...Da una parte un prodotto che ci rimanda e ricollega a sensazioni antiche, legate al terroir e al vino traizionale, dall'altra l'idea di produrre comunque un vino moderno e al passo con i tempi.
Devo tornare indietro di almeno un anno per raccontarvi del mio incontro con il Chianti di Renzo Marinai. Allora non conoscevo questo produttore di Panzano, mai sentito nominare e mai assaggiato un suo vino.
Ma l'anno scorso insieme ad amici scendiamo a Greve in Chianti per festeggiare il capodanno, ospiti di Sara e Paolo (che ringrazio ancora e di cui conservo un bellissimo ricordo...), presso la loro tenuta biologica dove allevano capre e producono ottimi formaggi (Podere le Fornaci).
Appena arrivati a Greve ci rechiamo in piazza e pranziamo presso la piccola osteria Mangiando Mangiando, che consiglio a tutti i mangioni che amano e ricercano dell'autenticità toscana. Tra una forchettata e una chiaccherata si fa amicizia con il simpatico e ospitale Salvatore, gestore dell'osteria. Dopo averci presentato un po' di amici e produttori della zona che gli forniscono l'ottima e toscanissima materia prima che utilizza per i suoi piatti, ci fa assaggiare un goccio di Chianti a suo dire speciale... ed ecco che le mie papille gustative incontrano per la prima volta il Chianti Classico Riserva di Marinai. Avevamo appena finito di bere due bocce di Classico del Podere Campriano (se non ricordo male), che si é dimostrato un ottimo Chianti nella sua classicità, ma appena assaggiata la versione superiore di Marinai... ne siamo rimasti colpiti, eravamo sicuramente un gradino sopra, non c'era paragone.
Mi imbatto nuovamente nel Chianti di Renzo presso l'enoteca "Le Cantine", sempre in quel di Greve, la più grande e specializzata enoteca del Chianti. E alla fine proprio prima di partire mi ribecco la bottiglia proprio nel piccolo negozietto di Sara e Paolo, dove oltre ai loro formaggi, vengono venduti alcuni prodotti bio di amici e produttori locali. A quel punto non potevo farmela scappare, troppe volte mi é comparsa davanti agli occhi, é un segno del destino... dovevo comprare quella bottiglia. Così la compro insieme ad una boccia di Felix della Tenuta Montiani. Dopo circa un anno é giunto il momento di tirargli il collo, degustarla con calma e scriverne in merito.
Renzo Marinai e la sua tenuta si trovano a Panzano (Greve in Chianti), in una zona assai suggestiva tra vigneti, uliveti e boschi, vicino al Castello di Panzano e alla chiesa di San Martino in Cecione. La tenuta acquistata da Iori Marinai, padre di Renzo, non é conosciuta solo per l'alta qualità dei suoi vini e del suo olio, ma anche per la coltivazione di grano nel segno della tradizione. La raccolta avviene con una macchina a vapore dei primi del 900' e si esegue ancora la battitura manuale del grano. Un rito che si ripete ogni anno, come un passo indietro nel tempo, per riscoprire persone, odori, sapori e racconti antichi.
A Renzo Marinai dobbiamo quindi assegnare il primo riconoscimento per aver avuto la capacità di mantenere vive le tradizioni e di puntare su una coltivazione biologica nel rispetto di un territorio unico come quello del Chianti Classico.
Oggi in questa tenuta si punta soprattutto sulla produzione del vino oltre che sull'accoglienza agrituristica. Sono circa 6 gli ettari vitati, con vitigni selezionati a coltivazione biologica e bassa densità d'impianto. Tra le uve rosse é il Sangiovese a farla da padrone (come é giusto che sia) ma anche l'internazionale e immancabile Cabernet Sauvignon, il Canaiolo e una vigna autoctona costituita da Mammolo, Cilegiolo, Prugnolo, Colorino e Sangiovese a foglia tonda. Per la bacca bianca Trebbiano, Malvasia e Chardonnay. Da questi vigneti si ricava oltre al Chianti nella versione Classica e Riserva anche alcuni I.G.T. toscani, tra cui il Guerrante (50 e 50 di Sangiovese e Cabernet), lo Jori (100% Cabernet) e un interessante Kadar prodotto cun un mix di uve autoctone (Sangiovese a foglia tonda, Canaiolo,Ciliegiolo, Colorino, Mammolo, Pugnitello) che spero un giorno di poter assaggiare. A concludere il lotto il Vinsanto e un bianco I.G.T. prodotto con le tre uve a bacca bianca di cui ho scritto sopra.
