...Passano gli anni ma dobbiamo riconoscere e confermare come il Morellino del Romitorio continui a viaggiare su livelli qualitativi eccelsi...
Domenica 18 settembre, edizione 2011 di “Benvenuta Vendemmia”, cantine aperte e sagre eno-gastronomiche in diverse città d’Italia. Io sono di Varese e mi sono preparato per questa giornata un itinerario nel vicino Monferrato, anche perché a Casale c’è la Festa del Vino, il che vuol dire stand, produttori e quant’altro per le vie della città.
Benissimo.. c’è aria di festa e voglia della Barbera. Peccato che dopo una settimana di sole paura, che sembra essere ancora luglio, sfiga vuole che domenica sia una pessima giornata autunnale, pioggia a go-go e vento freddo.. progetto “gita nel Monferrato” andato a farsi benedire. Delusi e chiusi in casa io e la Betta ripieghiamo sulla gastronomia locale, talmente locale, che ci prepariamo un “pranzetto della domenica” e stappiamo una buona bottiglia di Morellino.
I più attenti ricorderanno che avevo già parlato di questo vino del Castello Romitorio un annetto fa, ma allora degustammo la versione del 2004, mentre oggi abbiamo stappato il 2008. Quindi non mi perdo in chiacchere e non sto a ripetere le informazioni in merito alla cantina di GhiaccioForte e al suo eclettico proprietario/artista Sandro Chia, tanto sono talmente conosciuti che difficilmente un appassionato non può non conoscere i vini del Romitorio, per tutti gli altri vi rimando alla recensione del Morellino 2004 (clicca qui).
Una cosa, ed è la più importante, va detta subito, a 4 anni di distanza il Morellino del Romitorio rimane un gran bel vino, confermandosi anno dopo anno una delle migliori versioni in circolazione. Ad essere sinceri, trovo addirittura questa annata 2008 migliore rispetto la precedente.
Ho riscontrato in questa bottiglia un vino più strutturato e di spessore rispetto alla precedente, non so dirvi se questa sensazione sia dovuta unicamente alle diverse caratteristiche climatiche delle due annate o se al Romitorio hanno cambiato qualcosa nel processo di trasformazione e coltivazione. L’unica certezza guardando l’etichetta (cambiata ma sempre molto artistica e suggestiva) è che si è passati da una disciplinare D.O.C. ad una D.O.C.G., a dimostrazione di come il riconoscimento e l’importanza di questo vino sia cresciuta nel corso degli ultimi anni.
Passano gli anni ma dobbiamo riconoscere e confermare come il Morellino del Romitorio continui a viaggiare su livelli qualitativi eccelsi, senza considerare che si riesce ancora ad acquistare a prezzi decisamente dignitosi e se non vi fate fregare da qualche enotecaro avido, con 10 euro vi danno pure il resto. Un vino dal rapporto qualità/prezzo decisamente vantaggioso. Nella nostro continua ricerca del buon bere al giusto prezzo abbiamo fatto centro.
Il Morellino è un vino assemblato a base di uve Sangiovese, il tipico vitigno Toscano, con un’aggiunta in quantità variabile di altri vitigni a bacca nera della zona. Nel nostro caso viene utilizzato Sangiovese all’85% e Cabernet Sauvignon per il restante 15%.
Nel bicchiere si presenta di color rosso rubino intenso con riflessi granata, buona fluidità e brillantezza. Al naso una buona intensità alcolica (13%vol.), a sostegno di un bouquet davvero gradevole, dove le note di frutta nera e rossa (prugna, mora e ciliegia) si mischiano a note aromatiche e speziate tipiche dei vini affinati nel legno. Vinoso, etereo e persistente, ma allo stesso tempo fresco e fine. Al palato dimostra di essere un vino di buona struttura, il carattere tipico del Sangiovese, viene plasmato dal Cabernet Sauvignon, regalandoci un vino molto equilibrato, che sa essere secco e leggermente tannico, ma allo stesso tempo rilascia avvolgenti sensazioni di calore e morbidezza, che lo rendono piacevole alla beve ma senza appiattirne il carattere. Il finale è piuttosto lungo e di buona persistenza, con un retrogusto tra il dolce e l’amarognolo che richiama i sentori olfattivi.
Nel complesso un vino ben strutturato e articolato, sapientemente equilibrato dai sommelier del Romitorio, che sono riusciti a costruire un vino moderno ed internazionale ma senza perdere le caratteristiche particolari del Sangiovese, che un microclima unico come quello della Maremma riesce a conferirgli. Furbo il giusto tanto per intenderci.
Davvero un bel prodotto, a partire dall’estetica, una bella bottiglia da far invecchiare in cantina, ma anche da esporre sulle mensole della vostra taverna.
Nessun commento:
Posta un commento