroir di appartenenza. Forse un'attenzione eccessiva al gusto moderno, tende a limare qualche spigolo e ad appiattire alcuni acuti gustativi che un terrori del genere potrebbe trasmetterci. Resta comunque un vino piacevolissimo e di livello, che sa farsi apprezzare anche per morbidezza, calore e polpa.
Non conosco il costo della bottiglia in questione, ma credo che dovremmo aggirarci euro più, euro meno, sulle 10 carte. Direi soldi giustamente guadagnati dalla famiglia Federici per un Vermentino che alla beva ripaga fino all'ultimo centesimo. Ottimo.
Davvero una bella soddisfazione dopo una grigia giornata di lavoro, coccolare gusti e sensi con l'innovazione della tradizione magistralmente proposta da Oldani.
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