...equilibrato e piacevole ma senza scadere nello scontato, mantenendo una buona dose di rusticità e carattere, giusto per ricordarci che abbiamo a che fare con un vino della tradizione e non della moda del tempo.
Piccolo flash-back.. ponte del 2 giugno nelle Marche, precisamente Conero e dintorni. Ricordate che avevo scritto 2 righe in merito, dal titolo "Su le mani per il Rosso Conero"?? Bene, dopo qualche mese torniamo sull'argomento, perché é arrivato il momento di stappare e lo faccio con grande gioia.
Piccolo flash-back.. ponte del 2 giugno nelle Marche, precisamente Conero e dintorni. Ricordate che avevo scritto 2 righe in merito, dal titolo "Su le mani per il Rosso Conero"?? Bene, dopo qualche mese torniamo sull'argomento, perché é arrivato il momento di stappare e lo faccio con grande gioia.
Fondamentalmente sono due i motivi che mi "invogliano" la bevuta .. il primo é che quando stappi una bottiglia comprata direttamente in cantina dal produttore, dopo aver ammirato i filari e le botti, averne annusato i profumi e l'umidità, é sempre più un qualcosa di "speciale" e "personale" rispetto ad una qualsiasi boccia acquistata in enoteca. Il vino si beve, ma soprattutto se ne parla, quindi é sempre piacevole ritrovare nel bicchiere i ricordi e le emozioni che l'eno-turista prova quando scollina su e giù alla ricerca della cantina giusta.
Il secondo invece é più legato al momento, le ultime degustazioni parlavano toscano, anzi Supertuscan, ed avevo proprio voglia di tornare ad assaporare e scrivere di un vino e di una cantina che hanno radici ben radicate nel territorio in cui si trovano.
Eravamo (io e la Betta) "on the road" tra le vigne e i campi di girasole del belissimo entroterra marchigiano, quando abbiamo deciso di puntare verso Offagna, perchè li, proprio all'ingresso di questo bel borgo, a pochi passi dal castello, si trova la storica Villa Malacari, antica dimora seicentesca con annessi terreni agricoli e vigneti che hanno dato vita all' Az. Agr. Malacari.
Qui il vino ha tradizione e cultura centenaria, con una produzione concentrata su un'unica tipologia di vino (eccezione fatta per una piccola quantità di Verdicchio dei Castelli di Jesi) il Rosso Conero, vino simbolo di questa zona delle Marche. Si punta decisi sulla qualità e la tradizione, poche cose ma fatte bene e dobbiamo ammettere che qui il Rosso Conero (proposto in 2 versioni, normale e la riserva) lo sanno fare egreggiamente.
L'ambiente, le vigne, la villa, la cantina, lo stile "vintage" dell'etichetta e non ultimo il vino bevuto; tutto fluisce verso un immaginario rurale e romantico, lontani anni luce da vignaioli che producono vini firmati, edizioni limitate o con nomi di fantasia che spesso fanno sorridere. Niente blend internazionali o vini inventati, qui si coltiva e si vinifica solo Montepulciano in purezza, vigne antiche e autoctone. In totale 19 ettari vitati, di cui 4 costituiti dal vigneto più antico e a bassa resa, da cui si ricava il Grignano (la riserva dell'azienda).
Per questa versione di Rosso Conero 2007, 100% di uve Montepulciano in purezza vendemmiate ad inizio Ottobre. Raccolta e selezione manuale delle uve, fermentazione in acciaio per 8 giorni e un anno di affinamento in botti e barili di rovere. Il vino non filtrato, ha una commercializzazione di circa 60.000 bottiglie l'anno.
Nel bicchiere si presenta con un bel colorito rosso rubino, caldo con riflessi porpora, fitto ed impenetrabile. Al naso media intensità e persistenza, piuttosto vinoso, con una buona spinta alcolica (13.5%vol.) che sorregge un bouquet gradevole e caldo, dove sono i sentori fruttati (marasca, more e ciliegie) ad avere la meglio sulle note speziate decisamente in secondo piano. Un naso semplice, senza punti di forza ma decisamente equilibrato e gradevole. Al palato si conferma vino assai piacevole alla beva, asciutto, sapido, caldo e mediamente tannico, ricco di corpo, buona polpa. Armonico ed equilibrato, con una buona nota alcolica che da importanza alle note fruttate presenti anche al palato, prima di spegnersi piacevolmente in un finale lungo e persistente con retrogusto leggermente speziato e tostato.
Nell'insieme una bella beva, semplice e leggera ma comunque interessante. Un vino a tutto pasto decisamente ben fatto, equilibrato e piacevole ma senza scadere nello scontato, mantenendo una buona dose di rusticità e carattere, giusto per ricordarci che abbiamo a che fare con un vino della tradizione e non della moda del tempo.
Direi che per 7 euro (questo il prezzo in cantina) é una bevuta davvero soddisfacente per tutta la durata della degustazione e dal rapporto qualità prezzo più che giusto. In commercio lo trovate ad un paio di euro in più e ne vale comunque la pena.
Abbinamento, temperatura di servizio e ossigenazione sono quelli adatti ad un rosso di buon corpo e struttura. Adatto (e personalmente consiglio) a qualche annetto di invecchiamento in cantina, ma anche giovane si presenta comunque amabile.
Ultima osservazione. Durante la degustazione in cantina avevo avuto sensazioni piuttosto differenti rispetto alla bevuta odierna, ovvero 4 mesi dopo. Alla cantina Malacari (a proposito un saluto al ragazzo che ci ha accolto e accompagnato nella visita) avevo trovato strepitoso il Grignano (la riserva), mentre questo Conero base mi era sembrato esageratamente rustico, carico e piuttosto chiuso, tannico, quasi astringente, mentre oggi ho ritrovato un vino molto più morbido, armonico e piacevole. Come si dice.. le bottiglie e le sensazioni sul bevuto non sono mai tutte uguali!
Nel complesso bella bevuta e tanta voglia di tornare a fare visita a villa Malacari. In attesa di gustarci il Rosso Conero Riserva (lasciamolo ancora qualche mese in cantina...) non possiamo che fare un plauso alla Cantina Malacari ad Alessandro Starrabba e al suo enologo Sergio Paolucci, bel esempio di viticoltura autoctona, centrata, tradizionalista e al suo Rosso più classico.
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