...il suo punto di forza non é la concentrazione e l'austerità, ma bensì eleganza e finezza.
Ok ve lo dico, sono andato con consorte a cena presso la Vecchia Trattoria della Pesa, in centro a Varese, per festeggiare il nostro anniversario (non chiedetemi il numero che tanto non me lo ricordo...). Avevo buone sensazioni in merito a questo ristorante che volevo provare da un po' di tempo. Il posto é di proprietà di "Annetta" uno dei ristoranti più famosi e quotati della provincia. Mi aspettavo quindi una versione più rustica e alla mano rispetto al rinomato "da Annetta" ma con la stessa cura e qualità nella proposta culinaria.
Ok ve lo dico, sono andato con consorte a cena presso la Vecchia Trattoria della Pesa, in centro a Varese, per festeggiare il nostro anniversario (non chiedetemi il numero che tanto non me lo ricordo...). Avevo buone sensazioni in merito a questo ristorante che volevo provare da un po' di tempo. Il posto é di proprietà di "Annetta" uno dei ristoranti più famosi e quotati della provincia. Mi aspettavo quindi una versione più rustica e alla mano rispetto al rinomato "da Annetta" ma con la stessa cura e qualità nella proposta culinaria.
Devo purtroppo ammettere che le aspettative non sono state rispettate. Il locale é sicuramente una bella trattoria, piccola, rustica ma allo stesso tempo molto curata, raffinata e diciamo "alla moda". Tanta bella presentazione, tipica di un ristorante del centro, ma stringi stringi il primo e il secondo sono stati un po' una delusione, anche in rapporto al pagato.
Il mio risottino con spinaci e mozzarella di bufala é stato proprio una "bufala" perché di quell'animale la mozzarella, non ha visto neanche la fotografia. Anche il resto niente di particolare o ricercato.. ok il servizio, l'arredo di design, il piattone con la presentazione particolare ecc... ma per 50 euro a cranio ne trovi così di ristoranti una spanna sopra questo...con tanto di menù ricercato o rustico ma ben fatto, con prodotti locali, biologici ecc...
Comunque bando alle chiacchere e parliamo del vino, che in fondo questo é un blog sul vino giusto??
Avevamo voglia di una bella bottiglia di rosso, peccato che io ho preso un primo e secondo a base di carne, mentre la Betta a base di pesce. Essendo ambedue poco inclini ai vini bianchi, abbiamo optato per questo Blauburgunder, ovvero un Pinot Nero dell'Alto Adige che ben si abbina con entrambi i piatti e anche con il mio risottino agli spinaci (bello stracotto tra l'altro).
Prima nota... questo vino commercialmente, é venduto in una fascia di prezzo che varia dalle 9 alle 12 euro, ce l'hanno fatta pagare ben 26euro!! Ok il ricarico e il servizio, ma qui siamo quasi al triplo del prezzo... va bé... un altro motivo per lasciar perdere questa trattoria per fighetti del centro...
Dicevo... ah, si il vino... prodotto dalla vitivinicola Schreckbichi o meglio Colternzio, una delle più conosciute cantine dell'Alto Adige, gestita da Luis e Wolfgang Reifer (padre e figlio). Sita a Cornaiano, comprende la bellezza di 315 ettari vitati e una produzione di 1.600.000 bottiglie l'anno, passando dai vini più classici, diciamo da tavola, fino ad arrivare a vere e proprie chicche come il Cabernet Sauvignon Lafòa. Nell'insieme una azienda medio-grande che sa unire terroir e tradizione con modernità e capacità di proporsi nel mercato con la giusta attenzione alla qualità.
Nel nostro caso il bevuto é un Pinot Nero D.O.C. della linea classica, piuttosto giovane trattandosi di un 2009. Ottenuto da uve Pinot al 100%, viene vinificato tradizionalmente sulle proprie bucce in vasche di acciaio, a cui seguono 8 mesi di affinamento in botti di rovere.
Nel bicchiere si presenta di color rosso rubino, piuttosto scarico, limpido e fluido. Al naso discreta intensità aromatica, nonostante una buona gradazione alcolica (13.5%vol.) non risulta particolarmente potente e intenso, il bouquet non é inebriante e a farla da padrone sono le note fruttate come bacche rosse, lamponi e more. Comunque un buon profumo, delicato, fragrante, rotondo, fine. Caratteristiche che un buon Pinot deve avere.. anche se il sottoscritto predilige i rossi più tosti e vinosi, dalla grande intensità e persistenza, sia aromatica che alcolica. Ma questo é un Pinot e il suo punto di forza non é la concentrazione e l'austerità, ma bensì eleganza e finezza. Obbiettivo raggiunto quindi. Al palato, come dicevo, il giusto vino per abbinare piatti di carne "light" e piatti di pesce saporiti, quindi un vino fluido e fresco, leggero dal tannino morbido. Un vino dinamico, di pronta beva, quasi non sembra avere una gradazione alcolica così elevata, forse un po' troppo giovane e nel finale lascia una leggera sensazione acidula, comunque non fastidiosa.
Nel complesso un buon Pinot, discreto, amabile e ideale per pasteggiare, soprattutto adesso che si va verso la stagione calda e si può bere anche fresco, sui 14-16 °C.
Certo che se pensi ai Pinot della Borgogna é come paragonare una 500 alla Ferrari.. ma qui si parla di un buon vino da 10 euro, ben fatto certo, ma i Grand Cru francesi sono un'altra storia.
Un buon vino (probabilmente il meglio della cena), anche se il Blauburgunder della Kofelgut bevuto un paio di mesi fa mi aveva maggiormente convinto, ma probabilmente é più corretto confrontarlo con il Pinot Nero Riserva St. Daniel. Comunque per essere la prima bottiglia che bevo della Colterenzio, l'impressione é più che positiva.
Nel frattempo visto che questo é periodo di festeggiamenti, stasera metto mano alla cassetta delle "grandi bottiglie", e per festeggiare le 33 primavere della mia compagna stappo un Solaia del 2000... e me lo gusto in salotto con il dovuto cerimoniale che un vino del genere merita... altro che 26 euro al ristorante per un Pinot del 2009..
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