Il Chianti Classico che andiamo ad assaggiare fa riferimento all'annata 2008. Come previsto dalla disciplinare per la versione classica almeno l'80% dell'uvaggio deve essere a base Sangiovese. In fase di assemblaggio le scelte in cantina possono essere svariate, personalmente sono per la tradizione e mi piacciono i vignaioli che puntano tutto sul Sangiovese o al limite su un assemblaggio autoctono, il sign. Marinai invece a deciso di giocarsi un 10% di autenticità a discapito del più internazionale e "prezzemolino" Cabernet Sauvignon. Scelta forse non condivisibile, ma non vogliamo fare gli eno-snob, anche perché al di la delle scelte optate in cantina, non dobbiamo mai distogliere lo sguardo da quello che é il risultato finale, che nel caso di questo Chianti é di buon livello.
Ultimate le fasi di fermentazione in vasche di acciaio, circa un anno di maturazione in botti di rovere e 3 mesi di affinamento in bottiglia. Gradazione alcolica sui 13%vol, prezzo di vendita intorno alle 15euro. Abbinamento gastonomico con i piatti della tradizione toscana (dalle pappardelle di cinghiale alla zuppa toscana, fino alla chianina e ai formaggi), temperatura di servizio sui 18°C e stappare circa un'ora prima della mescita.
Nel bicchiere basta guardare il rosso rubino brillante e la fluida densità con cui il vino scivola lungo le pareti del calice per capire che abbiamo a che fare con "roba" seria. Al naso te lo aspetti intenso e vinoso, invece il profumo sale lento e delicato, caldo e sussurrato. La vena alcolica non spinge e rimane sotto, quasi a non voler disturbare un lungo e sofficie tappeto di frutta rossa, tra cui spiccano le caratteristiche note floreali del Chianti e i sentori di sottobosco. Al palato da il suo meglio, pieno, asciutto, sapido e di buona acidità. Si dimostra molto elegante e ben equilibrato con tannini soffici che avvolgono bene il palato lasciandoci una buona sensazione di calore, rotondità e armonia complessiva. Corpo, carattere e struttura non mancano, lasciandoci la convinzione di avere a che fare con un vino di una certa importanza. Il finale si dimostra di discreta persistenza, non lunghissimo ma davvero piacevole, con un retrogusto dolciastro che ricorda ancora una volta la frutta rossa.
Un Chianti ineccepibile, che lascia in disparte il caratterino spigoloso e sprintante del Sangiovese (e per il sottoscritto é un po' una pecca che sia stato così "smussato"), per puntare maggiormente su un vino che é si legato alla tradizione, ma che punta poco sulla rusticità e più sulla finezza e l'eleganza.
Mi sembra che sia una buona rappresentazione della cantina Marinai. Da una parte un prodotto che ci rimanda e ricollega a sensazioni antiche, legate al terroir e al vino traizionale, dall'altra l'idea di produrre comunque un vino moderno e al passo con i tempi. Da una parte la scelta qualitativa, l'agricoltura biologica, le uve selezionate ecc... dall'altra l'idea di mischiare all'autoctono vitigni internazionali, fino ad arrivare (mi scuso con il signor Renzo ma questa cosa mi ha fatto un po' sorridere...) ad invecchiare le riserve nella barricaia con in sottofondo la musica di Mozart. Forse é per questo che il suo chianti Riserva é così buono?? Ci piace parlare del vino come emozione, sensazione, evocazione... ma forse qui si esagera un po', chissà cosa esclamerebbe il compianto Bartolo Mascarello di fronte ad una barricaia con le note di Mozart in sottofondo!! Va bé ve lo lascio immaginare...
Comunque senza voler polemizzare, ormai i produttori toscani ci hanno abituati a trovate del genere, forse riescono ad impressionare maggiormente i turisti americani.. é un peccato dirlo, essendo un amante del Chianti e del suo territorio, ma diventa sempre più difficile trovare aziende rustiche, tradizionali e autoctone in tutto e per tutto.. dove si fa il vino punto e basta, senza doverci imbattere in resort con piscina, bottiglie di supertuscan o barricaie che sembrano gioiellerie.
Divagazioni sul tema a parte, quello che ci rimane é un uomo e una cantina come quella del sign. Marinai, che sa coniugare qualità, tradizione e attenzione al prodotto con piglio moderno e al passo con i tempi, regalandoci un Chianti Classico indubbiamente ben fatto, sia grazie al lavoro dell'enologo in cantina, ma soprattutto grazie al lavoro fatto nei campi tra i filari.
Ci manca un filo di rusticità per raggiungere l'eccellenza e qualcuno potrà darmi dell' eno-grezzo, ma per il resto qualità, equilibrio, eleganza, finezza e buone sensazioni qui non mancano.
Simo che bel giro! lo voglio fare anche io. Mi darai delle dritte. Anche di vini ;)
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