...Gentile e disciplinato il vino si mantiene piacevole e bevibile fino all’ultima goccia, una lunga autostrada senza sali-scendi o curve improvvise.
Torno con piacere a scrivere di vino bianco dell’Alto Adige, sicuramente una delle più particolari e interessanti aree vitivinicole “di montagna”, che da sempre ci regala vini in gran quantità e qualità. Penso di potermi sbilanciare e affermare che quando si acquista un bianco del Sud Tirolo si va abbastanza a colpo sicuro, anche su cifre contenute o prodotti da supermercato.
Quindi se state facendo la spesa e vi serve un vinello per accompagnare i branzini che avete nel carrello, questo Muller Thurgau della Cantina Produttori di Bolzano fa il caso vostro. Costo contenuto (sulle 7 euro) e piacevole bevuta assicurata.
Parlare di questa “Kellerei” come dicono a “Bozen” significa affrontare il discorso già fatto in merito ad altre cooperative vinicole. Un’insieme di produttori e soci che danno origine ad un’azienda di grandi proporzioni, sia per ettari vitati che per quantità di bottiglie prodotte (oltre 1.500.000), diventando in molti casi un simbolo e un punto di riferimento del territorio.
Se una volta la Cantina Sociale era soprattutto il luogo dove andare a comprare la damigiane e riempire i bottiglioni con lo “sfuso”, oggi che il mercato vinicolo richiede soprattutto bottiglie dal buon rapporto qualità/prezzo e non solo il basso costo, anche queste grosse cooperative hanno dovuto imporsi il cambio di marcia, sviluppando una produzione vinicola attenta anche alla qualità, proponendo oltre ad una linea di vini base più economica e facilmente reperibile, selezioni di cru più pregiati, destinati al circuito delle enoteche. Questo a portato ad un sostanziale innalzamento qualitativo (che qualche enogiornalista potrebbe definire omologazione del prodotto alle esigenze del consumatore e del mercato…) di tutta la linea produttiva, così che anche a basso costo, possiamo trovare vini che hanno la loro dignità.
Nello specifico questa Kellerei nasce nel 2001 dalla fusione di 2 storiche cantine altoatesine attive sul territorio già dai primi del '900 ovvero la cantina Gries e la Santa Maddalena, che insieme riuniscono ben 200 soci e 320 ettari di vigneti (tra cui alcuni antichissimi che superano i 100 anni di età…), che comprendono ben otto Masi (così vengono chiamati i poderi in Alto Adige). Sono 3 le linee di prodotti commercializzate dai produttori di Bolzano. Una linea Masi, la collection di Gries dedicata ai rossi tipici della zona (Lagrein su tutti) e la linea classica.
Partiamo proprio da qui con il Thurgau 2010 che assaggiamo. Come storia insegna trattasi di un vitigno tipico dell’europa continentale, in particolare Austria, Germania e Svizzera, mentre in Italia ha trovato la sua naturale ambientazione nella più germanica delle nostre regioni ovvero l’Alto Adige, in particolare tra i pendii della Valle d’Isarco. Da segnalare come questo vitigno abbia un’origine ben precisa dato che è stato inventato dall’enologo elvetico Herman Muller originario di Thurgau nel 1882, attraverso l’incrocio di due vitigni (Riesling e Sylvaner)
Quindi se state facendo la spesa e vi serve un vinello per accompagnare i branzini che avete nel carrello, questo Muller Thurgau della Cantina Produttori di Bolzano fa il caso vostro. Costo contenuto (sulle 7 euro) e piacevole bevuta assicurata.
Parlare di questa “Kellerei” come dicono a “Bozen” significa affrontare il discorso già fatto in merito ad altre cooperative vinicole. Un’insieme di produttori e soci che danno origine ad un’azienda di grandi proporzioni, sia per ettari vitati che per quantità di bottiglie prodotte (oltre 1.500.000), diventando in molti casi un simbolo e un punto di riferimento del territorio.
Se una volta la Cantina Sociale era soprattutto il luogo dove andare a comprare la damigiane e riempire i bottiglioni con lo “sfuso”, oggi che il mercato vinicolo richiede soprattutto bottiglie dal buon rapporto qualità/prezzo e non solo il basso costo, anche queste grosse cooperative hanno dovuto imporsi il cambio di marcia, sviluppando una produzione vinicola attenta anche alla qualità, proponendo oltre ad una linea di vini base più economica e facilmente reperibile, selezioni di cru più pregiati, destinati al circuito delle enoteche. Questo a portato ad un sostanziale innalzamento qualitativo (che qualche enogiornalista potrebbe definire omologazione del prodotto alle esigenze del consumatore e del mercato…) di tutta la linea produttiva, così che anche a basso costo, possiamo trovare vini che hanno la loro dignità.
Nello specifico questa Kellerei nasce nel 2001 dalla fusione di 2 storiche cantine altoatesine attive sul territorio già dai primi del '900 ovvero la cantina Gries e la Santa Maddalena, che insieme riuniscono ben 200 soci e 320 ettari di vigneti (tra cui alcuni antichissimi che superano i 100 anni di età…), che comprendono ben otto Masi (così vengono chiamati i poderi in Alto Adige). Sono 3 le linee di prodotti commercializzate dai produttori di Bolzano. Una linea Masi, la collection di Gries dedicata ai rossi tipici della zona (Lagrein su tutti) e la linea classica.
Partiamo proprio da qui con il Thurgau 2010 che assaggiamo. Come storia insegna trattasi di un vitigno tipico dell’europa continentale, in particolare Austria, Germania e Svizzera, mentre in Italia ha trovato la sua naturale ambientazione nella più germanica delle nostre regioni ovvero l’Alto Adige, in particolare tra i pendii della Valle d’Isarco. Da segnalare come questo vitigno abbia un’origine ben precisa dato che è stato inventato dall’enologo elvetico Herman Muller originario di Thurgau nel 1882, attraverso l’incrocio di due vitigni (Riesling e Sylvaner)
Nel bicchiere si presenta di color giallo paglierino con riflessi verdognoli, piuttosto scarico, fluido e di buona limpidezza. Al naso pur nella sua semplicità si lascia apprezzare per un piacevole effetto “moscato”, molto aromatico, con note dolciastre che ricordano soprattutto frutta matura come pesca e albicocca con note floreali delicate. Anche al palato risulta aromatico, dolcino, snello e fresco, decisamente semplice e piacevole, di facile bevuta. Decisamente poco acido e dalla scarsa vena minerale. Il finale di media persistenza si fa apprezzare per pulizia, dolcezza e una leggera vena amarognola.
Gentile e disciplinato il vino si mantiene piacevole e bevibile fino all’ultima goccia, una lunga autostrada senza sali-scendi o curve improvvise. Se siete tra quelli che amano le emozioni, gli spigoli e i bianchi di grande struttura, qui c’è troppa precisione, lineareità e lavoro in cantina, tanto è perfettino in ogni sua sfumatura. Se invece siete tra quelli che hanno difficoltà a digerire bianchi molto minerali, aciduli e nervosi, questo è un vino equilibrato che vi soddisferà a pieno.
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